Supersex. Autrice. Francesca Manieri. Registi. Matteo Rovere, Francesco Carrozzini, Francesca Mazzoleni. Interpreti: Alessandro Borghi, Adriano Giannini, Jasmine Trinca, Saul Nanni (serie, 7 episodi, Netflix)

Non stupisce il successo di questa serie, l’argomento (il porno) è sempreverde anche se i modi di consumarlo e produrlo sono molto cambiati da quando Rocco Siffredi era un ragazzino che si appassionava (diciamo così) alle pagine del fotoromanzo Supersex e persino da quando è morta Moana Pozzi, scomparsa nel 1994, in coincidenza con la nascita di Internet.

Non stupisce nemmeno che la produzione abbia scelto una strada cervellotica per raccontare il famosissimo Rocco. Tanta psicoanalisi (soprattutto nei primi due episodi) per evitare di scadere nel pecoreccio. Per lo stesso motivo, ovvero nobilitare la materia, la sceneggiatura è scritta da una donna. Infatti: la serie non è superficiale né pecoreccia e raggiunge lo scopo. Il Rocco interpretato (benissimo) da Borghi è un fragile, uno da burnout, come si dice oggi, uno che non è nato per avere successo.

youtubeView full post on Youtube

Infatti. Poiché la vita è miglior sceneggiatrice degli autori di Supersex, in piena promozione della serie, il vero Siffredi viene accusato di molestie a una giornalista. I vocali che sono stati diffusi fanno pensare più al personaggio interpretato da Borghi (nevrotico, disturbato, quasi bipolare) che a un attore porno cui è capitato il singolare destino di diventare una specie di eroe nazionale, simbolo di riscatto per qualunque ragazzo si sia trastullato ammirando le sue gesta.

Supersex è solo la vetta di un processo di legittimazione di Siffredi che arriva da lontano e su cui, senza moralismi, ci sarebbe assai da discutere. Non ho niente da ridire sulla serie, in termini produttivi, anzi. Mi viene da dire che è “troppo” bella, troppo levigata. Se l’intenzione era sdoganare un mondo, ripulendolo, gli autori ci sono riusciti.

Ma la pornografia non è un pezzo di pop culture qualsiasi. La sua essenza non sta certo nel lato umano di chi la produce (è un modo di campare come un altro) ma negli effetti che ha sulla società che la consuma. Quindi, nonostante la bravura di tutti gli attori, Supersex resta un’operazione a tavolino, patinata e furba. Questo è uno dei casi in cui avrei preferito, per citare Marco Bellocchio, che la macchina da presa avesse una “posizione” più politica.

Infine, mi ha lasciato perlomeno perplessa vedere che per confezionare così bene un prodotto che, alla fine, celebra un mondo così squallido, sono stati impiegati anche i soldi del Ministero della Cultura.

4 MUST HAVE DA COMPRARE PER IL 2024
Occhiali da sole Les Lunettes Ovalo
Jacquemus Occhiali da sole Les Lunettes Ovalo
Compra su Luisaviaroma
Mini summertime crochet bag
Gucci Mini summertime crochet bag
Fascia per capelli in lurex
Missoni Fascia per capelli in lurex
Mocassini gommini in camoscio
Tod's Mocassini gommini in camoscio