Letteratura

"Claudine" e il viaggio della solitudine per scoprire se stessa

Dall'abile penna della giornalista e scrittrice Chiara Clausi, un romanzo di formazione sulla solitudine e sulla dimensione del viaggio come mezzo di conoscenza del nostro io più profondo

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Nell'immenso bacino della letteratura contemporanea c'è forse un argomento poco trattato, un piccolo "mostro" di cui l'umanità ha da sempre paura, quello della solitudine. Ad affrontarlo con grande coraggio e delicatezza, la giornalista e scrittrice Chiara Clausi nel libro Claudine, una favola contemporanea (Affiori-Giulio Perrone Editore), che nel romanzo le ha regalato la dimensione della "favola". Un modo per renderla meno spaventosa non sottraendola al suo scopo primario, il doversi confrontare con noi stessi attraverso lei, per capire e combattere le nostre paure.

La dimensione del viaggio

In questo romanzo di formazione che segue la vita della protagonista, c'è quel moto perenne a cui la vita sottopone l'umanità. Quelle vette felici della giovinezza e le discese ripide della consapevolezza di adulti, che Claudine decide di affrontarle attraverso il viaggio che nella "favola" dell'autrice, ha il doppio significato di conoscenza del mondo, ma soprattutto di se stessa. Quel fuggire per approdare in luoghi meravigliosi, Europa, India, Egitto, Yemen, Arabia Saudita e Turchia, da cui poi tornare alle origini, in quel luogo che è culla della propria esistenza, ma anche dei dolori.

L'alienazione del mondo

Nel suo viaggio partendo dal Sud, non è contemplata la fretta, quella è invece l'obbligo, da cui è difficile sfuggire, che ci impone la nostra moderna società, che come la ruota di un criceto può catapultarti fuori se non segui il suo passo, o obbligarti a correre seppur nella consapevolezza che la strada porta sempre nello stesso punto. È questo uno dei nodi che si trova ad affrontare la protagonista che la schiaccia acuendo quel senso di solitudine, che sottolinea la sua non omologazione a seguire tempi che impediscono il confronto e la crescita.

Lei però riesce attraverso i luoghi che visita, a percepire la bellezza della nostra vita, nell'essenza immutata della natura: "Non penso a tutta la miseria ma alla bellezza che rimane ancora", dice. Quella "bellezza" che trova nel viaggio e che è la sua unica compagna con cui attraversa le trasformazioni e i cambiamenti del mondo. Un romanzo bellissimo e profondo quello di Chiara Clausi, di trasformazione che tocca punti dolorosi del nostro io, aprendo però sempre una finestra di speranza da cui alla fine il sole entra.

Claudine e Chiara

Molte sono le similitudini tra l'autrice e il suo personaggio, anche lei nata in un paesino della Calabria con il grande desiderato di vedere cosa ci fosse oltre. Prima a Torino, per finire poi a Beirut, dove ha vissuto fino al 2022. Già autrice di Beirut au revoir. Il crocevia del Medio Oriente tra bellezza e macerie, (Paesi Edizione) scrive per IlGiornale, Panorama, Il Venerdì, Il Foglio e D-La Repubblica della donne.

Claudine è una ragazza gioiosa e spensierata. Nella sua vita ha conosciuto la bellezza del primo amore e dell'amicizia, ma poi, con il trascorrere degli anni, è caduta nell'abisso e ha cercato di rialzarsi. Nata in un piccolo borgo del Sud, a un certo punto della sua vita scappa a Torino e inizia i suoi viaggi in giro per il mondo: Europa, India, Egitto, Yemen, Arabia Saudita, Turchia, Israele, alla ricerca di sé stessa.

Così come era fuggita dal suo paese natio, alla fine vi fa sempre ritorno, ma solo per poi ripartire di nuovo. Questa favola contemporanea è un viaggio nella coscienza di una donna schiacciata dalla solitudine e dalla velocità della società odierna. Il suo tragitto parte dall'adolescenza e dall'ambiente familiare, fino all'incontro con le meraviglie, i misteri e i dolori del mondo.

Claudine, nonostante la fatuità del reale, continua per la sua strada, tra le trasformazioni e i cambiamenti del mondo.

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