Sophie di Wessex, da «sosia» di Lady Diana a pilastro della royal family

La principessa del Galles la chiamava «santarellina» e non si capacitava di come per lei tutto fosse stato facile. La moglie del principe Edoardo oggi non solo è amatissima, ma sa come far sentire la sua voce. Come ha appena fatto a New York, parlando di donne e diritti
©Royal FamilyTwitter
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La contessa ha sottolineato come in Afghanistan la vita abbia subito una regressione da quando i talebani hanno ripreso il controllo del Paese e che mentre le attenzioni del mondo si sono focalizzate sulla guerra in Ucraina «la crisi in Afghanistan non è scomparsa e gli effetti si vedono ogni giorno». Un discorso lucido, il suo, ed estremamente concreto. «I talebani vorrebbero farci credere che stanno permettendo ai cittadini di svolgere le loro normali attività, ma sappiamo che non è vero. Mentre accogliamo con favore l'annuncio che si sono impegnati a riaprire le scuole alle ragazze, sappiamo che i diritti delle donne e delle ragazze sono peggiorati. È così difficile immaginare quanto sia cambiato per così tanti in così poco tempo; dove una volta c'era speranza, con le donne che giocavano un ruolo centrale nella società, ora ci sono fame, miseria e violenza».

Non è la prima volta che la contessa insiste su temi di questo tipo. «Dobbiamo chiederci, perché gli uomini hanno tanta paura di avere le donne in una stanza?» aveva tuonato nel 2021 parlando sempre di donne afghane, facendo meno scalpore di quanto ne fece Meghan Markle nel 2018 con il suo discorso femminista in Nuova Zelanda, ma di certo non risultando meno efficace.

Sophie, del resto, è una che ha sempre puntato sui fatti e non sui clamori. Nella royal family è entrata in punta di piedi, dopo un fidanzamento silenzioso, durato cinque anni, e non ha mai dato adito a chiacchiere né pettegolezzi. All'inizio i confronti con Lady Diana furono spietati. Colpa di una vaga somiglianza che, stando ai tabloid dell'epoca, Sophie amplificava. Stesso taglio di capelli, look simili, malelingue scatenate.

Il matrimonio dei principi di Galles era già naufragato quando Sophie ed Edoardo presero a frequentarsi assiduamente, ma non è un mistero che a Lady Diana quella ragazza di Oxford non piacesse affatto. La chiamava  «little Miss Goody Two Shoes», ossia «signorina santarellina». Stando alla giornalista Emma Cook, che di recente è tornata sulle due parlando con il Telegraph, l'antipatia di Diana andava ricondotta al modo in cui Sophie era stata accolta: «Come mai per lei è una passeggiata? Noi siamo state date in pasto ai lupi», avrebbe detto all'amica e cognata Sarah Ferguson.

Il tono low profile di Sophie ha di certo aiutato. Ha impiegato cinque anni per abituarsi alla vita «reale», per sua stessa ammissione, e lo ha fatto talmente bene da diventare una delle donne più vicine alla regina, l'unica a poterla chiamare al telefono quando desidera e a salire sulla limousine reale con lei. Sua Maestà, dal canto suo, forse è stata un po' più tenera dopo aver visto naufragare i matrimoni degli altri figli, ma è anche vero che, almeno pubblicamente, la nuora non le ha mai dato motivo di lamentarsi.

Sophie non sembrava destinata a una vita sul palcoscenico di The Firm, ma in pochi anni, insieme al marito, si è ritrovata in prima linea. Dimostrandosi perfettamente all'altezza.