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Se la strada potesse parlare Copertina flessibile – 25 ottobre 2018
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- Lunghezza stampa212 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreFandango Libri
- Data di pubblicazione25 ottobre 2018
- Dimensioni21.1 x 1.8 x 14.8 cm
- ISBN-108860445809
- ISBN-13978-8860445803
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Dettagli prodotto
- Editore : Fandango Libri (25 ottobre 2018)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 212 pagine
- ISBN-10 : 8860445809
- ISBN-13 : 978-8860445803
- Peso articolo : 280 g
- Dimensioni : 21.1 x 1.8 x 14.8 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 82,599 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 4,160 in Classici (Libri)
- n. 8,279 in Narrativa contemporanea (Libri)
- n. 10,651 in Narrativa letteraria
- Recensioni dei clienti:
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Maggiori informazioni su come funzionano le recensioni dei clienti su AmazonRecensito in Italia il 29 settembre 2021
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Fonny è un afroamericano e uno scultore del legno che vive nella peggior periferia di New York. Viene ingiustamente accusato di aver violentato una ragazza portoricana.
Mentre è in carcere, la sua ragazza, Tish, scopre di essere incinta.
Un poliziotto locale ha incastrato Fonny dichiarando falsamente di aver assistito allo stupro. La trama principale segue i percorsi delle due famiglie della coppia mentre cercheranno con i pochi mezzi a loro disposizione, di dimostrare l'innocenza di Fonny mentre si preparano all'eventualità che Tish debba dover crescere il figlio da sola.
È un ritratto vivido della lotta familiare urbana, afroamericana e operaia e una denuncia contro il fanatismo e l'ingiustizia del sistema penale americano.
Un MALE putroppo ancora annidato nel cuore americano.
J. B. getta luce nel background americano, dove tutto è così miseramente ingiusto e vive ancora di un'emarginazione xenofoba ed altre forme di discriminazione basate sull'etnia. La discriminazione razziale, abolita circa nella metà del XX secolo, in questi ultimi anni è stata sempre più percepita come socialmente inaccettabile e moralmente ripugnante. Il movimento attivista #BlackLivesMatter si impegna molto su questo fronte, organizzando regolarmente manifestazioni per protestare, tuttavia sono tutt'oggi frequenti e numerosi gli episodi di razzismo e di discriminazione contro gli afroamericani
Scritto nel 1974 e pubblicato un Italia solamente nel 2018, questo libro è così attuale. Nulla è ambiato. Nulla è stato fatto.
Che tristezza ......
Secondo libro per me di Barldwin. A inizio anno avevo letto 'Una strada senza nome' , saggio e romanzo autobiografico, e non immaginavo J.B. in versione narrativa.
James Baldwin è un autore di talento e amo la sua grinta e la sua potenza narrativa sebbene il suo stile sia scarno e asciutto.
La sua prosa a tratti lirica e poetica non trascende mai in eccessi narrativi ad effetto.
▪︎
Una scelta stilistica sicuramente voluta da J.B. ma che probabilmente ha influenzato il mio giudizio finale.
▪︎
Pochi giorni prima di iniziare questo libro avevo terminato 'Sotto la Falce' di Jesmyn Ward. So che non si devono fare paragoni, ma i temi razziali affrontati in entrambi i libri, non mi hanno permesso il contrario.
▪︎
La Ward ha la forza di un uragano che ti intrappola con il suo carisma narrativo.
Cosa che putroppo non ho trovato in questo libro. Questo lo dico per giustificare le 4 stelle. Capisco che questo è un libro che meritebbe più di 5, per I temi trattati, per la scrittura di J.B. e per la storia.
▪︎
Forse le mie aspettative erano troppo alte dopo tutto il clamore che circondava attorno a questo libro ma purtroppo non mi sono mai sentita coinvolta da nessuno dei personaggi. 🤷🏼♀️
▪︎
Meravigliosa la postfazione scritta da Joyce Carol Oates. Penso che leggerò presto un suo libro, mi ha incantata.
▪︎
Recensito in Italia 🇮🇹 il 29 settembre 2021
Fonny è un afroamericano e uno scultore del legno che vive nella peggior periferia di New York. Viene ingiustamente accusato di aver violentato una ragazza portoricana.
