Prossimo ai 63 anni, Rupert Everett vanta una lunga e ricca carriera iniziata non senza qualche difficoltà: durante gli studi, infatti, l’attore era stato espulso dalla scuola a causa il suo carattere poco docile per poi essere obbligato dalla ricca famiglia a mantenersi da solo nella folle idea di fare della recitazione un mestiere. Il risultato, però, sono commedie romantiche come Il matrimonio del mio migliore amico, film in costume come La pazzia di Re Giorgio e classici di Oscar Wilde e Shakespeare trasportati sul grande schermo che ne hanno fatto l’emblema degli anni Novanta al cinema.

Qui di seguito, quindi, biografia e filmografia integrale - o quasi - dell’attore a cui Tiziano Sclavi e Claudio Villa hanno guardato per disegnare Dylan Dog.

Breve biografia di Rupert Everett

Nato a Norwich il 29 maggio 1959 da una famiglia benestante di nobili origini, Rupert Everett frequenta la Farleigh School e viene iscritto al collegio benedettino Ampleforth, salvo poi lasciarlo a quindici anni per trasferirsi alla Central School of Speech and Drama di Londra.

Espulso dall’istituto per i frequenti litigi con gli insegnanti, Everett inizia a frequentare i corsi della Royal Shakespeare Company e decide di intraprendere la carriera da attore partendo dal teatro. Arriverà al cinema solo nel 1984 dopo anni di stenti poiché costretto dalla famiglia a mantenersi da solo: in Another Country - La scelta, tuttavia, si fa notare fin da subito dai migliori produttori inglesi e non solo.

Dichiaratamente omosessuale nonostante le famose relazioni con Uma Thurman e Paula Yates, attualmente vive a Londra dopo una permanenza di qualche anno a New York.

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Tibrina Hobson //Getty Images

Filmografia di Rupert Everett: i lavori più importanti dagli esordi a oggi

Come detto, dopo il ruolo del protagonista Guy Bennett interpretato per la pellicola di esordio accanto a Colin Firth, a Rupert Everett si spalancano le porte del cinema e i registi fanno a gara per averlo in uno dei loro film. Già l’anno successivo, infatti, l’attore viene ingaggiato da Mike Newell per Ballando con uno sconosciuto, in cui veste i panni di David Blakeley, pilota automobilistico che intraprende una relazione con l’entraîneuse Ruth. Pochi mesi più tardi (siamo nel 1987), Everett è accanto a Ornella Muti sotto le direttive di Francesco Rosi per realizzare l’adattamento cinematografico del romanzo Cronaca di una morte annunciata scritto da Gabriel García Márquez. Nel 1988 compare invece nel lungometraggio Tolérance, peraltro ultima apparizione sul grande schermo di Ugo Tognazzi. Nel 1989, infine, chiude il decennio con Cortesie per gli ospiti - anche questo tratto da un libro: il capolavoro firmato da Ian McEwan - in cui affianca Christopher Walken e Natasha Richardson nei ruoli principali.

Gli anni Novanta: il periodo d’oro di Rupert Everett

Gli anni Novanta sono, per Rupert Everett, il periodo più florido della sua carriera tanto al cinema, quanto come personaggio pubblico. Nel 1994, infatti, viene scritturato dall’italiano Michele Soavi per Dellamorte Dellamore, mentre Robert Altman lo vuole per Prêt-à-Porter accanto a icone mondiali come Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Pochi mesi più tardi, poi, è sul set di Nicholas Hytner per prestare il volto al principe Giorgio del Galles in La pazzia di Re Giorgio presentato al Festival di Cannes l’anno successivo.

Accanto alle indiscusse doti attoriali, che ne fanno uno degli interpreti più versatili del suo tempo, Rupert Everett affianca una fisicità che gli permette di diventare l’uomo più affascinante del periodo, tanto che Yves Sain Laurant lo ingaggia per realizzare la pubblicità del profumo Opium consacrandolo a icona maschile per eccellenza.

L’indole, però, è ancora quella dell’attore: nel 1996, quindi, Everett ritorna al cinema per Il matrimonio del mio migliore amico in cui - accanto a Julia Roberts, Cameron Diaz e Dermot Mulroney - recita nei panni di George Downes, il miglior amico gay di Jules. La pellicola si trasforma in un successo mondiale facendo la fortuna dei quattro attori, da qui in poi chiamati in tutti i lavori più importanti del decennio. Rupert, nello specifico, viene ingaggiato per Un marito ideale di Oliver Parker, per Sogno d'una notte di mezza estate di Michael Hoffman (in cui condivide il set con Michelle Pfeiffer e Bernard Hill), e per Inspector Gadget nel ruolo di Dr. Artiglio.

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Paul Bruinooge//Getty Images

Gli anni Duemila

Sulla scia di quanto di buono fatto nel decennio precedente, gli anni Duemila di Rupert Everett si aprono con Sai che c’è di nuovo? insieme a Madonna (sua grande amica) e South Kensington, pellicola di Carlo Vanzina con Enrico Brignano e Sienna Miller nel cast; nel 2002, invece, è di nuovo con Colin Firth in L’importanza di chiamarsi Ernest, tratta dall’opera teatrale di Oscar Wilde.

Dopo Stage Beauty, film di Richard Eyre ambientato nell’Inghilterra di Carlo II, Everett rallenta la sua presenza sui set cinematografici: nel 2007 compare in Stardust di Matthew Vaughn indossando i panni di Secundus insieme a Peter O’Toole e Charlie Cox; nel 2010 è sotto la direzione di Jonathan Lynn per il remake di un film francese dal titolo Wild Target.

Per rivederlo al cinema bisogna poi aspettare il 2015, anno in cui dà vita a re Giorgio VI in Una notte con la regina di Julian Jarrold. Da allora, l’attore è apparso in Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali di Tim Burton, in Altamira di Hugh Hudson e in The Happy Prince - L’ultimo ritratto di Oscar Wilde in cui è sia attore protagonista insieme a Colin Morgan, sia regista al suo debutto.

Dopo aver partecipato alla miniserie TV Il nome della rosa, l’ultima sua fatica è del 2021 e si intitola Warning.