Red Joan Recensione

Red Joan, recensione del dramma romantico con Judi Dench

07 maggio 2019
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Ispirato alla storia vera di una spia che agì in nome della pace.

Red Joan, recensione del dramma romantico con Judi Dench

Nel 2000, la tranquilla pensionata inglese Joan Stanley (Judi Dench) viene arrestata, lasciando stupefatti vicinato e figlio avvocato in carriera. L'accusa è di aver passato informazioni secretate all'URSS di Stalin, in particolare informazioni inerenti la fabbricazione della bomba atomica, durante e poco dopo la II Guerra Mondiale. Non è uno scambio di persona: ma perché Joan agì così? Si può davvero considerare una traditrice della Gran Bretagna?

Red Joan, con la regia del Trevor Nunn che nel 1996 diresse La dodicesima notte prima di assestarsi in teatro e tv, si ispira alla storia vera di Melita Norwood (1912-2005), la cui vita viene qui rivisitata e romanzata. Soprattutto c'è una nodale modifica alle motivazioni della reale Melita: quest'ultima aveva abbracciato la causa comunista e ammise di averla difesa in quanto garantiva alla gente - testuali parole - "cibo e prezzi che poteva permettersi, una buona educazione e un servizio sanitario." Soprattutto l'Inghilterra di oggi, che con la Russia misteriosa e sotterranea di un tempo ha ancora a che fare, non può certo permettersi un'apologia politica di questa portata.

La "Joan rossa" del titolo diventa quindi una ragazza (nei flashback è la Sophie Cookson di Crucifixion) sedotta dal comunista ribelle anglo-tedesco Leo (Tom Hughes), poi tra le braccia dello scienziato Max Davis (Stephen Campbell Moore). Joan passa i segreti sulla bomba atomica all'URSS per un altro motivo: garantire la pace, facendo sì che blocco occidentale e sovietico entrino in stallo, temendo uno l'attacco nucleare dell'altro. In definitiva, Joan lotta per evitare che la Guerra Fredda diventi reale con un'apocalisse simile a quelle sconvolgenti di Hiroshima e Nagasaki. Seppur libero rispetto all'ispirazione in carne e ossa, lo spunto interpretativo è interessante, perché vorrebbe conciliare una tensione ideologica con un atteggiamento da realpolitik non si sa quanto azzardato.

Nello spingere a riflettere sul periodo storico trattato, e sulla geografia della ricerca atomica del periodo (tra Europa, Canada e Stati Uniti), Red Joan è una produzione che può attivare la mente. Il suo contesto però ci è sembrato più stimolante del plot in sè, già peraltro passato attraverso un adattamento della vicenda sotto forma di romanzo firmato da Jennie Rooney. Nonostante si cerchi di nobilitare e modernizzare in chiave femminista l'impegno di Joan come ricercatrice (con echi di Il diritto di contare), l'impalcatura "rosa" della narrazione rimane fin troppo convenzionale e melodrammatica, poco servita da una regia piuttosto elementare e soltanto funzionale. Di certo la performance di Judi Dench è nodale nel reggere l'esperienza, anche perché, in quanto icona dall'inglesità incontestabile, garantisce in automatico la credibilità della sua eroina "diversamente patriottica".



  • Giornalista specializzato in audiovisivi
  • Autore di "La stirpe di Topolino"
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