A sud-ovest di Londra, proprio a pochi passi dalle rive del Tamigi, il nuovo intervento dello studio Walters & Cohen Architects completa il plesso scolastico della St. Paul’s School, fondata nel 1509 e tra le più rinomate d’Inghilterra. L’edificio, con la sua forma ad L, sembra un ponte tra architetture di momenti storici differenti. A raccontarcelo è Giovanni Bonfanti, che dopo gli studi allo IUAV di Venezia si è trasferito a Londra e dal 1997 lavora nello studio londinese di cui dal 2007 è Director: “costruire scuole è innanzitutto un esercizio di taglia e cuci, spesso ci si trova davanti a parti che funzionano e non vanno demolite con delle aggiunte da fare in grado di rispondere alle nuove esigenze, è nel DNA degli edifici scolastici”.

la stpaul's school di londrapinterest
. Foto di Walters & Cohen Architects
Il nuovo edifico progettato dallo studio Walters & Cohen Architects per la St. Paul’s School, una delle scuole più antiche e rinomate d’Inghilterra

Quello che vediamo oggi è l’esito di un progetto cominciato quasi dieci anni fa, quando la necessità di un nuovo edificio che sostituisse la sede degli anni Sessanta era ormai diventata evidente. “Quando si progetta una scuola la prima cosa che va tenuta in mente è assicurare la continuità dell’insegnamento” ci ricorda Bonfanti, “e le scelte da poter prendere sono principalmente due: realizzare preventivamente un blocco di edifici temporanei dove traslocare le attività oppure suddividere il lavoro in più fasi”. Per la St. Paul’s School si è preferita la seconda opzione, realizzando in primis la mensa e la biblioteca e poi le aule e il resto del plesso scolastico. Alla luce dell’esperienza con l’edificio storico, i committenti avevano già definito cosa volevano per il nuovo ampliamento della scuola: un edificio che stimolasse, che non fosse intimidatorio, dove a farla da padrone fossero la luce e la trasparenza, dando un carattere di socialità informale al tutto.

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Foto di Walters & Cohen Architects
Gli studenti sono accolti in un ambiente a tutta altezza dove dominano due scaloni e si possono leggere tutti i piani della scuola

La scelta è quindi ricaduta sullo studio londinese che da molti anni affronta il tema dell’istruzione, declinato nella sua concezione più contemporanea: “siamo molto legati ai progetti che coinvolgono la socialità, ci interessa il lato umano dell’architettura e la scuola, per antonomasia, rappresenta il progetto ideale: si tratta di vere e proprie città dove va progettato tutto”, racconta l’architetto, riferendosi nello specifico al sistema inglese dove le scuole hanno numerosi spazi diversi, come i laboratori, i teatri, gli auditorium. Per lo studio Walters & Cohen Architects, che oggi conta circa una trentina di dipendenti, le prime esperienze con le scuole sono state nel 2004, quando il governo di Tony Blair lanciò il “Building Schools for the Future”, un piano della durata di 10 anni e con un fondo di 50 miliardi di sterline che prevedeva di rinnovare l’intero parco scuole del Paese. La prima parte del progetto coinvolse 12 studi di architettura, ai quali fu chiesto di sviluppare teoricamente dei progetti di scuola ideale: una scuola contemporanea che si adattasse alle nuove esigenze della didattica e che sfruttasse la tecnologia per essere energicamente prestante.

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Foto di Dennis Gilbert
Una delle classi progettate da Walters & Cohen Architects

Da questo tipo di esperienza nascono una serie di azioni che sono facilmente rintracciabili in tutti i precedenti progetti dello studio così come nella St. Paul’s School: l’attenzione al rapporto tra interno ed esterno, privilegiando delle viste prospettiche, spazi inclusivi e accessibili da tutti, facilitando la libertà dei movimenti senza creare ingorghi. Quest’ultimo punto si lega alla sicurezza nelle scuole “il tema del controllo passivo è fondamentale, è necessario che gli studenti possano essere controllati senza l’ansia di un poliziotto di turno che li osserva”. Attenzione che si concretizza, per esempio, evitando gli spazi che si prestano a forme di bullismo, come i corridoi, o dislocando i bagni in luoghi più centrali. A questo si accompagna una grande attenzione al tema di comfort e di prestazioni energetiche. All’interno della St. Paul’s School sono presenti finestre il più alte possibili così da massimizzare l’ingresso di luce, accanto a sistemi come quello di areazione naturale che permette di non utilizzare l’aria condizionata durante il periodo più caldo, sensori di CO2 che avvisano quando si accumula l’aria viziata, sofisticati sistemi di assorbimento acustico così da assicurare a tutti di poter seguire al meglio le lezioni e, oltre al tetto giardino, un sistema di pannelli solari.

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Foto di Dennis Gilbert
Gli interni sono caratterizzati dall’uso del cemento a vista per le pareti. I progettisti hanno curato anche il disegno delle casseforme, unendo la parte tecnica a quella compositiva così da evitare gli sprechi ma assicurando al contempo l’esattezza del risultato finale

A questi, si affiancano poi tutte le scelte prese per lo spazio interno, frutto del confronto con i committenti e con i fruitori dello spazio. “Non si può prescindere dal coinvolgere l’intera comunità scolastica e noi cerchiamo di metterci anima e cuore, spendendo molte energie per capire le aspettative di chi abiterà l’architettura” racconta Giovanni Bonfanti. Questo si traduce con le soluzioni prese per gli interni, dove prevale il cemento a vista per i muri perimetrali per i quali la cura dei progettisti è arrivata fino al disegno delle casseforme, unendo la parte tecnica a quella compositiva così da evitare gli sprechi ma assicurando al contempo l’esattezza del risultato finale. L’attenzione è poi stata posta sugli spazi e la loro flessibilità, come per la cappella storica che è diventa uno spazio dove ospitare diverse manifestazioni grazie ad un sistema di palco e sedute pieghevoli. Oltre alla mensa, con vista sul fiume, il vero tesoro dell’edificio è la biblioteca, dove la grande collezione di libri storici della scuola è messa a disposizione dei lettori. Tutti gli spazi sono immaginati per ospitare la socialità degli studenti, con una serie di luoghi di incontro “casuali” segnati da tavoli e poltrone dove una buona acustica permette confronti tra studenti e professori. “Il nostro obiettivo principale è quello di rendere chiara la spazialità: trovandoci in edifici molto complessi, a noi sta a cuore che lo studente sappia esattamente dove si trova e per questo nelle nostre architetture lavoriamo con grandi sezioni nelle quali i piani sovrapposti sono abbracciabili con lo sguardo, rendendo immediato l’orientamento”, conclude l’architetto Bonfanti.

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Foto di Dennis Gilbert
Il cuore della scuola è la biblioteca, dove sono esposti e consultabili i preziosi volumi custoditi

www.waltersandcohen.com