Geolier all’Università: “La mia paura è non essere capito”

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Roma, 26 mar. (askanews) – “Sono felice, mi sento anche onorato di stare qui tra voi. Qua dentro non posso insegnare niente a nessuno, anzi posso solo imparare. Non è una lezione, ma una chiacchierata tra amici e ho mille paure e mille ansie come le avete voi”. Parola di Geolier, al secolo Emanuele Palumbo, all’Università Federico II di Napoli per incontrare gli studenti nell’Aula Magna del complesso di Scampia.

Il discorso di Geolier è stato introdotto da Matteo Lorito, rettore dell’Università Federico II di Napoli. “Grazie Emanuele, ce l’abbiamo fatta a portarti qua, al di là di quanto è stato detto, scritto e ripetuto. Le polemiche non ci interessano proprio”. L’autonomia delle università è sacrosanta”. Il riferimento è al procuratore di Napoli Nicola Gratteri, che era stato anche invitato da Lorito ad assistere, ma che ha declinato.

Geolier – reduce dal successo di pubblico dell’ultimo Festival di Sanremo – si è messo in discussione, affrontando molti temi tra i quali la questione dei pregiudizi su Napoli e sui napoletani: “Tutti i pregiudizi su Napoli sono sbagliati. Il pregiudizio più brutto che ho sentito e quello sull’orologio, di chi viene da Milano e chiede di tenergli da parte la collanina o l’orologio. Mi danno fastidio, sono pregiudizi stupidi, perché poi vediamo che nella classifica dei reati Napoli viene dopo tante grandi città. In tutto il mondo c’è un lato buono e uno cattivo. Napoli non è solo lato cattivo, ha anche tante cose belle”.

Sul suo essere artista ha aggiunto: “Ancora non sono strutturato sull’ansia, tu come artista costruisci un quadro e se a una persona non piace ti fa male. Il mio timore è non essere capito, “Il Coraggio dei Bambini” è stato il pezzo più ascoltato lo scorso anno ma in molti non capiscono il napoletano e questa cosa fa male perché temo di non essere capito” ha detto ancora Geolier. E poi, rivolto direttamente agli studenti: “Invidio voi universitari, sopportate delle pressioni assurde sul lungo periodo, io dopo un disco in cui metto io dentro mentre voi studiate, assimilate, dovreste spiegare voi a me come fare per sopportare le pressioni”.