RICHARDSON, Sir Ralph in "Enciclopedia del Cinema" - Treccani - Treccani

RICHARDSON, Sir Ralph

Enciclopedia del Cinema (2004)

Richardson, Sir Ralph (propr. Ralph David)

Francesco Costa

Attore teatrale e cinematografico inglese, nato a Cheltenham (Gloucestershire) il 19 dicembre 1902 e morto a Londra il 10 ottobre 1983. Eccellente attore di teatro, nel cinema ‒ ove interpretò personaggi indifesi e fragili ma anche intransigenti e autoritari ‒ venne impiegato solo come antagonista o caratterista, con l'unica eccezione per The fallen idol (1948; Idolo infranto) di Carol Reed. Vinse il premio come migliore attore al Festival di Cannes per Long day's journey into night (1962; Il lungo viaggio verso la notte) diretto da Sidney Lumet, insieme a Jason Robards e Dean Stockwell. Nel 1947 venne insignito del titolo di Sir.

Figlio di un insegnante, studiò a Brighton in una scuola cattolica, lo Xaverian College, e poi, dopo aver lavorato per due anni in una compagnia di assicurazioni, al College of Art. Nel 1921 debuttò nella stessa città come attore teatrale con i St. Nicholas Players; nel 1925 entrò nella Birmingham Repertory Company e cinque anni dopo nella celebre Old Vic Company di Londra, divenendo uno dei migliori interpreti shakespeariani della Gran Bretagna, ponendosi ai livelli di Laurence Olivier e John Gielgud.Esordì nel cinema con The ghoul (1933) di Thomas H. Hunter, un horror minore con Boris Karloff, ma poté recitare in film di maggiore spessore e in ruoli più consistenti solo dopo il 1936, quando firmò un contratto di lunga durata con il produttore e regista Alexander Korda, accanto al quale sarebbe rimasto per moltissimi anni. Fu così l'autoritario capo di un'Inghilterra del futuro in Things to come (1936; La vita futura) di William C. Menzies, un medico alcolizzato in The citadel (1938; La cittadella) di King Vidor, un militare che, accecato in guerra, rinuncia alla donna amata in The four feathers (1939; Le quattro piume) di Zoltan Korda. Dopo un lungo periodo in cui privilegiò l'attività teatrale, affiancò Vivien Leigh in Anna Karenina (1948) di Julien Duvivier, nella parte dell'arido marito. Eccellente come impeccabile ma umanissimo maggiordomo in The fallen idol, interpretò poi il gelido padre di una timida ereditiera (Olivia de Havilland) nell'hollywoodiano The heir-ess (1949; L'ereditiera) di William Wyler, ottenendo la prima nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista, e il duca di Buckingham in Richard III (1955; Riccardo III) di Olivier. Apparve in seguito come capo dell'Intelligence Service in Our man in Havana (1959; Il nostro agente all'Avana) di Reed, generale inglese in Exodus (1960) di Otto Preminger, attore fallito in Long day's journey into night, con cui ottenne un grande successo. Fu poi il marito invalido di un'infermiera italiana (Gina Lollobrigida) in Woman of straw (1964; La donna di paglia) di Basil Dearden, l'affettuoso padre adottivo del protagonista (Omar Sharif) in Doctor Zhivago (1965; Il dottor Zivago) di David Lean, e un austero bibliotecario in Rollerball (1975) di Norman Jewison. Dopo aver accettato di impersonare l'Essere supremo nel divertente Time bandits (1981; I banditi del tempo) di Terry Gilliam, offrì la sua ultima prova di grande attore, che gli valse la seconda nomination all'Oscar, con l'interpretazione del conte di Greystoke, il nonno di Tarzan (Christopher Lambert), nel film Greystoke: the legend of Tarzan, lord of the apes (1984; Greystoke ‒ La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie) diretto da Hugh Hudson, uscito dopo la sua morte.

Bibliografia

H. Hobson, Ralph Richardson, London 1958.

G. O'Connor, Ralph Richardson: an actor's life, London 1982.

Ralph Richardson: a tribute, ed. R. Tanitch, London 1982.

J. Miller, Ralph Richardson: the authorized biography, London 1995.

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