Silvio Orlando: “Con ‘Ciarlatani’ voglio farvi sapere che si può sorridere dei nostri fallimenti” - la Repubblica

Roma

Silvio Orlando: “Con ‘Ciarlatani’ voglio farvi sapere che si può sorridere dei nostri fallimenti”

Silvio Orlando: “Con ‘Ciarlatani’ voglio farvi sapere che si può sorridere dei nostri fallimenti”
L’attore: “Blu Yoshimi, che nello spettacolo è Anna, m’ha confidato che la vera crisi arriva in genere a un quarto della vita”. ‘Los Farsantes’ scritto e diretto dal madrileno Pablo Remón da martedì 5 al Teatro Argentina
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«Come prima cosa, con questo spettacolo “Ciarlatani” voglio far sapere che ognuno di noi deve a un certo punto interrogarsi e analizzare la propria vita. Disponendosi in piena coscienza ad accorgersi, se così fosse, d’aver fallito. Sappiamo purtroppo che ogni fallimento è doloroso, che tentiamo di rimuoverlo, e che all’opposto abbiamo seri problemi a misurarci con l’umiltà».

Non è certo un linguaggio protocollare, annunciante un successo comico, quello su cui fa leva Silvio Orlando per sostenere i buoni propositi del suo ultimo lavoro per la scena, che nel nostro caso è appunto “Ciarlatani” (“Los Farsantes”) scritto e diretto dal madrileno Pablo Remón, allestimento in arrivo martedì 5 al Teatro Argentina, con Orlando co-interprete assieme a Blu Yoshimi, Francesco Brandi, e Francesca Botti. Col marchio Cardellino, Teatro di Roma e Spoleto Festival.

Orlando, come mai fa pubblicità con riflessioni così etiche a un suo impegno di palcoscenico che pure non manca di livelli paradossali e risvolti divertenti?

«D’istinto farei riferimento a una frase-manifesto di Michela Murgia, che raccomandava “Piacersi, e non compiacere”. Al di là di intelligenti e acute parodie di canoni del mondo della fiction e della ribalta, confesso che m’hanno soprattutto colpito, nel testo di Remón, le crisi, i turbamenti di chi smette d’aver fiducia nel proprio impegno sociale, che qui sta per “artistico”. Sia nel caso d’una giovane attrice, sia che lo smarrimento tocchi a un regista commerciale».

Trova insomma che in una struttura a più moduli con frequenti sbalzi di epoca, di ambientazioni, e di generi spettacolari, siano significativi i tonfi che subiscono certe parabole di lavoro?

«Prendendo un po’ spunto da ciò che alla fine un mio personaggio di barman kazako suggerisce ad Anna attrice non risolta - citando la teoria anticapitalista del coreano Byung Chul Han su noi padroni e servi di noi stessi - io trovo importantissimo che non ci si illuda a lungo di poter offrire solo la parte migliore della nostra persona.

Anna rinuncerà alle sue aspirazioni recitative, liberandosi d’un peso. E anche Diego, un mio regista di popolari serie televisive, dopo uno scampato disastro aereo farà un passo mercantile indietro, incline piuttosto a recuperare la sceneggiatura d’uno scomparso e marginale regista di culto che fu suo mentore (il padre di Anna, per creare una liaison d’intreccio). Anna e Diego si convincono d’aver fallito, e abbassano la testa e desistono».

Nelle fantasmagorie, nei labirinti e nei continui colpi di scena di “Ciarlatani” è possibile percepire, tra voi quattro interpreti alle prese con una ventina di personaggi, a quale età una generazione s’accorge più spesso che il proprio tipo d’esistenza non le corrisponde più?

«No, non c’è una bussola anagrafica. Qui l’attrice è una ventiseienne, e il regista di serie di successo è un sessantenne. Blu Yoshimi, che è Anna, m’ha dal canto suo confidato che la vera crisi arriva in genere a un quarto della vita».

Da quando avete debuttato al Festival di Spoleto nel luglio 2023, l’impianto e il ritmo dello spettacolo sono rimasti gli stessi?

«L’autore Ramón ci ha dato le chiavi della sua regia, e l’abbiamo abitata sempre di più, con tempi più stretti, cambi di scena nuovi, più approfondimenti malinconici».

All’inizio degli anni ‘90 le chiesi se era contento di sé. Glielo ridomando.

«La mia ricerca di serenità non è conclusa. Emergono ansie e paure sospese. Ma lavoro.

Sono dal 5 all’Argentina, e il 7 esce “Un altro ferragosto” di Virzì, con me sempre intellettuale progressista. Ah, partecipo al prossimo film di Sorrentino».

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