La classifica che sta per arrivare mi mette ragionevolmente in imbarazzo. Ridley Scott è un regista eccezionale, pluripremiato, autore di almeno due film che mi vengono immediatamente in mente quando mi chiedono “quali sono i film più belli di sempre?”. È anche un regista del quale ho appena detto cose brutte a causa di House of Gucci, e soprattutto è un regista che ha avuto una carriera ondivaga, piena di alti e bassi e mediamente in calando, per motivi che non è semplicissimo spiegare. Voglio dire che non è che Ridley Scott a un certo punto abbia disimparato a fare i film o si sia dimenticato come si fa il mestiere. Il punto è che Ridley Scott è uno bravissimo a girare le cose, a immaginarle, vederle e metterle in movimento, e anche a collocarle in primo piano sullo sfondo di immagini altrettanto piacevoli e d’impatto.

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20th Century Studios

È molto meno bravo quando si tratta di fare altre cose che solitamente fa un regista, per esempio dirigere gli attori, oppure che non toccano a lui, per esempio scrivere i film. Ed è qui che sta tutta la magagna della carriera di Ridley Scott: se gli dai un film ben scritto lui tira fuori un capolavoro, se gli dai un film scritto da un branco di gibboni che hanno pestato a caso su una tastiera il risultato rifletterà questa peculiare situazione. Non è un’equazione valida al 100% ovviamente, per cui non mettetevi a cercare eccezioni: il punto è che Ridley Scott non è in grado di salvare un film scritto male, ma è capacissimo di trasformare una buona sceneggiatura in un’opera indimenticabile. A conti fatti nella sua carriera sono più le seconde che le prime, e visto che parliamo di quasi quarant’anni e venticinque film direi che non ci si può lamentare, solo levare il cappello di fronte al soggetto di questa nuova classifica, che è, come sempre, 100% oggettiva e scientificamente, dimostrabilmente esatta (lo dico per prevenire le polemiche che inevitabilmente nasceranno all’altezza della posizione 21 e non smetteranno più fino alla 1).

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Universal

25) Robin Hood (2010)

Fate mente locale, mettete da parte la nostalgia e vi renderete conto che i migliori Robin Hood di sempre sono quello di Errol Flynn e quello di Cary Elwes. Ridley Scott è riuscito nell’impresa di fare il peggiore di tutti, sbagliando il casting, sbagliando i toni (anche quello di Kevin Costner era dark, ma era dark/splatter/horror/pazzo, non grimdark/noia/angst come quello di Russell Crowe) e girando un film che prova a giustificare lo sceriffo di Nottingham dicendo che ha fatto anche cose buone.

24) Tutti i soldi del mondo (2017)

Un film che verrà ricordato più che altro per la sostituzione di Kevin Spacey con Christopher Plummer e la soverchiante quantità di meme che ha generato che per le sue effettive qualità, che sono, le ho contate, esattamente quattro virgola tre (non mi ricordo quali però).

23) Le crociate - Kingdom of Heaven (2005)

Anche Le crociate, come lo sceriffo di Nottingham, ha fatto anche cose buone, in particolare alcune scene di battaglia dalle quali un sacco di film successivi (e serie TV *fischietta indicando in direzione HBO*) hanno saccheggiato a piene mani. Ha anche fatto tante cose cattive nonostante goda di una fama per me inspiegabile: una su tutte Orlando Bloom, che dopo Pirati dei Caraibi andava fermato, non incoraggiato.

22) Prometheus (2012)

A oggi sono convinto che non ci sia film migliore per illustrare il problema che Ridley Scott ha con le pessime sceneggiature. Lo vedi, ti si riempiono gli occhi, pensi che certi set li sa mettere in piedi solo lui, che è uno dei pochi che non ha sofferto troppo il passaggio dagli effetti pratici alla CGI, poi cominci a far caso a una serie di dettagli, al fatto che stai assistendo a un film idiota che è convinto di essere intelligente e spirituale e misterioso, e arrivato alla fine ti domandi cosa cazzo hai appena visto.

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Universal

21) Il gladiatore (2000)

Lo so che è qui che decidete di armarvi e di venirmi a cercare (non mi troverete mai, sono andato a vivere in una location segreta in un luogo imprecisato del pianeta che non è assolutamente l’Antartide), ma dopo 21 anni possiamo avere il coraggio di fermarci e ammettere che Il gladiatoreè un film un po’ cretino e di quel genere di grana grossa che funziona se non ti prendi sul serio, cosa che invece il film di Ridley Scott fa eccome?

