Chinesinho

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Chinesinho
Cinesinho con la maglia della Juventus
Nazionalità Bandiera del Brasile Brasile
Altezza 168 cm
Peso 68 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex mezzala)
Termine carriera 1974 - giocatore
19?? - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1954Renner? (?)
1955-1958Internacional? (?)
1958-1962Palmeiras237 (55)
1962-1963Modena20 (3)
1963-1965Catania59 (5)
1965-1968Juventus85 (8)
1968-1972L.R. Vicenza90 (10)
1972N.Y. Cosmos1 (0)
1973-1974Nacional-SP? (?)
Nazionale
1956-1961Bandiera del Brasile Brasile17 (7)
Carriera da allenatore
1975-1976L.R. Vicenza
1978-1979Foggia
1979-1981Forlì
1984Forlì
1985Palmeiras
1985-1987Bassano
1990-1991ModenaGiovanissimi
Palmarès
 Campionato Panamericano
Oro Città del Messico 1956
 Campeonato Sudamericano
Argento Argentina 1959
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Sidney Colônia Cunha, meglio noto come Chinesinho o anche Cinesinho (Rio Grande, 28 giugno 1935Rio Grande, 16 aprile 2011), è stato un calciatore e allenatore di calcio brasiliano, di ruolo mezzala.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La sua data di nascita è stata spesso argomento di disputa. Finché militava nel Modena, nel Catania e nella Juventus gli almanacchi riportavano la data del 28 giugno, ma dopo il suo passaggio al Lanerossi Vicenza emerse quella del 1º gennaio, data che lui stesso ha sempre confermato come sua data di nascita. L'albo degli allenatori inoltre lo registrò come nato il 13 gennaio. Il figlio, Sidney Cunha, nato a San Paolo il 15 giugno 1961, ha giocato come interno negli anni 1980 nelle giovanili del Catania e nel Forlì, senza mai arrivare al livello del padre.[1]

È deceduto il 16 aprile 2011, dopo essere stato a lungo malato di Alzheimer.[2][3] I suoi funerali si sono tenuti il 18 aprile a San Leopoldo, nello stato di Rio Grande do Sul; il suo corpo è stato cremato.[4] Il 17 aprile, giorno successivo alla scomparsa, allo stadio Angelo Massimino di Catania, in occasione dell'incontro Catania-Lazio (1-4) è stato osservato un minuto di raccoglimento in sua memoria.[5]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Come molti altri calciatori brasiliani, aveva un soprannome legato al suo aspetto, che con gli occhi a mandorla e il viso paffuto, unitamente a una statura che non arrivava al metro e settanta, lo faceva sembrare un piccolo cinese ("chinesinho" in portoghese).

Veloce e tecnico,[3] soffriva le marcature strette, ciò nonostante scendeva anche in difesa per iniziare nuovamente l'azione d'attacco,[6] dove poi si rendeva pericoloso battendo calci d'angolo e punizioni a effetto: in questo senso rimane nella memoria un suo gol su calcio piazzato, tirato in prossimità della bandierina in un Napoli-Juventus del campionato 1967-1968, con Zoff e la difesa azzurra rimasti sorpresi dall'audace traiettoria impressa al pallone.[7]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi in patria[modifica | modifica wikitesto]

Giocò in Brasile nel Renner, nell'Internacional e nel Palmeiras; in questo periodo, fu convocato 17 volte in nazionale, collezionando 7 reti.

Nel 1955 debuttò nell'International di Porto Alegre, insieme a Larry e Bodinho, vincendo in quello stesso anno il Campionato Gaúcho, titolo che aveva già vinto con il Renner l'anno precedente, e nel 1956 fu convocato nella nazionale brasiliana per i Giochi Panamericani di quell'anno disputati a Città del Messico, vinti con Cinesinho che nel corso della manifestazione realizzò quattro reti (tre nel 7-1 contro la Costa Rica e una contro gli storici rivali dell'Argentina).

Nel 1958 insieme a Valdir e Andrade fu ceduto al Palmeiras, con cui nel 1959, insieme a Valdir, Djalma Santos, Zequinha, Julinho, vinse il campionato Paulista, contro il Santos di Pelé dopo tre incontri di finale di cui il terzo giocato allo stadio Pacaembu di San Paolo. Nel 1960 con la sua squadra di club vinse la Taça Brasil.

Nel Palmeiras realizzò in totale 55 reti. Negli stessi anni, con la nazionale partecipò al Campeonato Sudamericano di Argentina 1959, ma in occasione del successivo campionato del mondo 1962 disputati in Cile gli fu preferito Mengálvio.

L'esperienza italiana e gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Cinesinho a metà degli anni 1960, in allenamento con il Catania.

Arrivò in Italia nel 1962, accasandosi al Modena neopromosso in Serie A; a proposito della sua cessione, Arnaldo Tirone, presidente del Palmeiras, ricordò che «con i soldi della vendita di Cinesinho il Palmeiras acquistò 15 giocatori formando così la prima academia, una grande squadra».[8]

Al termine della prima stagione in Italia, in cui pur essendo stato frenato dagli infortuni, aveva dato un notevole contributo alla salvezza dei canarini con 3 reti in 20 gare (di cui la prima realizzata contro il Genoa nella prima partita casalinga giocata allo stadio Alberto Braglia), passò nel 1963 al Catania dove rimase per due anni totalizzando 59 presenze e 5 reti, disputando anche la finale di Coppa delle Alpi 1964 persa contro il Genoa allo stadio Wankdorf di Berna.

