Sam Mendes

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Sam Mendes al Festival del cinema di Stoccolma nel 2022
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior regista 2000

Sir Sam Mendes, ufficialmente Samuel Alexander Mendes (Reading, 1º agosto 1965), è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico britannico. Dopo gli esordi a teatro e la direzione artistica della Donmar Warehouse di Londra, Mendes ha fatto il suo debutto alla regia cinematografica con il film American Beauty (1999), per cui ha vinto il Premio Oscar come miglior regista. Nel 2020 gli è stato conferito il cavalierato per i suoi servizi all'arte drammatica.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Mendes nasce a Reading, nel Berkshire, il 1º agosto del 1965, figlio di Jameson Peter Mendes, un docente universitario trinidadiano di origini portoghesi ed italiane, e di Valerie Helene Barnett, una scrittrice inglese di origine ebraica, perlopiù autrice di libri per ragazzi.[2][3] I genitori di Mendes divorziarono quando aveva tre anni e il bambino crebbe nel quartiere londinese di Primrose Hill con la madre.[4] Ha studiato letteratura inglese al Peterhouse College dell'Università di Cambridge.[5]

Nel 2000 è stato insignito del titolo di Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico per i suoi meriti in campo artistico, mentre nel 2020 è innalzato al rango di baronetto.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Mendes nasce artisticamente come regista teatrale. Dopo la laurea fu ingaggiato come assistente alla regia del festival teatrale di Chichester, dove nel 1987 fece il suo esordio come regista dirigendo un allestimento de L'orso di Čechov. Dopo due anni a Chichester, nel 1989 Mendes fece il suo debutto nel West End londinese con un allestimento de Il giardino dei ciliegi, diretto da lui e con Judi Dench nel ruolo della protagonista. Visti i successi iniziali, nel 1990 gli fu affidata la direzione artistica della Donmar Warehouse, di cui Mendes supervisionò i restauri in vista dell'apertura nel 1992. Il regista mantenne il suo ruolo di direttore artistico del teatro fino al 2002 e in questi anni consolidò non solo la propria reputazione, ma anche quella del teatro, rendendolo uno dei più prestigiosi di Londra.[6][7]

Nel decennio in cui diresse la Donmar Warehouse, Mendes curò la regia di numerosi musical (Cabaret, Assassins, Company) e opere di prosa (Zio Vanja, Lo zoo di vetro, La dodicesima notte), dirigendo sulle scene apprezzati attori del calibro di Nicole Kidman, Colin Firth, Helen McCrory e Simon Russell Beale.[8] Particolarmente apprezzata fu la sua regia del musical Cabaret, debuttato a Londra nel 1993 e poi riproposto a Broadway nel 1998, dove ottenne un tale successo da rimanere in cartellone per sei anni di repliche. Per Cabaret Mendes fu candidato al Tony Award alla miglior regia di un musical.[9]

Nel 1994 diresse un acclamato revival del musical Oliver!, rimasto in scena per quattro anni al Theatre Royal Drury Lane, mentre nel 2003 diresse la star di Broadway Bernadette Peters nel musical Gypsy allo Shubert Theatre di New York.[10] Nel 2014 fece il suo debutto al National Theatre con Re Lear, mentre nel 2016 ottenne un altro grande successo sulle scene con il dramma di Jez Butterworth The Ferryman. La pièce debuttò al Royal Court Theatre di Londra, dove registrò il sold out ad ogni rappresentazione, e fu successivamente trasferita nel più capiente Gielgud Theatre e poi a Broadway, dove Mendes vinse il Tony Award alla miglior regia di un'opera teatrale nel 2019.[11] Nel 2018 ha diretto la prima britannica della Lehman Trilogy di Stefano Massini, che ha portato in scena sia nel West End londinese che a Broadway nel 2020 e per cui ha vinto il suo secondo Tony Award alla miglior regia di un'opera teatrale.

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Il suo esordio dietro la macchina da presa fu a dir poco incredibile: American Beauty tra il 1999 e il 2000 trionfò al botteghino, fu acclamato dalla critica e gli permise di vincere all'esordio l'Oscar al miglior regista (il film ne vinse complessivamente 5).[12] La pellicola narrava i turbamenti e le ossessioni generati da un'adolescente su un impiegato di mezza età, interpretato da Kevin Spacey (che con questo film si aggiudicò il suo secondo Oscar al miglior attore), specchio del padre di famiglia medio degli Stati Uniti contemporanei. La successiva pellicola fu il drammatico film di gangster Era mio padre, del 2002, che ricevette altre 6 nomination, trionfando solo in una categoria, l'Oscar alla migliore fotografia. I suoi due primi film furono il frutto di una collaborazione con l'amico direttore della fotografia Conrad L. Hall, deceduto prima di ricevere il suo terzo Oscar in carriera, proprio con il film Era mio padre. Il regista decise di dedicargli la pellicola.