20) L'Albatross - Oltre la tempesta (1996)

Praticamente è la storia di Capitan Findus se avesse la faccia di Jeff Bridges e se invece di navigare felice in cerca di tonni e merluzzi con la sua barchetta finisse nel mezzo di una tremenda tempesta che minaccia di spazzare via te e il tuo equipaggio di giovinetti tutto pesce tanto gusto tutta forza.

19) Exodus - Dei e re (2014)

Parzialmente rovinato da un’effettistica non all’altezza della media di Scott e da una sceneggiatura più raffinata della media dei suoi film storici-e-dintorni ma comunque raffazzonata e senza ritmo, Exodus è comunque un’opera interessante, più per certe riflessioni molto astratte sul legame tra politica e religione che per la storia che racconta. È anche un film che si può presentare dicendo “c’è Batman che fa Mosè”, che fa molto ridere.

18) Alien: Covenant (2017)

Meriterebbe di stare un po’ più in basso perché contiene alcune delle singole scene peggiori mai girate da Scott, una su tutte il double impact di Michael Fassbender che insegna a sé stesso a vivere. Ma contiene anche i migliori nuovi xenomorfi dai tempi di Fincher, e una serie di scene classicamente Alien che per qualche minuto ti fanno sperare che Ridley Scott sia rinsavito.

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Paramount

17) 1492 – La conquista del paradiso (1992)

Stimo molto il coraggio con cui Ridley Scott affronta periodicamente una serie di episodi più o meno storici che hanno a che fare con discorsi leggeri tipo il colonialismo e il genocidio dei nativi americani; è il caso di 1492, un’epicissima trasposizione dei viaggi di Cristoforo Colombo che non assomiglia in alcun modo a come sono andate le cose, ma che ci regala alcuni notevolissimi tramonti color arancione Tony Scott.

16) Soldato Jane (1997)

Sul dizionario alla voce “film sottovalutati” c’è una foto di Demi Moore rapata a zero. È cinema ridotto all’osso, e la dimostrazione che il fatto che Scott non sappia dirigere gli attori non è sempre un problema: Demi Moore si prende la scena, fa le cose come dice lei e di fatto diventa il film.

15) Un’ottima annata – A Good Year (2006)

Un film sui pneumatici – è sugli pneumatici? Ha molti estimatori, è un classico film piacevole e gustoso e spensierato, personalmente è roba a cui darei fuoco con un metaforico lanciafiamme ma essendo questa una classifica puramente scientifica non voglio farmi influenzare dall’emotività.

14) The Counselor - Il procuratore (2013)

Doveva essere un capolavoro annunciato, interpretato da una lista di superstar lunga così, da Fassbender a Brad Pitt a Penélope Cruz a Cameron Diaz, soprattutto scritto da Cormac McCarthy cioè uno dei più grandi romanzieri viventi e non solo. Invece è venuto fuori solo un buon film, un po’ pasticciato e claudicante, ma quantomeno pieno di energia e piacevole ultraviolenza.

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Courtesy of Columbia Pictures

13) Chi protegge il testimone (1987)

Come thriller vale poco, azzoppato da un paio di clamorosi scivoloni di scrittura che si possono perdonare altrove ma non in un film così incentrato sulla sua trama. Come esercizio di stile di un regista che usciva da un trittico che avrebbe svuotato la creatività di chiunque è invece riuscito benissimo, e ancora piacevole da guardare senza pensarci troppo.

12) Il genio della truffa (2003)

Una caratteristica comune a quasi tutti i film di Ridley Scott, con pochissime eccezioni, è quanto siano sempre estremamente seri. Ci voleva Sam Rockwell, e soprattutto Nicolas Cage nei panni di un truffatore professionista con la sindrome di Tourette, per fargli allentare un po’ il freno a mano e farlo (e farci) divertire.

11) Nessuna verità (2008)

Il thriller in tutte le sue forme è il genere a cui Scott ogni tanto torna per sentirsi a casa dopo aver vagato per i pascoli di altri generi a lui meno familiari. Li fa perché lo fanno stare bene, e anche perché gli vengono bene: non c’è praticamente nulla di originale in Nessuna verità, ma mi venisse un colpo se è possibile cominciare a guardarlo e staccarsi prima della fine.

