Stato libero di Prussia

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Stato libero di Prussia
ex land
(DE) Freistaat Preußen
Stato libero di Prussia – Veduta
Stato libero di Prussia – Veduta
La Prussia all'interno della Repubblica di Weimar
Localizzazione
StatoBandiera della Germania Germania
Amministrazione
Capoluogo Berlino
Lingue ufficialitedesco
Data di istituzione1918
Data di soppressione1947
Territorio
Coordinate
del capoluogo
Superficie291 700 km²
Abitanti38 120 173 (1925)
Densità130,68 ab./km²
DistrettiProvince
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Stato libero di Prussia – Localizzazione
Stato libero di Prussia – Localizzazione

Lo Stato libero di Prussia, brevemente solo Prussia (td.: Freistaat Preußen o solo Preußen), fu una repubblica, formatasi dopo l'abolizione del Regno di Prussia, nonché il principale Land per superficie e per popolazione della Repubblica di Weimar, costituendone circa il 62,5% del territorio e della popolazione totale.[1] È esistito dal 1918 al 1947, quando venne sciolto per decisione degli Alleati.

Storia[modifica | modifica wikitesto]


Storia di Brandeburgo e Prussia
Marca del Nord
prima del XII secolo
Prussiani
prima del XIII secolo
Marca di Brandeburgo
1157–1618 (1806)
Stato monastico dei Cavalieri Teutonici
1224–1525
Ducato di Prussia
1525–1618
Prussia (Polacca) reale
1466–1772
Brandeburgo-Prussia
1618–1701
Regno in Prussia
1701–1772
Regno di Prussia
1772–1918
Stato libero di Prussia
1918–1947
Territorio di Memel
(Lituania)
1920–1939 / 1945–presente
Brandeburgo
(Germania)
1947–1952 / 1990–presente
Territori recuperati
(Polonia)
1918/1945–presente
Oblast' di Kaliningrad
(Russia)
1945–presente

Il primo dopoguerra: la democrazia prussiana[modifica | modifica wikitesto]

Eccetto per le colonie, quasi tutte le perdite territoriali della Germania dopo la prima guerra mondiale colpirono la Prussia. Come specificato nel Trattato di Versailles, l'ex regno perse territori a favore del Belgio (Eupen e Malmedy), della Danimarca (lo Schleswig settentrionale), della Lituania (la Regione di Klaipėda), della Cecoslovacchia (area di Hlučínsko) e della Francia (Regione dell'Alsazia). La Provincia del Reno divenne zona demilitarizzata.

Gran parte delle perdite della Prussia andarono a favore della Polonia, inclusa la Posnania e la Prussia occidentale, come anche una sezione orientale della Provincia di Slesia. Danzica fu sottoposta all'amministrazione della Società delle Nazioni, come Città Libera di Danzica. Queste perdite territoriali separarono la Prussia orientale dal resto della nazione, ora accessibile solo con la ferrovia attraverso il Corridoio polacco o per mare.

Siccome conteneva così tanta parte dell'area e della popolazione tedesca, il governo inizialmente pensò di dividere la Prussia in diverse entità trattabili più facilmente, ma infine il sentimento tradizionalista prevalse e la Prussia continuò a sopravvivere come entità unica.

Nonostante il suo autoritario predecessore, la Prussia era una promettente democrazia in Germania. L'abolizione dell'aristocrazia trasformò la Prussia in una regione fortemente dominata dalla sinistra delle classi operaie della "Berlino Rossa" e dell'area industriale della Ruhr.

Come in altri stati tedeschi, sia attuali che del tempo della Repubblica di Weimar, il potere esecutivo era gestito da un ministro presidente e le leggi erano discusse dal Landtag eletto dal popolo. Durante tutto il periodo di vita democratica dello Stato, cioè dal 1918 al 1932, il governo fu retto da un'alleanza di centro-sinistra fra il Partito Socialdemocratico, il Zentrum cattolico ed il liberaldemocratico Partito Democratico Tedesco (poi Partito dello Stato Tedesco), detta coalizione di Weimar, perché formata dai partiti che avevano ideato la Costituzione repubblicana del Reich. Anche la Costituzione dello Stato libero di Prussia (Verfassung des Freistaats Preußen), approvata il 30 novembre 1920, era stata ideata da queste forze politiche.

