Adventure's Planet - Recensione : Chronicles of Mystery: L'Albero della Vita
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Recensione

Chronicles of Mystery: L'Albero della Vita

di Simonetta Terra  

il nostro voto
71
il vostro voto (6 votanti)
71
In breve

Il segreto e la leggenda dell'Albero della Vita sono rimasti inviolati da centinaia di anni ed hanno spinto l'umanità nei secoli passati a commettere crimini e delitti di ogni sorta per svelarne il mistero. Ma anche oggi la natura umana non è cambiata... e la nostra eroina, l'archeologa Sylvie Leroux, verrà nuovamente coinvolta in una nuova pericolosa avventura allorquando comincerà ad indagare su questa secolare leggenda! La ricerca la porterà in giro per il mondo dal Cairo a Venezia.

 

Recensione Completa del 13 Dicembre 2009
QUALCOSA E’ CAMBIATO?
Diciamo la verità, dopo il deludente Chronicles of Mystery – Il rituale dello scorpione, mi ero completamente disamorata dei City Interactive, catalogandoli nella mia testa nella categoria Kantiana di meri “sviluppatori seriali di AG” che, pur disponendo di un discreto know-how tecnico, risultavano animati più dal marketing che da vere e proprie ispirazioni ed idee originali. Il che si riverberava sia sulla qualità degli enigmi, sia sulla (alquanto scarsa) caratterizzazione dei personaggi, sia su una trama all’inizio avvincente che però si sgretolava via via, lasciando alla fine il giocatore con un senso di alienazione assoluta.
Non nascondo dunque di avere iniziato a giocarci con un certo qual preconcetto e riserva mentale, sino a quando… non mi accorgo che, forse, “qualcosa è cambiato”.

SYLVIE QUESTA SCONOSCIUTA

Come di consueto, l’avventura si apre con una cut-scene introduttiva molto ben ingegnata, ma non solo per la sua intrinseca spettacolarità (i City Interactive si sono sempre distinti per l’ottima grafica ed i filmati di intermezzo), bensì anche per il coinvolgimento emotivo che sin da subito susciterà nel giocatore, proiettandolo emotivamente in avanti per capire quali misteri ci siano da svelare in questa avventura. Ci ritroveremo quindi in Bretagna, qualche giorno prima dei fatti che si sono veduti nel filmato introduttivo, con una Sylvie Leroux non solo cambiata nell’aspetto, ma man mano che si proseguirà nell’avventura molto meno evanescente, con un carattere meglio definito, un passato, dei ricordi d’infanzia molto forti ed uno zio da poco scomparso, che l’ha iniziata sin da piccola ai misteri dell’archeologia in quel di Gozo (ecco la liaison con la prima avventura). Sylvie è giunta in Bretagna con il compito di restaurare lo scrigno di un conquistador, le cui sorti risulteranno intimamente connesse con due misteri, apparentemente slegati tra loro: il mistero della Mary Celeste e quello del leggendario Albero della Vita, situato anziché nell’Eden in una misteriosa isola, non segnata nelle comuni mappe. La soluzione di questi misteri, così come il loro inspiegabile collegamento, verranno sapientemente rivelati a piccole dosi durante lo svolgimento dell’avventura, raggiungendo l’obiettivo (primario in un’AG) di far in modo che il giocatore sia spronato alla risoluzione degli enigmi per ricostruire l’intero puzzles della vicenda. A ciò deve aggiungersi la più che buona caratterizzazione anche degli altri personaggi, sia primari, tra i quali spicca il Conte Saint-Germain, alquanto enigmatico e dall’oscuro passato (quasi un comprimario), sia secondari. Ognuno di loro infatti nasconde una propria personale storia, talvolta completamente scollegata dalla trama principale, talaltra intimamente legata, ma in entrambi i casi parimenti interessante e da scoprire attraverso i vari dialoghi (mai eccessivamente lunghi o noiosi). Per la prima volta insomma si ha la sensazione di percepire e toccare con mano sia le tensioni ed emozioni della protagonista, sia quelle degli altri personaggi. Particolarmente riuscite sono non solo la figura del Conte, il cui comportamento a tratti ambiguo metterà spesso in crisi Sylvie, ma anche quelle di Claire (una restauratrice del Museo), di Alì (il figlio del proprietario di una pensione del Cairo), dei cospiratori della setta, di Fatima (la moglie di un collezionista del Cairo) e di Sarah (la misteriosa donna che vive a Gibilterra).

