Stacy Martin e l'amore - la Repubblica
intervista
Stacy Martin e l'amore

Stacy Martin e l'amore

A gennaio l’attrice francese torna sugli schermi con un noir in cui interpreta una donna che si interroga su sentimenti e desiderio: «C’è chi punta sulla stravaganza, chi sul pudore estremo, chi sulla violenza. Il cinema può raccontare ogni sfaccettatura della sessualità femminile. A patto di non imporre regole»

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Capita raramente che un’attrice conquisti allo stesso tempo Hollywood e il cinema d’autore, diventi celebre interpretando il personaggio scandaloso di una sex junkie, e non sia esibizionista nella vita privata. Per non parlare della fascinazione che Stacy Martin esercita sul mondo della moda, da Prada a Louis Vuitton, di cui oggi è musa, nonostante recentemente abbia dichiarato di «sentirsi una patata». Del resto il suo potenziale lo aveva capito bene il regista Lars von Trier, che la scelse per interpretare la giovane Joe nello scandaloso Nymphomaniac. Da quello straordinario debutto nel 2012, Stacy Martin, che oggi ha 31 anni, ha seguito con determinazione una carriera internazionale, alternando produzioni ad alto budget (The Serpent, Archive, Il visionario mondo di Louis Wain su Amazon Prime) a film d’autore (Il mio Godard di Michel Hazanavicius, L’ultimo amore di Casanova di Benoît Jacquot).

Tra questi ultimi si colloca anche Amanti, di Nicole Garcia, appena uscita in Francia (arriverà in Italia il prossimo gennaio). Stacy interpreta Lisa, una donna sposata con un uomo d’affari più grande di lei (Benoît Magimel), ma ancora innamorata del primo fidanzato (Pierre Niney) che torna all’improvviso nella sua vita. «Lisa ha una personalità molto diversa da quelle che ho esplorato fino a oggi», racconta Stacy Martin, mentre chiacchieriamo nella caffetteria sulla terrazza della Fondazione Feltrinelli a Firenze, dove è ospite di France Odeon, festival del cinema francese. Smette di parlare e si ferma a riflettere. È rilassata, ha i capelli che le incorniciano il viso pulito, indossa un maglioncino a righe e dei mocassini bassi, eppure riesce a polarizzare l’attenzione delle persone che ci stanno intorno. «Questo interrogarsi sull’amore e su quello che vuol dire amare, mi ha fatto esplorare aspetti diversi del mio essere donna. La protagonista è costretta a trovare la sua identità tra due uomini. E si chiede: che cos’è il desiderio? Chi siamo? Perché ci comportiamo in modo diverso con persone diverse? Domande che credo prima o poi si pongano tutte».

In streaming Stacy Martin in una scena del film Il visionario mondo di Louis Wain, regia di Will Sharpe, in streaming su Amazon Prime.
In streaming Stacy Martin in una scena del film Il visionario mondo di Louis Wain, regia di Will Sharpe, in streaming su Amazon Prime. 

 

Amanti è un film d’amore che man mano diventa un noir.

«Proprio così. C’è molta ambiguità in questo triangolo amoroso, ma c’è anche dell’equilibrio. Il nostro intento era quello di non dare una connotazione particolarmente negativa a uno solo dei tre personaggi, tanto è vero che lo spettatore spesso si ritrova a chiedersi: cosa succederà? Chi andrà oltre? Questo perché tutti e tre hanno una forza attrattiva sensuale e un po’ oscura».

Pensa che la rappresentazione della sessualità femminile al cinema sia più realistica oggi rispetto al passato?

«Il modo di raccontarla è destinato a evolversi in base all’età degli artisti e al tipo di società in cui vivono. Poi ci sono varie sfumature nel modo di dipingerla: chi punta sulla stravaganza, chi sul pudore estremo, chi ancora sulla violenza. La sessualità è una tematica primordiale che il cinema può raccontare in ogni sfaccettatura, l’importante è che non diventi mai impositiva».

 

So che non le piace parlare del suo debutto nel film Nymphomaniac, che resta una pellicola-scandalo. Si è mai pentita di averla girata?

«In realtà non mi dispiace parlarne, dipende dalle domande. Le curiosità pruriginose mi irritano. Quello che è frustrante è il rumore che si è creato intorno a Nymphomaniac e che mi descrive come una vittima del regista Lars von Trier. E invece la mia è stata una scelta consapevole, avevo 19 anni, non ero una bambina, non rimpiango assolutamente di aver girato un film che mi ha aperto le porte del cinema mondiale. Non ho subìto nessun trauma, anzi ne sono orgogliosa, perché questi sono film che cambiano le cose, mettono a disagio, interrogano, ma che non danno mai delle risposte».

Padre francese, madre inglese, lei è cresciuta in Francia, in Inghilterra e in Giappone. Una ricca diversità che si esprime anche nel suo modo di recitare?

«La fortuna di essere bilingue fa in modo che io possa recitare sia in inglese che francese. E ha ragione, non è solo una differenza linguistica, è proprio una diversità culturale. Il cinema francese è più passionale, parla molto di sentimenti, di emozioni, mentre il cinema inglese è concentrato su temi sociali ed è più pudico. Questo si riflette sul mio modo di recitare. Ad esempio nel Visionario mondo di Louis Wain interpreto una delle sorelle di questo artista poco conosciuto e sono terribilmente anglosassone».

Com’è stato lavorare con Benedict Cumberbatch

«È stato incredibile. Qualsiasi personaggio lui interpreti, che sia un supereroe della Marvel o un artista come Louis Wain, il suo approccio si contraddistingue sempre per una grande integrità. Lavorare con lui è stato un regalo. È come se con Benedict il set prendesse vita. E poi ci siamo divertiti perché avevamo più di venti
gatti che ci giravano intorno, un’esperienza bizzarra che è stato piacevole condividere».

Quale pensa sia la sua parte inglese e quale, invece, quella francese?

«Quando dico sì, sono francese, quando dico no, sono inglese! A parte gli scherzi, sono cresciuta perfettamente immersa in queste due culture e l’unica differenza che noto è nel modo in cui parlo. Il francese è una lingua fisica, è muscolare, si spinge in avanti, invece l’inglese è più tondo e va indietro. Queste differenze cambiano il tono della mia voce: è incredibile. Per il resto ho scelto di risiedere a Londra (con il compagno, il musicista inglese Daniel Blumberg che l’ha accompagnata anche qui a Firenze, ndr) perché mi piace il modo in cui gli inglesi vivono la sfera privata. Lì sei sempre anonimo. Nessuno nota come sei vestito, nessuno ti guarda. A meno che, certo, tu non sia la regina Elisabetta!».

Bio

Stacy Martin è nata il 20 marzo 1990 a Parigi, da madre inglese e padre francese. A sette anni si è trasferita in Giappone per poi tornare in Francia a tredici. Finiti gli studi, ha scelto Londra per studiare recitazione e nel 2013 è stata scelta dal regista Lars von Trier per il ruolo della giovane Joe nel film Nymphomaniac. Dopo quella esperienza, è stata chiamata da diversi registi, come per esempio l’italiano Matteo Garrone (Il racconto dei racconti - Tale of Tales) e Ridley Scott (Tutti i soldi del mondo). Ha esordito nel mondo delle serie con The Serpent, sull’assassino seriale Charles Sobhraj.