ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùI film del fine settimana

“Prima danza, poi pensa”, un insipido ritratto di Samuel Beckett

Nelle sale il film incentrato su alcune delle tappe fondamentali della vita del grande drammaturgo irlandese. Tra le novità anche il francese “Una bugia per due”

di Andrea Chimento

3' di lettura

Samuel Beckett è protagonista del weekend in sala con “Prima danza, poi pensa – Aspettando Beckett”, film che racconta alcune delle tappe fondamentali della vita del grande drammaturgo e poeta irlandese.
Dall’infanzia in Irlanda al periodo parigino, in cui durante la Seconda Guerra Mondiale combatteva nella Resistenza, movimento armato clandestino in lotta contro l’occupazione tedesca, il film si concentra poi sulla graduale scalata di Beckett all’Olimpo della letteratura, fino alla vittoria del Premio Nobel nel 1969. Un riconoscimento di cui vuole liberarsi, dominato dai rimorsi della sua vita e convinto che a meritare il premio siano le persone che sono state accanto a lui nella vita.

“Prima danza, poi pensa” e gli altri film della settimana

Photogallery4 foto

Visualizza

Si poteva osare decisamente di più: è questa la prima sensazione che si ha di fronte a un film troppo innocuo, insipido e sobrio per descrivere l’esistenza di un uomo tanto stratificato, complesso com’era l’autore di “Aspettando Godot” e “Finale di partita”.L’inizio lascia ben presagire, grazie a una portata immaginifica e dai toni surreali che non sempre si ritrova però durante la narrazione successiva.Il copione è infatti troppo convenzionale, anche nell’alternarsi tra i momenti privati e quelli pubblici dell’autore, senza mai riuscire a ritrovare almeno una parte del suo estro letterario e delle sue straordinarie provocazioni.

Loading...

Bravo Gabriel Byrne, ma il film si dimentica in fretta.

Già regista del debole e sopravvalutato “La teoria del tutto” (film biografico su Stephen Hawking che condivide parte dei difetti di questo nuovo lungometraggio), James Marsh conferma tutti i suoi limiti nel cinema di finzione, optando per uno stile poco brillante, a tratti eccessivamente retorico e in altri momenti davvero troppo piatto per poter coinvolgere come vorrebbe. Marsh ha dato il meglio di sé nei documentari – notevoli sia “Man On Wire”, sia “Project Nim” – ma quando c’è da creare narrazione da zero (seppur ispirandosi a vite reali) gli manca il guizzo necessario per intrattenere nel modo giusto.Buona prova di Gabriel Byrne nei panni di Beckett, ma non basta per rendere più interessante un prodotto che si finisce per dimenticare in fretta.

Per chi volesse ritrovare lo spirito del drammaturgo irlandese sullo schermo, il consiglio è quello di (ri)vedere il cortometraggio del 1965 con protagonista Buster Keaton e intitolato semplicemente “Film”. Beckett ne scrisse la sceneggiatura (la regia era di Alan Schneider) e fu il suo unico copione pensato per il cinema: è un piccolo gioiello, in cui si sentono tutte le linee principali della sua poetica.

“Una bugia per due”

Una bugia per due

Tra le novità in sala c’è anche una riuscita commedia francese, “Una bugia per due” di Rudy Milstein.Protagonista è Louis, un uomo tranquillo e gentile, che passa sempre inosservato. Nessuno lo tiene mai in considerazione, non ha molti amici e perfino colleghi e familiari non si accorgono di lui.Quando pensa di avere una grave malattia ed essere vicino alla morte, improvvisamente tutte le persone intorno a lui sembrano iniziare a notare la sua presenza. Sin da subito la sua vita si riempie di opportunità sia personali che professionali. È così che Louis scopre di esistere per gli altri, ma a un caro prezzo: mentendo.Riuscendo a far sorridere senza ricorrere mai a facili forzature, “Una bugie per due” è una pellicola divertente, ma anche dotata di alcuni passaggi malinconici in grado di far riflettere e di toccare corde emotive profonde. Seppur a lungo andare ci sia qualche calo di troppo, il copione è ben scritto, tanto nei dialoghi quanto nella caratterizzazione dei personaggi in scena, a partire dal notevole protagonista, ben interpretato da Vincent Dedienne. Il risultato è un film semplice ma intelligente, perfetto per gli amanti della commedia francese contemporanea, capace di farci sorridere ma anche di farci provare una certa nostalgia per i personaggi rappresentati.

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti