Star Trek: Picard: La nostra intervista a Santiago Cabrera, Michelle Hurd e Evan Evagora
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Star Trek: Picard: La nostra intervista a Santiago Cabrera, Michelle Hurd e Evan Evagora

A Lucca Comics & Games, Amazon ha portato i protagonisti della nuova serie, in streaming dal 24 gennaio, che abbiamo avuto il piacere di incontrare.

Star Trek: Picard: La nostra intervista a Santiago Cabrera, Michelle Hurd e Evan Evagora

Nella seconda parte delle nostre interviste di Star Trek: Picard (qua Patrick Stewart e Isa Briones), incontriamo gli altri tre membri del cast presenti a Lucca Comics & Games. I più noti sono anche i più adulti, Santiago Cabrera e Michelle Hurd. Il primo, bel tenebroso venezuelano cresciuto in Europa, è conosciuto per la sua partecipazione a serie tv di grande successo, tra cui Heroes, Merlin, Salvation e Big Little Lies. Si avvicina al mondo di Star Trek con molto entusiasmo e ci presenta il suo personaggio, Chris Rios: 

"Appartengo alla Flotta stellare, sono un pilota e conosco il personaggio di Michelle, Raffi, siamo amici e lavoriamo insieme. Picard è il protagonista e l'eroe dello show, ma il mio personaggio ha avuto un'esperienza traumatica in passato che ne ha causato in un certo senso la caduta in disgrazia nella Flotta Stellare e Picard è la Flotta Stellare incarnata, quindi c'è una dinamica interessante". Michelle Hurd è un'interprete newyorkese di grande esperienza. L'avete sicuramente vista in Law & Order: Unità speciale, E.R., Gossip Girl, Daredevil e – se amate l'horror come noi – in Ash vs. Evil Dead. Appare particolarmente legata a Star Trek, soprattutto alla serie classica, che il padre (l'attore e attivista dei diritti civili Hugh Hurd, protagonista di Ombre di John Cassavetes), le faceva vedere da piccola: 

Io sono frutto di un'unione mista, padre nero e madre bianca. Nella serie classica per la prima volta c'era una donna nera protagonista in televisione, Uhura, e ci fu il primo bacio interraziale. Mio padre ci ha sempre incoraggiato a guardare show che fossero inclusivi e affrontassero determinati argomenti. Sapevo che Star Trek parla dell'umanità, dei soggetti e degli argomenti di cui fanno esperienza gli esseri umani e la cosa bella di questo mondo è che puoi creare alieni che fanno anche loro esperienza di queste cose. Si parla di inclusione, razzismo, immigrazione, separatismo. E' un mezzo sorprendente per affrontare questi soggetti, si tratta di ottimo storytelling incentrato sulla psiche umana ed è stato molto facile entrarci dentro. Del suo personaggio, Raffi, ci dice: Ha un passato con Picard, hanno lavorato insieme dopo gli eventi di The Next Generation, quindi forse 14 anni fa. Lui è stato molto importante nella vita di lei, ma poi è successo qualcosa di grosso e di brutto tra di loro, per cui lei si è sentita tradita da lui, delusa, quindi quando li vediamo che si incontrano di nuovo non è proprio semplice, è una sorta di ammonimento. E non sono sicura se finirà bene o meno, ma c'è un passato comune tra di loro ed è un modo interessante per iniziare a creare una specie di famiglia con questo gruppo eterogeneo.

Il più giovane del gruppo è l'attore australiano Evan Evagora, figlio di padre cipriota e madre Maori, che interpreta il romulano Elnor. Lo vedremo presto al cinema nel suo primo film, Fantasy Island. Questo il poco che ci può dire sul suo personaggio: “Ha conosciuto Picard da molto giovane e quando accadono questi eventi lui mi cerca e mi chiede aiuto, ma le cose non vanno come si aspetta. Alla fine però mi unisco a lui e incontro questa banda di disadattati". Da quello che ci avete raccontato tutti, si parla molto di traumi. Il tono dello show è così dark? Santiago Cabrera risponde: "Non lo definirei così, è vero che il mondo si trova in un brutto momento ma non direi che l'approccio della serie sia dark, penso che contenga molto lo spirito di Star Trek e parecchio umorismo e speranza". Conferma Michelle Hurd:

Penso che sia cupo solo nel senso che il mondo di adesso è davvero problematico, instabile, è un momento davvero difficile quello che stiamo vivendo e i nostri sceneggiatori hanno un grande talento e dal momento che la vita influenza l'arte è inevitabile che loro siano condizionati da quello che sta accadendo. Siamo molto fortunati ad avere una straordinaria piattaforma in cui possiamo prendere quelle informazioni e creare una storia coinvolgente per offrirla ai fan e al pubblico, a cui forse può arrivare qualcosa. Forse coglieranno questi parallelismi o forse no, ma sicuramente ne trarranno un bel messaggio di speranza, della possibilità di un futuro migliore e un invito a non arrendersi.

Tutti e tre confermano di non aver paura delle reazioni del fandom, perché i fan di Star Trek hanno un grande amore per la serie e non sono mai cattivi, anche se possono discutere o essere in disaccordo su qualcosa. Evan Evagora la definisce “una serie che ha unito le persone” e Santiago Cabrera sostiene di avvertire molto affetto e un'energia positiva attorno allo show, ed è sicuro che la serie catturerà gli spettatori “vecchi”, ma anche i nuovi, quelli che come Evagora sono cresciuti guardando in famiglia The Next Generation, o hanno seguito i consigli dei genitori di vederlo. In fondo “c'è un motivo per cui questo fandom esiste da 50 anni”.

Il giovane attore australiano conferma la differenza della nuova serie dalla vecchia, parlando del suo personaggio, che è un Romulano: "Ho dovuto dimenticare tutto quello che sapevo su di loro e adottare un approccio diverso, un diverso modo di pensare, rispetto a quello che pensavo prima di entrare a fare il provino. Quando mi hanno dato le pagine per il provino ho capito che avrei dovuto ripensare tutto e avvicinarmici in modo molto diverso". Santiago Cabrera sottolinea l'atmosfera di realtà che si respira sul set, nonostante si tratti di fantascienza: "Non ci sono solo green screen ma ci troviamo quasi sempre in un posto concreto e in una vera location, su un set reale e questo aiuta molto a dare vita a questo mondo. C'è un incredibile livello di dettagli dietro a tutto, Alex Kurtzman è venuto sul set l'ultima settimana delle riprese e ci ha raccontato come avevano lavorato per mesi solo su una piccola luce sullo sfondo, una follia. L'attenzione ovviamente si concentra sui personaggi ma ci sono tutti questi piccoli dettagli che a livello inconscio creano un'atmosfera reale".

E come è stato l'impatto col capitano? Un attore così carismatico, dopo tutto, può intimidire anche colleghi più esperti. Il coro di stima e amore per Stewart è unanime, ma da Michelle Hurd arrivano le parole più belle:

Patrick è l'esempio perfetto di una persona che crea spazio per tutti, dagli operatori ai costumisti, dai truccatori al regista, ai produttori e agli attori. Abbraccia il concetto di insieme, ama la coralità e dal primo momento in cui arriva sul set entra in questo spazio con generosità, empatia, creatività, gentilezza, coraggio e fiducia. Inoltre è incredibilmente divertente, lo è davvero molto, gli voglio un bene dell'anima. La prima volta certo sei nervosissimo, ti tremano le mani all'idea di lavorare con lui, ma lui ti mette subito a tuo agio, e molto velocemente ti rendi conto che è  tuo collega, tuo compagno, tuo complice, è in trincea con te. Dà a tutti noi lo spazio per eccellere. Ed è quello che vogliamo fare quando siamo con lui, vogliamo dare il massimo.

Con queste premesse, la nostra voglia di vedere Star Trek: Picard è arrivata alle stelle, le stesse tra cui ritroveremo i personaggi vecchi e nuovi di un mondo che amiamo molto in una nuova avventura. Appuntamento al 24 gennaio, su Amazon Prime Video.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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