"The serpent": la storia vera a cui è ispirata la serie Netflix | TV Sorrisi e Canzoni

“The serpent”: la storia vera a cui è ispirata la serie Netflix

Chi è Charles Sobhraj e che fine hanno fatto i protagonisti della serie nella realtà?

Jenna Coleman e Tahar Rahim in "The serpent"  Credit: © Netflix
13 Aprile 2021 alle 11:30

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È arrivata in streaming su Netflix il 2 aprile ed è presto diventata una delle serie più viste sulla piattaforma. Stiamo parlando di “The serpent”, miniserie in otto puntate coprodotta da Netflix e BBC One. Ambientata in Thailandia negli Anni 70, racconta gli omicidi commessi da Charles Sobhraj, interpretato da Tahar Rahim che lo ha definito «Un killer, ma anche un truffatore, un grande manipolatore, narcisista e sadico».

Sebbene alcuni nomi siano stati cambiati e i dialoghi siano ovviamente immaginati, la serie rimane piuttosto fedele alla realtà. Quella del “serpente”, anche noto come "Bikini killer", che uccideva giovani occidentali che capitavano tra le sue grinfie nei loro viaggi lungo l’hippie trail (tra Europa e Asia merifionale) è infatti una storia vera. A fare da consulente per la scrittura degli episodi è stato proprio Herman Knippenberg ( interpretato da Billy Howle), il diplomatico olandese che per primo ha indagato sulla scomparsa di una giovane coppia.

La storia vera di Charles Sobhraj

Gli inizi

Nato a Saigon nel 1944, Charles si trasferisce in Francia con la madre da bambino, dove prende il via la sua carriera come piccolo criminale che lo porta presto in prigione. Una volta uscito, si inserisce nell’alta società di Parigi senza certo abbandonare truffe e furti. È in questo periodo che conosce Chantal Compagnon, con cui lascia la Francia nel 1970 per fuggire all’arresto.

Rifugiati in Asia, a Mumbai i due hanno una bambina. È con lei che “il serpente” inizia a derubare i giovani che percorrono l’hippie trail, ma la donna decide di cambiare vita e tornare in patria.

Una scena di "The serpent"  Credit: © Netflix

L'incontro con "Monique" e gli omicidi

Dopo due anni costantemente in fuga, Charles incontra Marie-Andrée Leclerc, interpretata nella serie da Jenna Coleman, mentre lei è in vacanza in India. Nata in Quebec nel 1945 da una famiglia numerosa e religiosa, si trova fuori dal suo paese per la prima volta in cerca di avventure e per due anni veste i panni di Monique, moglie del commerciante di gemme Alain Gautier, uno degli alias più utilizzati da Sobhraj. Qui inizia la storia che "The serpent" racconta, e gli omicidi. I due viaggiano in tutta l’Asia grazie ai passaporti delle vittime: almeno 12 secondo le autorità, drogate, derubate e uccise tra Thailandia, India e Nepal.

Mathilde Warnier (Nadine Giles) e Billy Howle (Herman Knippenberg)  Credit: © Netflix

È realmente esistita anche la vicina di casa della coppia, Nadine Gires (interpretata da Mathilde Warnier), che ha aiutato Hermann Knippenberg. Quest’ultimo era stato assegnato all’ambasciata olandese di Bangkok come terzo segretario e spinto ad indagare sulla scomparsa di due giovani connazionali da una lettera dei famigliari preoccupati.

L'arresto

Proprio Nadine lo ha aiutato a raccogliere le prove che hanno finalmente convinto la polizia a permettere la perquisizione dell'appartamento di Sobhraj e Leclerc, dove sono stati trovati i passaporti delle vittime, siringhe e diversi veleni. I due hanno continuato a spostarsi in Europa per poi tornare in Asia, a Nuova Deli, dove sono stati finalmente arrestati nel 1976, dopo aver provato a drogare e derubare un gruppo di studenti francesi. Anche dopo l’arresto “il serpente” non si è scoraggiato: ha trasformato il processo in un vero e proprio spettacolo di cui è stato l’unico protagonista, tra scioperi della fame e teatrali querelle con i suoi stessi avvocati. Una volta condannato, in prigione è riuscito a corrompere le guardie e a vivere una vita più che agiata. Diversa la sorte di Monique/Marie-Andrée, cui è stato concesso di tornare in Canada, dove è morta di un tumore alle ovaie a soli 38 anni.

Tahar Rahim nei panni di Charles Sobhraj in "The serpent"  Credit: © Netflix

Scontata la pena in India, ad attendere Sobhraj c’era ancora un mandato d’arresto thailandese che avrebbe quasi sicuramente portato a una condanna a morte. Come risolvere il problema? Nel 1986 organizza una grande festa in carcere, a base di sonniferi. “Il serpente” evade così, prolungando la sua sentenza di altri dieci anni, esattamente come aveva sperato. Nel 1997 le autorità indiane gli permettono di tornare in Francia, dove vive tra interviste e set fotografici, guadagnando somme ragguardevoli. Incurante delle conseguenze torna poi in Nepal, dove è ancora ricercato per l’omicidio di un canadese e un’americana, e nel 2003 viene arrestato in un casino di Kathmandu. Sempre grazie alle prove raccolte da Knippenberg, e dall’Interpol, viene condannato all’ergastolo. Ad oggi ha 77 anni e si trova ancora in un carcere nepalese.