Primo Ministro prussiano dal 1920 al 1932 (salvo due brevi intervalli) fu Otto Braun, leader del principale partito della coalizione, il Partito Socialdemocratico di Germania. Durante il governo, Braun riformò profondamente lo Stato, insieme al Ministro degli Interni Carl Severing, che fu anche modello per la Repubblica Federale di Germania. Ad esempio, un primo ministro non poteva rimanere in carica se un altro potenziale candidato godeva della maggioranza dei consensi. Questo concetto, conosciuto come sfiducia costruttiva, fu ripreso dalla legge della RFG. Molti storici[senza fonte] ritengono che il governo prussiano del periodo raggiunse molti più successi di quello della Germania unita.

1932: colpo di Stato prussiano[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la salda guida socialdemocratica al governo della Prussia, il Partito nazionalsocialista di Adolf Hitler guadagnò via via consensi dalla classe medio-bassa e dai lavoratori della classe più bassa, particolarmente nella Prussia orientale e nelle regioni industrializzate. Dal 1932 il NSDAP fu il maggiore partito della Prussia, eccetto che nella Slesia, dominata dal partito Cattolico. Il partito di centro-sinistra rimase comunque al potere, con all'opposizione l'estrema sinistra e l'estrema destra fascista.

Tutto questo cambiò il 20 luglio 1932 con il Preußenschlag ("colpo di Stato prussiano"), quando il Cancelliere Franz von Papen esautorò il governo statale prussiano con la scusa che stava perdendo il controllo dell'ordine pubblico. A causa di questa emergenza, Papen si nominò Commissario del Reich per la Prussia e prese il controllo dello Stato. Questo rese facile ad Adolf Hitler la presa del controllo sulla Prussia negli anni seguenti.

1933-1945: la Prussia sotto il governo nazista[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera dello Stato libero di Prussia tra il 1933 e il 1935

Il 30 gennaio 1933 Adolf Hitler fu nominato cancelliere della Germania, segnando la fine della Repubblica di Weimar e la formazione della Germania nazista. Quattro settimane dopo, il 27 febbraio 1933, il palazzo del Reichstag fu dato alle fiamme. Il ministro degli interni prussiano Hermann Göring promulgò una legge il giorno seguente, sospendendo le libertà civili dei cittadini tedeschi. Sei giorni dopo l'incendio, le elezioni al Parlamento rafforzarono la posizione del Partito nazionalsocialista, anche se quest'ultimo non ottenne la maggioranza assoluta.

Il nuovo Reichstag fu aperto a Potsdam il 21 marzo 1933, alla presenza del Presidente Paul von Hindenburg, ormai sofferente di demenza senile. In un incontro di propaganda, Hitler annunciò il "matrimonio" della vecchia Prussia con la giovane Germania, per vincere i monarchici, i conservatori e i nazionalisti prussiani e indurli a votare la salita al potere di Hitler. La legge passò il 23 marzo 1933, garantendo a Hitler poteri dittatoriali.

Nell'aprile 1933 il Commissario del Reich e Primo Ministro di Prussia Franz von Papen era in visita presso la Città del Vaticano. I nazisti approfittarono della sua assenza e nominarono Hermann Göring Primo Ministro della Prussia. Con questo atto, Hitler fu in grado di avere pieni poteri in Germania, in quanto ora disponeva dell'intero apparato del governo prussiano, inclusa la polizia. Dal 1934 quasi tutti i ministeri prussiani furono uniti a quelli tedeschi; Hitler si nominò Governatore della Prussia, anche se questa funzione veniva esercitata da Göring.

Nello Stato centralizzato creato dai nazisti con la "Legge sulla Ricostruzione del Reich" ("Gesetz über den Neuaufbau des Reiches") del 30 gennaio 1934 e con la "Legge dei Governatori del Reich" ("Reichsstatthaltergesetz") del 30 gennaio 1935 gli stati furono di fatto dissolti. I governi degli stati federali erano ora controllati dai governatori del Reich nominati dal Cancelliere.

Le terre prussiane trasferite alla Polonia dopo il Trattato di Versailles furono riannesse durante la seconda guerra mondiale, ma non furono riassegnate alla Prussia, furono unite a un separato Gau del Großdeutsches Reich.