Mentre è in carcere, la sua ragazza, Tish, scopre di essere incinta.
Un poliziotto locale ha incastrato Fonny dichiarando falsamente di aver assistito allo stupro. La trama principale segue i percorsi delle due famiglie della coppia mentre cercheranno con i pochi mezzi a loro disposizione, di dimostrare l'innocenza di Fonny mentre si preparano all'eventualità che Tish debba dover crescere il figlio da sola.
È un ritratto vivido della lotta familiare urbana, afroamericana e operaia e una denuncia contro il fanatismo e l'ingiustizia del sistema penale americano.
Un MALE putroppo ancora annidato nel cuore americano.
J. B. getta luce nel background americano, dove tutto è così miseramente ingiusto e vive ancora di un'emarginazione xenofoba ed altre forme di discriminazione basate sull'etnia. La discriminazione razziale, abolita circa nella metà del XX secolo, in questi ultimi anni è stata sempre più percepita come socialmente inaccettabile e moralmente ripugnante. Il movimento attivista #BlackLivesMatter si impegna molto su questo fronte, organizzando regolarmente manifestazioni per protestare, tuttavia sono tutt'oggi frequenti e numerosi gli episodi di razzismo e di discriminazione contro gli afroamericani
Scritto nel 1974 e pubblicato un Italia solamente nel 2018, questo libro è così attuale. Nulla è ambiato. Nulla è stato fatto.
Che tristezza ......
Secondo libro per me di Barldwin. A inizio anno avevo letto 'Una strada senza nome' , saggio e romanzo autobiografico, e non immaginavo J.B. in versione narrativa.
James Baldwin è un autore di talento e amo la sua grinta e la sua potenza narrativa sebbene il suo stile sia scarno e asciutto.
La sua prosa a tratti lirica e poetica non trascende mai in eccessi narrativi ad effetto.
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Una scelta stilistica sicuramente voluta da J.B. ma che probabilmente ha influenzato il mio giudizio finale.
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Pochi giorni prima di iniziare questo libro avevo terminato 'Sotto la Falce' di Jesmyn Ward. So che non si devono fare paragoni, ma i temi razziali affrontati in entrambi i libri, non mi hanno permesso il contrario.
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La Ward ha la forza di un uragano che ti intrappola con il suo carisma narrativo.
Cosa che putroppo non ho trovato in questo libro. Questo lo dico per giustificare le 4 stelle. Capisco che questo è un libro che meritebbe più di 5, per I temi trattati, per la scrittura di J.B. e per la storia.
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Forse le mie aspettative erano troppo alte dopo tutto il clamore che circondava attorno a questo libro ma purtroppo non mi sono mai sentita coinvolta da nessuno dei personaggi. 🤷🏼♀️
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Meravigliosa la postfazione scritta da Joyce Carol Oates. Penso che leggerò presto un suo libro, mi ha incantata.
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Fonny aspetta un figlio da Tish, Fonny è in carcere per un crimine che non ha commesso. Fonny e Tish sono afroamericani negli Stati Uniti degli anni Settanta, ma potrebbe essere ambientato anche ai giorni nostri. Non c’è un lieto fine, non c’è riscatto, c’è tanto dolore e umanità.
È una storia cruda di razzismo e di legami familiari, è un romanzo che ti prende a pugni nello stomaco per ricordarti cosa sia il razzismo.
🔸Lo stile di Baldwin è privo di arzigogoli narrativi, ma riesce a descrivere gli stati d’animo dei suoi personaggi in modo perfetto; le sue parole sono un atto politico, una presa di posizione necessaria. Dalle sue parole emergono soprattutto il dolore e la rabbia, ma anche l’amore sconfinato di Tish verso l’uomo che ama.
Un libro che consiglio davvero, è il primo romanzo di Baldwin che leggo, nonostante avessi già letto alcuni estratti delle sue opere non narrative.
Si potrebbe pensare che i personaggi siano ragazzi e ragazze nere, che vivono una storia d’amore tormentata con, sullo sfondo più o meno distante, le lotte tra i sostenitori del Black Power e la polizia, ma si avrebbe ragione solo in parte. Perché sì, Tish e Fonny sono afroamericani a New York, ma no, in questo romanzo la lotta per i diritti non è portata avanti da movimenti, bensì da persone singole.
Tish e Fonny si conoscono da sempre, ma si sono resi conto di appartenersi solo da poco: cresciuti da famiglie diversissime eppure accumunate da più elementi di quanti non vogliano ammettere, le vicende che affrontano li portano l’uno dall’altra, per non slegarsi più. Il loro amore cresce e matura tra i tavolini del ristorante spagnolo dall’altra parte della città, tra le strade del quartiere, tra i banchi di una chiesa; si svincola a strattoni dalle occhiate torve della polizia e dei proprietari delle stanze in affitto, finchè non subisce un duro colpo quando Fonny è arrestato per uno stupro di cui non è colpevole e Tish si rende conto di aspettare un bambino.
È proprio a questo punto che conosciamo Tish: la sua voce ci guida attraverso ricordi dei mesi insieme e poi ci descrive, con il suo stile crudo e senza ghirigori (ma non per questo privo di commoventi riflessioni) la speranza, la paura, la voglia di combattere per i propri diritti e contro le sopraffazioni. I protagonisti, però, non sono lasciati a loro stessi, a mo’ di “It’s just Us Against the World”: la famiglia di Tish, infatti, saprà darle un supporto tale, in un momento tanto delicato, che l’amore che li unisce sarà palpabile e sgorgherà dalle pagine di Baldwin. La tenacia di Ernestine, la consapevolezza della madre Sharon e l’affetto del padre Joseph formano la rete di sicurezza che riesce a sostenere il cammino di Tish, a piedi nudi su un nastro sospeso.
“Se la strada potesse parlare” è un romanzo toccante ed estremamente realistico, capace di suscitare riflessioni e considerazioni che, forse, in autonomia, non avremmo partorito.
Recensito in Italia 🇮🇹 il 6 novembre 2018
Si potrebbe pensare che i personaggi siano ragazzi e ragazze nere, che vivono una storia d’amore tormentata con, sullo sfondo più o meno distante, le lotte tra i sostenitori del Black Power e la polizia, ma si avrebbe ragione solo in parte. Perché sì, Tish e Fonny sono afroamericani a New York, ma no, in questo romanzo la lotta per i diritti non è portata avanti da movimenti, bensì da persone singole.
Tish e Fonny si conoscono da sempre, ma si sono resi conto di appartenersi solo da poco: cresciuti da famiglie diversissime eppure accumunate da più elementi di quanti non vogliano ammettere, le vicende che affrontano li portano l’uno dall’altra, per non slegarsi più. Il loro amore cresce e matura tra i tavolini del ristorante spagnolo dall’altra parte della città, tra le strade del quartiere, tra i banchi di una chiesa; si svincola a strattoni dalle occhiate torve della polizia e dei proprietari delle stanze in affitto, finchè non subisce un duro colpo quando Fonny è arrestato per uno stupro di cui non è colpevole e Tish si rende conto di aspettare un bambino.
È proprio a questo punto che conosciamo Tish: la sua voce ci guida attraverso ricordi dei mesi insieme e poi ci descrive, con il suo stile crudo e senza ghirigori (ma non per questo privo di commoventi riflessioni) la speranza, la paura, la voglia di combattere per i propri diritti e contro le sopraffazioni. I protagonisti, però, non sono lasciati a loro stessi, a mo’ di “It’s just Us Against the World”: la famiglia di Tish, infatti, saprà darle un supporto tale, in un momento tanto delicato, che l’amore che li unisce sarà palpabile e sgorgherà dalle pagine di Baldwin. La tenacia di Ernestine, la consapevolezza della madre Sharon e l’affetto del padre Joseph formano la rete di sicurezza che riesce a sostenere il cammino di Tish, a piedi nudi su un nastro sospeso.
“Se la strada potesse parlare” è un romanzo toccante ed estremamente realistico, capace di suscitare riflessioni e considerazioni che, forse, in autonomia, non avremmo partorito.