Il film, tra moda e femminismo, che celebra Mary Quant racconta una storia che va ben oltre la minigonna
Il docu film diretto da Sadie Frost sulla vita e sul lavoro della stilista britannica è (anche) un invito a riflettere sui pericoli della sovrapproduzione e del fast fashion
Nel documentario di Sadie Frost, "Quant", c'è tutta la storia della stilista britannica Mary Quant e di come ha rivoluzionato la moda e l'esistenza delle donne. Un vero e proprio viaggio che vuole celebrare - oltre alla creatività e al talento da business woman - la donna che ha dato un potente contributo al movimento dei diritti femminili negli Anni 60 e 70 e che, con il suo stile "civettuolo" e la sua resilienza, ha reso cool la Britishness in tutto il mondo.
Come aveva raccontato la stessa regista Frost in un'intervista a WWD in occasione della presentazione della pellicola al London Film Festival: "ciò che Mary ha creato nel corso della sua carriera è stato così importante che non dovrebbe mai essere dimenticato. Nutro una grande ammirazione per lei e per quello che ha dovuto affrontare, non sempre facile".
A questo proposito, Frost ha voluto trovare un equilibrio tra il mostrare la visione lungimirante di Quant e la lunga lista di successi che l'hanno portata a liberare le donne con l'iconica minigonna alle difficoltà che la stessa ha incontrato nella sua vita. Tra queste: cercare di rimanere sulla cresta dell'onda quando il look sexy Anni 60 che aveva contribuito a lanciare fu soppiantato dall'estetica bohémien degli Anni 70. O ancora la sua attività di licenza che si spinse troppo in là e che la costrinse a vendere la sua omonima etichetta ai partner giapponesi.
"Volevo che le persone si emozionassero raccontando una storia umana": ha spiegato Frost. Una storia umana nella quale non poteva mancare l'amore con il marito Alexander Plunket-Greene e ovviamente anche il senso unico che Mary Quant aveva della moda, fortemente legata a una profonda capacità di comprendere i bisogni delle donne. Non a caso progettò stivali con tacco largo per un miglior movimento; sostituì le calze con collant allegri e dai colori vivaci; accorciò le lunghezze delle sue gonne regalando un'estrema libertà espressiva alle donne, ma anche semplificando la routine quotidiana del make up. Fece tutto questo in un mondo dominato dagli uomini, lo fece a modo suo e insistendo silenziosamente senza perdere la calma.
"Si è davvero connessa con ciò che le donne stavano vivendo, le loro frustrazioni, le supposizioni degli uomini. Le donne di oggi possono relazionarsi a lei quando la sentono parlare delle sue esperienze negli Anni 60 e 70. È così potente e attuale che potrebbe essere la voce delle donne di oggi. Abbiamo sicuramente bisogno di figure come la sua nella moda e nei media che siano esplicite e dirette quanto lei": ha detto Frost, aggiungendo che la narrativa femminista che attraversa il film potrebbe ugualmente fare appello a giovani di 19 anni e coetanei di 90 anni dello stilista.
Per la realizzazione di questo documentario, Frost ha letto ogni libro e guardato ogni film che parlasse di Mary Quant, che oggi ha novant'anni e vive nella campagna britannica. Inserendo in questa storia personaggi emblematici della moda e industria fashion britannica come Charlotte Tilbury, Kate Moss e il caporedattore di British Vogue Edward Enninful, che sottolinea come Quant sia stata una pioniera creando un nuovo standard di bellezza. Anche il figlio di Mary Quant, Orlando Plunket-Greene, ha un ruolo nel film.
Una pellicola che porta ai giorni nostri una storia di successo ma anche di sconfitte, di una donna che ha fatto la storia della moda e che si conclude con un un ammonimento nei confronti dell'industria della moda sui pericoli della sovrapproduzione e del fast fashion in un dialogo con i designer Mark Fast e Vivienne Westwood che parlano della necessità di rallentare e di acquistare meno per una maggiore sostenibilità.
LA VITA DI MARY QUANT
All’anagrafe Barbara Mary Quant. Nata nel sobborgo londinese di Blackheat nel 1934 da una tranquilla famiglia della middle class. L’attitudine anticonformista di Mary la spinge a soli sedici anni di andarsene di casa per vivere la vita “bohemien” di Londra. È qui che incontra e sposa Alexander Plunket Green, giovane altrettanto bohémien, di nobile discendenza. I due, nel 1955, aprono la boutique Bazaar sulla Kings Road, nel quartiere di Chelsea. È l’inizio del successo, delle idee innovative della Quant che spopolano nella Swinging London degli anni Sessanta e soprattutto della minigonna. Indossata per la prima volta della leggendaria modella Twiggy. Nel 1966, la stilista inglese lancia una linea di cosmetici, nello stesso anno viene nominata Cavaliere della Corona Britannica dalla Regina Elisabetta II, onorificenza ricevuta l’anno precedente dai Beatles. Nel 1967 è la volta di una linea di calzature, mentre nel 1975 di una collezione di interior design dal nome: “Mary Quant at home”... Nel 2009 la sua minigonna è stata celebrata in un francobollo molto glamour della Royal Mail.
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