The French Dispatch , la recensione del film di Wes Anderson

The French Dispatch , la recensione del film di Wes Anderson

Cinema

Paolo Nizza

Il regista americano firma il suo personalissimo omaggio al cinema francese e alla prestigiosa rivista The New Yorker. Un tenue e sofisticato affresco popolato da un cast all star che va da Bill Murray a Benicio Del Toro, da Frances McDormand a Tilda Swinton, da Timothée Chalamet a Owen WIlson. In sala dall'11 novembre

“Vorrei vivere in un film di Wes Anderson/Inquadrature simmetriche e poi partono i Kinks/Vorrei l'amore dei film di Wes Anderson/Tutto tenerezza e finali agrodolci”. Cosi cantavano I Cani, in una celebre canzone uscita nel 2011. E. con ogni probabilità, i fan del regista vorrebbero abitare o almeno visitare l’immaginaria cittadina francese di Ennui-sur-Blasé, l’amena cornice in cui si svolgono le vicende di The French Dispatch. Non foss’altro che per la straordinaria presenza di un cast corale formato da Benicio del Toro, Frances McDormand, Jeffrey Wright, Adrien Brody, Tilda Swinton, Timothée Chalamet, Saoirse Ronan, Léa Seydoux, Owen Wilson, Mathieu Amalric, Lyna Khoudri, Bill Murray, Elisabeth Moss, Willem Dafoe, Edward Norton, Christoph Waltz¸Guillaume Gallienne, Cécile de France, Jason Schwartzman, Tony Revolori, Rupert Friend, Henry Winkler, Bob Balaban, Hippolyte Girardot, Griffin Dunne. Insomma, un autentico Parterre de rois che popola una pellicola, presentata al Festival del Cinema di Cannes 2021, e che arriva nelle sale cinematografiche italiane a partire dall’11 novembre.

Vive la France e il New Yorker

Con una struttura di storie a incastro che rimanda alle favole di Le Mlle e una notte, The French Dispatch (a partire dal titolo) è una perspicua dichiarazione d’amore nei confronti del cinema francese. Un biglietto di ringraziamento a registi come Julien Duvivier, Marcel Pagnol, Jean Grémillon, Jacques Tati, Jean-Pierre Melville, Truffaut, Louis Malle, Godard e soprattutto Jean Renoir. Ma il film anche un accorato omaggio alla alle pagine della rivista The New Yorker (che Wes Anderson divorava sin dalle superiori). Anzi la pellicola tenta l’impresa quasi impossibile di trasportare sullo schermo lo spirito salace e indipendente del magazine americano insieme alla verve di Harold Ross, co-fondatore del periodico, e William Shawn, il suo successore. Ça va sans dire, assemblare il numero di una rivista in una pellicola è ostico perché una sceneggiatura non è un menabò e le immagini non sono parole scritte a macchina. Ma il cinema è, spesso e volentieri, una sfida, il tentativo di rappresentare l’impossibile.

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The French Dispatch, una nuova clip video dal film di Wes Anderson

The French Dispatch, un macaron dai mille gusti

Cronisti in bicicletta, mercanti d’arte, pittori galeotti, modelle poliziotte, nature morte, studenti del maggio francese, commissari di polizia, saggiste solitarie, chef talentuosi, sono solo alcuni dei personaggi che sfilano in questo sussidiario illustrato dai colori pastello. Un album di figurine che danzano tra il bianco e nero e il colore. Un bizzarro almanacco da collezione in cui si passa con nonchalance dal formato 4:3 al 16:9. Grazie a schidionate di comparse e a ben 130 set differenti, Wes Anderson imbastiste la sua personalissima edizione speciale del French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun. Un film che rimanda ai famosi Esercizi di stile vergati da Raymond Queneau. Un’opera che si trasfigura nella fantasia simmetrica e  shabby chic di un cineasta che, per sua stessa ammissione, ha scelto di trasportare sullo schermo tutto ciò che gli passa per la testa. Un caleidoscopio frammentario ed elegante dalla confezione ricercatissima. Un mondo immaginario in cui L’Oro di Napoli di Vittorio De Sica incontra l’animazione transalpina. Un macaron dai mille gusti, incantevole da vedere, ma che forse non sazia chi, a tavola come al cinema, gradisce più la sostanza della forma

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The French Dispatch, Timothée Chalamet nel primo video del film

The French Dispatch, la trama del film

In occasione della morte del suo amato direttore Arthur Howitzer, Jr., nato in Kansas, la redazione del French Dispatch, una rivista americana a larga diffusione che ha sede nella città francese di Ennui-sur-Blasé, si riunisce per scrivere il suo necrologio. I ricordi legati a Howitzer confluiscono nella creazione di quattro articoli: un diario di viaggio dei quartieri più malfamati della città, firmato dal Cronista in Bicicletta; “Il Capolavoro di Cemento”, la storia di un pittore squilibrato rinchiuso in carcere, della sua guardia e musa, e degli ingordi mercanti d’arte che vogliono le sue opere; “Revisioni a un Manifesto”, una cronaca d’amore e morte sulle barricate all'apice della rivolta studentesca; e “La Sala da Pranzo Privata del Commissario di Polizia”, una storia di droghe, rapimenti e alta cucina piena di suspense. 

(From L-R): Bill Murray, Wally Wolodarsky and Jeffrey Wright in the film THE FRENCH DISPATCH. Photo Courtesy of Searchlight Pictures. © 2021 20th Century Studios All Rights Reserved

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