Nell'estate 1965 passò alla Juventus sostituendo nel ruolo e nel numero di maglia Omar Sívori, e vincendo all'esordio in bianconero la Coppa Italia 1964-1965 nella finale disputata il 29 agosto contro la Grande Inter allo stadio Olimpico di Roma. Nella formazione allenata dal paraguaiano Heriberto Herrera divenne, grazie alle sue doti di palleggio, tecnica e lanci, il faro di centrocampo dei bianconeri campioni d'Italia nella stagione 1966-1967.

Nei tre campionati disputati a Torino segnò 8 reti in 85 partite, dopodiché nell'estate 1968 fu ceduto al L.R. Vicenza; con i biancorossi visse una seconda giovinezza realizzando 10 reti in 90 partite.[9]

Esordì anche nella NASL con la maglia dei N.Y. Cosmos.[10]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Chiusa la carriera, ricoprì incarichi tecnici nelle file beriche, fra cui quelli di secondo allenatore e anche di allenatore della prima squadra. Allenò poi il Foggia con cui retrocedette in Serie C e il Forlì, con cui sfiorò la promozione in Serie B nella stagione 1979-1980, ma fu poi esonerato nel campionato successivo.

Nel 1985 tornò ad allenare il Palmeiras per 14 incontri, ottenendo 5 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte.[8]

Nel 1995, allenando la formazione "Giovanissimi" del Modena, ebbe tra i ragazzi un promettente Luca Toni.[11][12]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia presenze e reti in nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Brasile
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
08/03/1956 Città del Messico Messico Bandiera del Messico 1 – 2 Bandiera del Brasile Brasile Campionato Panamericano -
13/03/1956 Città del Messico Brasile Bandiera del Brasile 7 – 1 Bandiera della Costa Rica Costa Rica Campionato Panamericano 3
18/03/1956 Città del Messico Brasile Bandiera del Brasile 2 – 2 Bandiera dell'Argentina Argentina Campionato Panamericano 1
26/03/1959 Buenos Aires Brasile Bandiera del Brasile 3 – 1 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Coppa America 1959 -
29/03/1959 Buenos Aires Brasile Bandiera del Brasile 4 – 1 Bandiera del Paraguay Paraguay Coppa America 1959 1
04/04/1959 Buenos Aires Argentina Bandiera dell'Argentina 1 – 1 Bandiera del Brasile Brasile Coppa America 1959 -
29/04/1960 Il Cairo Rep. Araba Unita Bandiera della Rep. Araba Unita 0 – 5 Bandiera del Brasile Brasile Amichevole -
01/05/1960 Il Cairo Rep. Araba Unita Bandiera della Rep. Araba Unita 1 – 3 Bandiera del Brasile Brasile Amichevole -
06/05/1960 Il Cairo Rep. Araba Unita Bandiera della Rep. Araba Unita 0 – 3 Bandiera del Brasile Brasile Amichevole -
10/05/1960 Copenaghen Danimarca Bandiera della Danimarca 3 – 4 Bandiera del Brasile Brasile Amichevole 1
26/05/1960 Buenos Aires Argentina Bandiera dell'Argentina 4 – 2 Bandiera del Brasile Brasile Copa Roca -
29/05/1960 Buenos Aires Argentina Bandiera dell'Argentina 1 – 4 Bandiera del Brasile Brasile Copa Roca -
29/06/1960 Rio de Janeiro Brasile Bandiera del Brasile 4 – 0 Bandiera del Cile Cile Amichevole -
03/07/1960 Asunción Paraguay Bandiera del Paraguay 1 – 2 Bandiera del Brasile Brasile Coppa dell'Atlantico -
09/07/1960 Montevideo Uruguay Bandiera dell'Uruguay 1 – 0 Bandiera del Brasile Brasile Coppa dell'Atlantico -
12/07/1960 Rio de Janeiro Brasile Bandiera del Brasile 5 – 1 Bandiera dell'Argentina Argentina Coppa dell'Atlantico 1
29/06/1961 Rio de Janeiro Brasile Bandiera del Brasile 3 – 2 Bandiera del Paraguay Paraguay Amichevole -
Totale Presenze 17 Reti (63º posto) 7

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni statali[modifica | modifica wikitesto]
Renner: 1954
Internacional: 1955
Palmeiras: 1959
Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]
Palmeiras: 1960
Juventus: 1964-1965
Juventus: 1966-1967

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Città del Messico 1956

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Almanacco illustrato del calcio 1983, Panini, Modena, 1982, p. 302.
  2. ^ Lutto: morto Cinesinho, ex Catania e Juventus Golsicilia.it
  3. ^ a b È morto Sidney Colonia Cunha "Cinesinho" Emiliaromagnasport.com
  4. ^ Funerali in Brasile per Cinesinho, ex Juventus, su tuttosport.com. URL consultato il 18 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2011).
  5. ^ Catania-Lazio, un minuto di raccoglimento per la scomparsa di Cinesinho[collegamento interrotto] Tuttomercatoweb.com
  6. ^ Carmelo Gennaro, Luigi Prestinenza, Dal fondo un traversone, A&B Editrice, Acireale-Roma 2003, pp. 41-45.
  7. ^ Alessandro Puglia, Il ricordo di Cinesinho: "Io come Pelè e Garrincha" [collegamento interrotto], su sport.sky.it, 20 aprile 2011.
  8. ^ a b Ídolo eterno, Chinesinho morre aos 75 anos no Rio Grande do Sul, su palmeiras.com.br. URL consultato il 18 aprile 2011.
  9. ^ (EN) Davide Rota, Brazilian Players and Coaches in Italy, RSSSF.com, 5 novembre 2005.
  10. ^ (EN) Statistiche su Nasljerseys.com
  11. ^ Fenomeno Toni, in la Repubblica, 03 gennaio 2010.
  12. ^ Marco Ansaldo, Addio a Cinesinho, l'erede di Sívori, in la Stampa, 18 aprile 2011. URL consultato il 18 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2012).

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