Nata a Vienna nel 1938, Romy Schneider è figlia d’arte: sia la madre, la tedesca Magda Schneider che il padre austriaco Wolf Albach-Retty sono infatti attori di un certo successo, ed è dietro loro incoraggiamento, che, in un certo modo riluttante, Romy intraprende la carriera cinematografica. Appare per la prima volta sullo schermo a soli quindici anni, nel film Fiori di lillà (1953) di Hans Deppe, ma il suo primo successo arriva l'anno successivo con L’Amore di una grande regina (1954) di Ernst Marischka, un film sulla giovinezza della Regina Vittoria. In questa occasione recita accanto alla madre, scritturata nel ruolo della fedele governante: da qui, Romy decide di prendere il cognome materno Schneider. L’interesse del grande pubblico per i personaggi “regali”, molto in voga ai tempi, segna l’inizio della sua carriera, che procede con la trilogia di Sissi, prodotta nel triennio 1955 – 1957, che danno a Romy Schneider un'improvvisa e immensa popolarità.

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Romy Schneider sul set di Sissi.

Dopo una serie di altri lavori più o meno dello stesso tenore, favole romantiche a lieto fine dove Schneider interpreta sempre la parte della fanciulla onesta e allegra, verso fine degli anni Cinquanta, l'attrice inizia a manifestare una certa insofferenza ai ruoli leggeri: la svolta arriva nel 1958 con il film L’Amante pura, di Pierre Gaspard-Hiut, dove conosce Alain Delon, con cui nasce un grande amore che condizionerà la sua intera esistenza, e con cui si trasferisce a Parigi. Dopo aver recitato in inglese ne Il Processo di Orson Welles (1962), accanto ad Anthony Perkins ed Elsa Martinelli, la sua carriera sembra definitivamente lanciata, ma la sua vita privata subisce grandi dissesti: dopo la dolorosa separazione da Delon nel 1964, Schneider si sposa con il regista Harry Meyer, con cui ha il figlio David, nato nel 1966. Ma il suo matrimonio finisce subito, così come il secondo, contratto con il giornalista italo-francese Daniel Biasin con cui ha la figlia Sarah, nata nel 1977. E’ il 1979 quando il primo marito, Meyer, si impicca nella sua casa di Amburgo, causando enorme sconcerto in Schneider. A questo periodo risalgono i primi sintomi di depressione dell’attrice, ulteriormente aggravata da un crescente alcolismo. Nonostante le difficoltà vissute, Schneider continua a lavorare e a comparire in pellicole iconiche.

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Romy Schneider e Alain Delon sul set de La Piscina.

Tra i suoi maggiori successi ci sono La piscina di Jacques Deray, in cui ritrova Alain Delon (al tempo sposato a Nathalie Delon); La Califfa, di Alberto Bevilacqua, Ludwig di Luchino Visconti e La morte in diretta, di Bertrand Tavernier. Inquietante e toccante, il film Fantasma d’Amore (1981) di Dino Risi contiene segni premonitori del tragico epilogo cui l'attrice andrà incontro nella vita reale. Ormai distrutta dall'alcol, dall'asportazione di un rene a causa di un tumore e, soprattutto, dalla tragica scomparsa del quattordicenne figlio David (morto il 5 luglio 1981 dopo essere rimasto infilzato in un cancello che tentava di scavalcare a casa dei nonni), la Schneider viene trovata morta il 29 maggio 1982 nella casa parigina del produttore Laurent Petin, al quale è legata da circa un anno. Ha solo quarantatré anni. L’autopsia, che certifica un arresto cardiaco, mette a tacere le voci di suicidio che si spargono subito dopo la sua morte. È sepolta, accanto al figlio David, a Boissy-Sans-Avoir, un paesino vicino a Parigi.

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Secondo un articolo del 21 dicembre 2009 del quotidiano tedesco Bilt, dal 1976 sino alla morte la Schneider fu oggetto di spionaggio da parte della Stasi, i servizi segreti della DDR, per il suo sostegno a un comitato d'opposizione. In un toccante tributo in occasione dell’anniversario della morte di Schneider, Alain Delon ha dichiarato di considerarla il grande amore della sua vita.