Riflessi sulla pelle di P. Ridley è un film inglese del 1990

Vedere questo film è stato un po’ come attraversare una soglia, entrando in una dimensione sprovvisti delle consuete protezioni, nudi ed esposti alla ferocia umana, ma condividendo lo sguardo incantato e stupefatto del piccolo Seth, incapace di comprendere la realtà terribile che lo circonda.

Siamo infatti nell’immediato dopoguerra, nell’assolata campagna della provincia americana, campi di grano a perdita d’occhio, costruzioni di legno che sembrano sorgere dal nulla, un impasto di colori e di suggestioni dalla qualità pittorica densa e iperrealista.

Tre bambini si divertono a insufflare aria in una povera rana che ha avuto la sfortuna di incrociare i suoi tre seviziatori. Il batrace, gonfio d’aria, giace sul ciglio della strada mentre la bionda e diafana vedova del paese avanza, avvicinandosi troppo alla povera creatura.

L’incipit di questa favola nera ci immette senza tante cerimonie in questo luogo dell’orrore, infestato da un’inquietudine che avanza come i fili di grano smossi dal vento, dove l’angoscia si rapprende negli oggetti e nei paesaggi, mentre l’innocenza dell’infanzia si mescola ai segnali inesplicabili del male. Man mano che eventi sconvolgenti avvengono, Seth decide di opporsi a essi attraverso una fantasia fervida e inesauribile, alimentata dalle letture fumettistiche di vampiri.

Il mondo fantasmatico del bambino cattura e irretisce anche gli spettatori, che pur ne riconoscono l’origine. Ed è proprio questa la magia del film, perché le verità del bambino, nello sviluppo narrativo, appaiono addirittura plausibili, tanto è efficace il punto di vista scelto. Gli oggetti si caricano di una simbologia primitiva e scaramantica, coerente all’interno della logica manichea del bambino.

Quando arriva il fratello maggiore di Seth, un giovanissimo Viggo Mortessen, la vicenda si complica ulteriormente. L’amore che lo lega infatti alla vedova viene visto dal bambino come un segno di minaccia che incombe sull’amato fratello.

Interessantissimo è il punto di vista adottato dove la poesia e l’intensità dell’amore e dell’intesa dei corpi viene da Seth completamente travisata, per effetto non soltanto delle poche informazioni di cui può disporre un bambino di 8 anni, ma soprattutto per le forze distruttive che si possono comunque mettere in moto. Gioco, fantasia, senso dell’avventura e desiderio di libertà si uniscono al senso di chiusura ineluttabile quando si vive in un contesto degradato e privo di rassicurazioni.