ENIGMI E DINTORNI

Passiamo ora all’analisi degli aspetti più prettamente tecnici, sui quali non mi soffermerò tuttavia più di tanto risultando pressoché invariati rispetto ai precedenti titoli della casa di Varsavia. Come detto all’inizio, i City Interactive già possedevano col loro primo titolo un bagaglio tecnico di tutto rispetto che però dava maggiormente i suoi frutti a livello visivo e grafico, attraverso una cura maniacale degli sfondi - interamente disegnati a mano con estrema cura ed arte ed associati a personaggi poligonali e texture in 3D (il motore grafico utilizzato è il Wintermute Engine) - ed i filmati d’intermezzo dal taglio squisitamente cinematografico. In questa avventura è tuttavia palese l’intento degli sviluppatori – sicuramente spinti dal feedback degli utenti – di porre rimedio ad una serie di lacune di cui soffrivano – a mio parere – più o meno tutti i titoli precedenti ossia, da un lato, le carenze dell’intreccio narrativo e la pressoché inesistente caratterizzazione e profondità dei personaggi – di cui già ho detto – e, dall’altro, la disarmante banalità e linearità degli enigmi. A tale ultimo riguardo, non si può certo dire che il titolo brilli quanto ad originalità, ma è altrettanto vero che gli enigmi risultano molto più vari (si va dagli enigmi meccanici, alle combinazioni, alle prove a tempo etc.) ed un po’ più impegnativi (un paio sono veramente difficili), sì da innalzare sia longevità del titolo – che si attesta tra le 12-15 ore anche per un avventuriero navigato -, sia il coinvolgimento del giocatore, non più relegato a mero spettatore. Nondimeno, vi saranno sempre momenti in cui dovrete raccogliere una miriade di oggetti da usare in un limitato numero di locazioni e talvolta anche in maniera poco ortodossa ed affatto logica. Da segnalare comunque il passo avanti, grazie all’innalzamento della curva di difficoltà degli enigmi con conseguente maggior coinvolgimento della materia grigia, anche se la linearità non è stata per nulla abbandonata, sebbene venga controbilanciata dal discreto intreccio narrativo.

Per quanto concerne il comparto sonoro, anzitutto va segnalata quella che da molti è stata ritenuta la pietra dello scandalo ossia la parziale localizzazione del titolo e il non giustificato aumento del prezzo di vendita. Ciò è con tutta probabilità da imputarsi alla crisi del mercato videoludico in uno con la considerazione che il mercato delle avventure grafiche è, da sempre, un mercato di nicchia rispetto agli sparatutto o ad altri generi maggiormente in voga. In ogni caso, le interpretazioni in lingua inglese non fanno per nulla rimpiangere quelle delle precedenti localizzazioni italiane, pur ottime. I sottotitoli in italiano, tuttavia, presentano qua e là errori, dovuti ad una certa qual approssimazione o fretta, anche se la qualità dei testi è più che discreta e la traduzione non è mai semplicistica od elementare. Trattasi infatti per lo più di errori di battitura. Nulla di così negativo dunque, ma sicuramente 10 giorni in più di betatesting non avrebbero guastato… Le musiche sono di discreta fattura e mai invasive, cercando di ricreare l’atmosfera delle singole locazioni, non risultando tuttavia mai sufficientemente incisive quando si trattava di alzare il pathos di alcune situazioni topiche.

SEGNALI DI STILE

Le locazioni sono ancora una volta splendidamente realizzate, soprattutto quelle esterne, arricchite di effetti dinamici ed ambientali per donare maggior suggestione, permettendo al giocatore una totale immersione. Si va dalla nebbiosa o piovosa Bretagna, alle atmosfere quasi surreali e settecentesche di Venezia durante il Carnevale, alle assolate piazze del Cairo, con i suoi vicoli pieni di ambulanti ed angoli pittoreschi, sino alle più cupe atmosfere di Gibilterra, per giungere infine ad una misteriosa isola, a bordo di un suggestivo e singolare mezzo di trasporto (ma non dico altro, per non rovinarvi la sorpresa). Ed è proprio quest’ultima destinazione che ha suscitato in me un misto di stupore ed incredulità, richiamando alla mente atmosfere ricche di lirismo e poesia, quali possono essere quelle viste nelle AG di B. Sokal. Ovviamente non voglio assolutamente accostare un mostro sacro come Sokal all’avventura dei City Interactive, di ben più modeste pretese, ma vi è un quid nelle locazioni dell’isola e nel viaggio finale che me le hanno fatto tornare piacevolmente alla mente. Tuttavia, per non rovinarvi la sorpresa, pubblico una sola immagine della misteriosa isola e poi magari sarete voi nel forum o nei commenti a confermare o meno questa mia sensazione. Tutto questo però mi serve per dire come in questa avventura vi siano non solo dei netti miglioramenti rispetto al passato, ma anche dei veri e propri segnali di stile, che possono rappresentare per la casa di Varsavia un ottimo risultato ed una nuova base di partenza per sfornare prima o poi un titolo originale, in grado di elevarsi rispetto alla media dei prodotti, non perdendosi nella pletora delle avventure dozzinali “usa e getta”. La strada è ancora lunga, ma pare si stia procedendo nella giusta direzione.










LA FRETTA È SEMPRE CATTIVA CONSIGLIERA
È dunque arrivato il momento di tirare le conclusioni ed assegnare anche il fatidico voto, spesso oggetto di polemiche e dibattiti, ma che alla fine poi deve contare solo relativamente, proprio perché relativi sono sia i numeri che il punto di vista di chi in quel momento li utilizza. Ad ogni buon conto, questo secondo episodio della saga indubbiamente ne risolleva le sorti, grazie ad una trama ed un intreccio narrativo che coinvolgono sin dall’inizio il giocatore, costituendo un continuo sprone per andare avanti. E ciò grazie anche ad una solida caratterizzazione dei personaggi e ad enigmi un po’ meno banali e più impegnativi del solito. Ciò non toglie tuttavia che la linearità regni ancora sovrana e molto spesso ci si trovi obbligati a compiere tutta una serie di azioni, anche poco logiche, per poter proseguire nell’avventura, incappando nuovamente nella frustrazione dei titoli precedenti. E’ palese che i residui difetti siano imputabili alla fretta con cui i City Interactive, consci di avere una buona base di partenza già collaudata (ed infatti l’interfaccia e le meccaniche di gioco sono rimaste totalmente invariate), continuano a “sfornare” nuovi lavori (i loro ritmi sono infatti impressionanti). Forse, dati i positivi segnali intravisti, è giunto il momento per gli sviluppatori polacchi di cambiare marcia e concepire un’avventura in cui trama ed enigmi formino un tutt’uno, evitando di cadere nei soliti e fin troppo abusati cliché (quali, fra tutti, la raccolta ed il “selvaggio” utilizzo degli oggetti). Diversamente, ci troveremo sempre di fronte ad un’avventura indubbiamente godibile e discreta come questa, ma senza approdare mai a qualcosa di veramente innovativo. Qualcosa, comunque, è cambiato :)

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: City Interactive
Distributore: Leader
Data Rilascio: 20/11/2009
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Mistero
Grafica: 2.5D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
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