Vino al bivio, essere di moda oppure unico - la Repubblica

Vino al bivio, essere di moda oppure unico

Vino al bivio, essere di moda oppure unico
Ispirarsi a protocolli produttivi o al design di terzi, senza metterci del proprio, è un modello imprenditoriale che funziona solo nel breve termine
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Un tempo la questione del vino che sapeva di legno, sia da giovane sia per molti anni a seguire, era un qualcosa a cui eravamo abituati. Lo accettavamo. Oggi la situazione si è ribaltata, è in atto la corsa a produzioni sempre più “leggere”, che in qualche caso danno buoni risultati in altri snaturano l’immagine che avevamo di una tipologia di vino. In altri ancora gli esiti sono disastrosi, con difetti eloquenti sia nei profumi che percepiamo al primo naso sia nel gusto, ma che hanno avuto una tale presa e sviluppo nel mercato, che ci sentiamo dire: “sai, va di moda”. Ma le mode sono una cosa seria, chi le alimenta ha delle responsabilità. Nascono, finiscono e ritornano, in nuova nuova forma, consegnandoci altri messaggi, nuove interpretazioni. Spesso migliori delle originali. E’ un mutamento che rispecchia lo scenario di un tempo appoggiandosi su due elementi: storia e genealogia.

 

La prima ci apre la testa, ci mostra quanto sono cambiate le nostre interazioni con e nel mondo, la seconda ci impone di guardarci dentro. Di osservare le origini, al perché della loro nascita. Le mode sono delle rivoluzioni nei consumi, dei modelli che coinvolgono aspetti sociali, culturali e antropologici. Per un’azienda di vino, l’intercettare per tempo i gusti che cambiano e adeguarsi sarà ancora una sfida vincente in futuro? Sì, ma dipende come. La conferma la troviamo nelle aziende più “classiche”, quelle più legate alle proprie tradizioni, ma che si impegnano a trovare una strada che li porti ad essere moderni. A vivere nel tempo seguendo la propria idea di stile. Di sguardo alle cose.

 

Meno barrique in favore di cemento e tonneau? Va bene. Oppure sempre barrique ma molto usate, macerazioni più brevi. Più affinamento in vetro. Ci sono molte variabili. Strumenti. Certo è che ispirarsi a protocolli produttivi o al design di terzi, senza metterci del proprio, è un modello imprenditoriale che funziona nel breve termine. L’omologazione crea competizione solo nelle scale sconti che ci si deve inventare per vendere di più. Questo è il rischio in cui ci si imbatte se si sceglie “la strada dell’emulazione”.  Sono molti gli esempi di cantine che hanno sì destrutturato le loro giacche, ma hanno tutelato il loro stile rendendolo inconfondibile. A voi la scelta circa cosa volete essere: se una copia o unici.