Mendes dirige poi, nel 2005, Jarhead, film ambientato durante la Guerra del Golfo del 1991 e basato sull'autobiografia dell'ex marine Anthony Swofford. Il suo successivo lavoro è Revolutionary Road, del 2008, dove ricompone la storica coppia di Titanic Leonardo DiCaprio-Kate Winslet. Quindi dirige Away We Go (in Italia American Life), ironica commedia sulla vita di coppia e sull'attesa del diventare genitori. Pur avendo realizzato pochi film, nell'ambiente cinematografico Mendes è riconosciuto come un grande talento della cinepresa ed ammirato dai suoi colleghi più famosi (come Steven Spielberg, che tra l'altro lo ha indirizzato anche alla carriera di produttore).[13][14] Fra la lista delle collaborazioni per altri progetti figura la produzione di Il cacciatore di aquiloni, tratto dal best seller edito in Italia da Piemme.

Nel 2012 dirige il 23° film della serie di James Bond Skyfall, uscito nel Regno Unito il 26 ottobre 2012 e in Italia il 31 ottobre, che riscuote un grande successo di pubblico e di critica.[15] Viene quindi confermato per dirigere il 24° film della serie intitolato Spectre. Nel 2016 presiede la giuria ufficiale alla 73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia[16]. Nel 2019 ottiene un grande successo di critica e al botteghino con il film 1917, per cui vince il Golden Globe per il miglior regista e ottiene tre candidature agli Oscar come miglior regista, miglior sceneggiatore e miglior film in veste di produttore.[17][18]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

È stato sposato dal 2003 al 2010 con l'attrice Kate Winslet, da cui ha avuto un figlio, Joe Alfie, nato il 22 dicembre 2003.[19] Dopo una relazione con Rebecca Hall durata dal 2011 al 2013,[20] nel 2017 Mendes sposa la trombettista Alison Balsom, che dà alla luce la loro prima figlia nel settembre dello stesso anno.[4]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Produttore[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Teatro (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi all'arte drammatica.»
— 2000
Knight Bachelor - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi all'arte drammatica.»
— 28 dicembre 2019[21]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) New Year Honours list 2020, su GOV.UK. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  2. ^ 50 most influential Jews: Places 31-40, su The Jerusalem Post | JPost.com. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  3. ^ (EN) Gaby Wood, How Sam Mendes became The Man, in The Observer, 14 dicembre 2008. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  4. ^ a b (EN) John Lahr, Sam Mendes’s Directorial Discoveries, su The New Yorker. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  5. ^ (EN) Sam Mendes talks fortune, filmmaking and the fate of the industry at Peterhouse College, su The Cambridge Student, 3 febbraio 2018. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  6. ^ (EN) Artistic Director Sam Mendes to Leave Donmar Warehouse, su Playbill, Fri Nov 23 01:00:00 EST 2001. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  7. ^ (EN) Patrick Healy, Donmar Warehouse Director to Step Down in 2011, in The New York Times, 30 settembre 2010. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  8. ^ (EN) Sarah Crompton, The Donmar's successes, 11 marzo 2011. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  9. ^ (EN) Ernio Hernandez, Cabaret Sets New Closing Date on Broadway, su Playbill, Tue Oct 07 17:33:00 EDT 2003. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  10. ^ (EN) Charles Spencer, Gypsy brings bad luck to Mendes, 1º maggio 2003. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  11. ^ (EN) Telegraph Reporters, Tony Awards 2019: The Ferryman wins best play while Sam Mendez picks up top director prize, in The Telegraph, 10 giugno 2019. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  12. ^ (EN) Guardian Staff, Interview with Sam Mendes, in The Guardian, 22 gennaio 2000. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  13. ^ (EN) Sam Mendes, Steven Spielberg Team for WWI Drama '1917', su The Hollywood Reporter. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  14. ^ (EN) Andrew Pulver, Spielberg and Mendes Stonehenge war film plans hit by locals' objections, in The Guardian, 6 febbraio 2019. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  15. ^ (EN) Kate Kellaway, Sam Mendes: 'I did Skyfall to wake myself up. It has certainly done that', in The Guardian, 9 dicembre 2012. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  16. ^ Il regista Sam Mendes Presidente della Giuria internazionale Venezia 73, su labiennale.org, La Biennale di Venezia, 27 aprile 2016. URL consultato il 27 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2016).
  17. ^ (EN) Brooks Barnes e Nicole Sperling, Oscars 2020: Highlights From a History-Making Night, in The New York Times, 9 febbraio 2020. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  18. ^ (EN) When is 1917 released? Everything we know about Sam Mendes' new WWI film, su inews.co.uk. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  19. ^ (EN) Xan Brooks, Kate Winslet and Sam Mendes separate after seven years of marriage, in The Guardian, 15 marzo 2010. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  20. ^ (EN) Rebecca Hall on love, Sam Mendes and being a shy girl, su Evening Standard, 3 aprile 2013. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  21. ^ (EN) The London Gazette, n. 62866, 28 dicembre 2019, p. N2. URL consultato il 15 gennaio 2022.

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