1945-1947: la fine della Prussia[modifica | modifica wikitesto]

Con la sconfitta della Germania nel 1945, giunse la divisione della Germania nelle zone di occupazione e il trasferimento delle terre ad est della Linea Oder-Neisse alla Polonia (con la parte settentrionale della Prussia orientale, inclusa Königsberg, oggi Kaliningrad, assegnata all'Unione Sovietica). Circa dieci milioni di tedeschi fuggirono o furono espulsi da queste zone, conformemente al piano di esodo dei tedeschi dall'Europa orientale.

Nel 1946 i territori prussiani assegnati alla zona di occupazione britannica vennero distaccati dalla Prussia ed eretti in Land autonomi, come segue:[2]

Nella legge nº 46 del 25 febbraio 1947, gli Alleati proclamarono formalmente la dissoluzione di ciò che era rimasto dello Stato prussiano.

Suddivisioni della Prussia[modifica | modifica wikitesto]

Le province dello Stato libero di Prussia nel 1920, prima della formazione della provincia separata di Berlino

Province[modifica | modifica wikitesto]

Provincia Capoluogo
Grande Berlino
Brandeburgo Potsdam - Berlino - Potsdam - Charlottenburg - Berlino [3]
Prussia Orientale Königsberg
Hannover Hannover
Assia-Nassau Kassel
Hohenzollern Sigmaringen
Bassa Slesia Breslavia
Pomerania Stettino
Posen-Prussia Occidentale Piła
Provincia del Reno Coblenza
Provincia di Sassonia Magdeburgo
Schleswig-Holstein Kiel - Schleswig - Kiel[3]
Alta Slesia Katowice - Opole[3]
Vestfalia Münster

Effetti della prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Cambiamenti prima della seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1920, con la legge della "Grande Berlino" (Groß-Berlin-Gesetz), si creò la nuova provincia di Berlino, separando la capitale dalla Provincia del Brandeburgo. Questa nuova provincia accrebbe le dimensioni della città di 13 volte, e i suoi confini sono ancora mantenuti, salvo modifiche di dettaglio, dall'attuale stato federale di Berlino.

La parte restante delle province di Posnania e della Prussia occidentale furono combinate a formare la provincia di Posen-Prussia Occidentale nel 1922.

I provvedimenti di legge assunti dal governo nazista nel 1933-1935 de facto abolirono l'autonomia statale della Prussia, come degli altri Länder. La Legge per la rifondazione del Reich ("Reichsgesetz über den Neubau des Reiches") del 30 gennaio 1934 cancellò l'autogoverno dei Länder. Dopo il "Reichsstatthaltergesetz" del 1935, tutti gli stati e le province furono de facto sciolti, permettendo ai nazisti la riorganizzazione della Germania in nuove suddivisioni (Gaue). Nonostante questo, alcuni cambiamenti vennero ancora apportati alle province prussiane dopo il 1935: ad esempio, la Legge per la grande Amburgo[4] del 1937 trasferì alcuni territori dello Schleswig-Holstein alla Libera Città di Amburgo, mentre la città di Lubecca fu annessa allo Schleswig-Holstein.

Dopo la seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Con la nascita delle zone di occupazione alleate della Germania nel 1945 e con l'abolizione dello Stato prussiano nel 1947, le province della Prussia furono trasformate in nuovi Länder. Tale processo fu tuttavia diversificato da zona a zona d'occupazione: nelle zone occidentali le antiche Province prussiane vennero, pur con taluni spostamenti di confine, direttamente elevate a Länder autonomi (nel 1946); nella zona sovietica, invece, vennero dapprima riorganizzate e reistituite le Province, dovendosi imputare de jure solo alla decisione inter-alleata del 1947 il definitivo scioglimento dello Stato libero di Prussia[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Beckmanns Welt-Lexikon und Welt-Atlas, Leipzig / Vienna, Verlagsanstalt Otto Beckmann, 1931.
  2. ^ (DE) Verordnung Nr. 46, Auflösung der Provinzen des ehemaligen Landes Preußen in der Britischen Zone und ihre Neubildung als selbständige Länder vom 23. August 1946, su verfassungen.de. URL consultato il 7 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2017).
  3. ^ a b c In ordine cronologico.
  4. ^ Groß-Hamburg-Gesetz, con cui si decretava l'annessione alla città di Amburgo delle cittadine e dei comuni rurali limitrofi, per meglio coordinare lo sviluppo urbano. Un provvedimento analogo fu preso per Berlino.
  5. ^ Note alla Costituzione dello Stato libero di Prussia, su verfassungen.de. URL consultato il 16 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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