The Staircase – Una morte sospetta, scritta da Antonio Campos e Maggie Cohn, con Colin Firth, Toni Collette, Michael Stuhlbarg, Sophie Turner (miniserie, otto episodi, dall’ 8 giugno in esclusiva su Sky e in streaming su NOW

Nella prima scena vediamo Colin Firth con i capelli bianchi, mentre si annoda la cravatta e sembra avviarsi verso una giornata decisiva. Poi, veniamo buttati all’indietro bruscamente di sedici anni: è il 2001, Colin Firth ha i capelli neri e una moglie appena morta (Toni Collette), in un bagno di sangue, ai piedi della scala interna di una bella casa a Durham, North Carolina.

Da qui in poi, The Staircase ci racconta la storia vera di Michael Peterson, scrittore di successo e politico, a partire da qualche mese prima dell’”incidente”. Avrete già capito: sarà accusato della morte della moglie e noi vogliamo capire a) se è vero b) come verrà incastrato il colpevole.

Intorno a lui, una numerosa famiglia: i figli di lei, i figli di lui, le figlie adottive, le sorelle di lei. In apparenza uniti dal dolore, lentamente polverizzati dalle troppe rispettive differenze. In ogni puntata c’è almeno una scoperta. Ogni svolta è talmente assurda da sembrare inverosimile. Eppure la storia è più vera del vero, in tutta la sua tragica verità.

Non a caso, su questo delitto, era già stata prodotta una premiata docuserie considerata da molti un lavoro seminale rispetto a certa televisione contemporanea che tratta la realtà, soprattutto il crime, in modo analitico ma anche parecchio spettacolare. Da quella docuserie sono scaturiti sequel e altri altro documentari, compreso uno francese realizzato da due cineasti in arrivo da Parigi, attratti dal caso legale e mediatico. Scopo del loro film è “destrutturare il sistema giudiziario americano”. Vaste programme.

Il colpo di genio della serie fiction The Staircaseè che i due francesi sono stati inseriti come personaggi, trasformando così il lavoro degli autori di true crime in un film nel film, entrando e uscendo dalla fiction, mostrando se mai ce ne fosse ancora bisogno, che non esiste mai una sola verità, soprattutto quando ci sono telecamere di mezzo.

Come è finito Michael Peterson si può scoprire facilmente online ma non importa. La serie con Colin Firth resta interessante in ogni caso, soprattutto per la performance del protagonista: arrogante e umile, psicopatico e psicolabile, spaventato e spaventoso. Un tour de force per l’attore premio Oscar, spalleggiato con gran classe da tutti gli altri interpreti.