10) Hannibal (2001)

Molta gente lo bocciò a una prima visione perché non era abbastanza simile a Il silenzio degli innocenti, del quale è un sequel diretto. Spero che tutta quella gente abbia avuto modo di rivederlo negli anni e di rivalutarlo in quanto ottimo film deliziosamente violento, e non solo in quanto “successore di” o “fanfiction”.

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Sony Pictures

9) Black Hawk Down (2001)

L’altra comfort zone di Ridley Scott è la guerra, e Black Hawk Down, oltre a essere un ottimo film di guerra, era anche avanti rispetto ai suoi tempi, e l’inizio di una rivoluzione nel modo di vedere il genere e soprattutto di raccontare le esperienze dei soldati che verrà ripresa negli anni dai vari The Hurt Locker e Jarhead.

8) Thelma & Louise (1991)

Ci pensate? Un film che parla di un’amicizia femminile e quando uscì venne criticato perché “parla male degli uomini!2!! #notallmen”, ed è un film del 1991, non del 2021. Merito di Scott, ma merito soprattutto della sceneggiatrice Callie Khouri, al tempo esordiente assoluta del mestiere.

7) Sopravvissuto – The Martian (2015)

Voglio essere antipatico: The Martian è tratto da un romanzo scritto in modo tale da poter facilmente diventare una sceneggiatura, e adattato per il cinema da uno dei migliori sceneggiatori sulla piazza, Drew Goddard. Visti i presupposti si sarebbe potuto giocare il podio o almeno la top 5, invece ne rimane fuori nonostante sia uno dei film di fantascienza ad alto budget migliori e più divertenti del millennio.

6) American Gangster (2007)

Ridley Scott goes full Soprano e lo fa alla grandissima.

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Paramount

5) I duellanti (1977)

Come sia venuto in mente a Ridley Scott di esordire al cinema con un film tratto da un racconto di Joseph Conrad che parla di stalking in punta di spada non me lo spiegherò mai, come gli sia venuto bene al punto da venire paragonato a Barry Lyndon e considerando che era il suo primo film in assoluto invece sì: è bravo.

4) Black Rain – Pioggia sporca (1989)

Ridley Scott prende l’immaginario futuristico-post-apocalittico-melting-pot di Blade Runner e lo trasporta nel cuore di una delle sue influenze principali, il Giappone, facendo così questo bizzarro meta-gioco di farci vedere l’oggi e mostrarci quanto già assomigli al domani della Los Angeles del 2019 (cioè quella di Blade Runnerappunto, scusate, mi sono ingarbugliato). Meta- a parte, Black Rain è semplicemente il miglior thriller della carriera di Ridley Scott.

3) Legend (1985)

Provate a riguardare Legend e fate caso a un particolare: non si vede mai il cielo, perché nonostante sia un fantasy naturalistico e un po’ hippy è stato girato tutto in studio, condizione che ha costretto Scott a inventarsi soluzioni creative per creare spazio ideale dove mancava quello reale. Per cui se volete Legend è un fantastico esercizio di costruzione degli spazi e dei set cinematografici e di dove si piazza la macchina da presa quando stai lavorando in condizioni non ideali; è anche una bella fiaba, e sessualizzatissima, un bello stacco rispetto all’angelicità di gran parte del fantasy post-Tolkien.

2) Blade Runner (1982)

Lo sapevate, no? Blade Runner sarebbe stato o al primo o al secondo posto, e la vera discussione sulla carriera di Scott è quella sul rapporto gerarchico tra questo film e quello che c’è in prima posizione. Meglio Blade Runner perché è più filosofico, profondo, esistenzialista, sperimentale, astratto, teorico, oppure…

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20th Century Studios

1) Alien (1979)

… meglio Alien che è più viscerale, carnale, concreto, claustrofobico, sbattuto in faccia, ancestrale, sintetico, lineare? Io la mia scelta l’ho fatta.

Headshot of Stanlio Kubrick
Stanlio Kubrick

Scrivo di cinema, in particolare quello con i mostri, le esplosioni e i calci volanti, da prima della crisi dei mutui subprime del 2008. Ho scritto anche dei libri sull'argomento insieme al resto della redazione dei 400calci. Traduco libri, organizzo eventi e parlo anche, quando me lo chiedono. Ho persino lavorato alla scrittura di un gioco di ruolo fantasy-satirico, giusto per non farmi mancare nulla.