Test Aprilia RS 660 Extrema, i voti del #SottoEsame - News | InMoto.it

Test Aprilia RS 660 Extrema, i voti del #SottoEsame

Test Aprilia RS 660 Extrema, i voti del #SottoEsame#sottoesame

Quattro turni all’Autodromo di Vallelunga per capire quanto la parola Extrema si abbini in armonia all’Aprilia RS660. Sarà degna di un tale appellativo? Scopriamolo assieme

Redazione - @InMoto_it

10.05.2023 18:18

È la sportiva più venduta in Europa: con un simile risultato, l’Aprilia RS 660 si può definitivamente archiviare come un successo al di là delle aspettative, per il Gruppo Aprilia. Nessuno se lo aspettava, noi per primi: nonostante la bontà del progetto (come vi abbiamo raccontato durante il primo contatto su strada) rimane una sportiva, segmento di moto piuttosto in declino. Aprilia però ha dimostrato che, con un paio di aggiustamenti, anche una carenata con i semimanubri oggi può diventare un progetto vincente. Per celebrare questo successo, a Noale hanno pensato a una speciale versione chiamata Extrema, un nome che ricorderà di certo chi oggi ha un’età attorno ai 40: Extrema fu anche l’RS 125 del 92 (prodotta fino al 94), una versione particolarmente sportiva grazie a dettagli che, per gli appassionati di allora, erano da leccarsi i baffi. Ma torniamo al 2023 e scopriamo come se l’è cavata l’Aprilia RS660 Extrema in questo #SottoEsame. 

APRILIA RS 660 EXTREMA: DESIGN

Il filone estetico inaugurato con l’Aprilia RS 660 è stato poi seguito anche da tutti gli altri modelli della gamma Aprilia (RSV4, Tuono, Tuareg…) ed è probabilmente uno dei motivi del suo successo. Minuta, filante, snella, la 660 è un esempio di leggerezza estetica. Anche quell’accenno di alette ai lati del faro sono ben integrate nella sagoma della carenatura. Ma d’altra parte, quando il design è firmato Miguel Galluzzi (padre della prima Ducati Monster, per dirne una), c’è poco da aggiungere. La colorazione dedicata alla Extrema, bianca-rossa-verde, è un tocco di patriottismo niente male. VOTO 9

APRILIA RS 660 EXTREMA: CONTENUTI TECNICI

La base tecnica dell’Aprilia RS 660 non cambia nella sostanza: i tecnici hanno giusto aggiunto qualche dettaglio più sportivo, per renderla più attraente ma anche un pelo più leggera. Prima di tutto c’è un nuovo impianto di scarico omologato completo (a meno dei collettori) by SC Project con terminale in carbonio posizionato sul lato destro (e non più sotto il motore). A corredo è fornita anche la staffa di supporto del silenziatore, in alluminio anodizzato nero, che permette di rimuovere le pedane del passeggero. Al contenimento del peso contribuiscono anche il parafango anteriore e il nuovo puntale, entrambi realizzati in carbonio. Non manca nemmeno il codino monoposto, che sostituisce la sella passeggero (che comunque è fornita a corredo della moto). In tutto si risparmiano 3 kg, per un totale di 166 kg a secco. Oltre alla dotazione elettronica di serie (traction control, ABS cornering, engine brake, mappe, e wheelie control), la Extrema è fornita di serie del software per regolare il quickshifter bidirezionale in configurazione rovesciata: chiunque può scegliere in autonomia come installarlo. Il resto del pacchetto rimane confermato: motore bicilindrico parallelo di 659 cc strettamente imparentato con il 4 cilindri a V dell’RSV4 (manovellissimo a 270°), capace di 100 CV tondi a 10.500 giri e 67 Nm. È racchiuso in un telaio perimetrale in alluminio che ha funzione portante (il forcellone è infulcrato al carter posteriore) mentre le sospensioni sono delle Kayaba regolabili (tra gli optional c’è un monoammortizzatore Ohins, pensato per chi prevede un uso frequente tra i cordoli). VOTO 9

APRILIA RS 660 EXTREMA: COMFORT ED ERGONOMIA

A livello di ergonomia non ci sono novità: è una moto sportiva, l’Aprilia RS 660 Extrema, su questo non ci piove. Tuttavia alcuni accorgimenti migliorano parecchio la convivenza quotidiana, come il telaietto particolarmente rastremato, che permette di poggiare saldamente i piedi a terra. Il peso è risicatissimo, è evidente quando si sposta la moto a motore spento, e i semi-manubri sono aperti, non spioventi e comunque ben al di sopra della piastra. Sì, è una sportiva caricata sull’avantreno, ma senza esasperazioni. Solo i più alti (oltre il metro e 85) si troveranno un po’ raccolti in sella, peraltro un po’ scivolosa nelle frenate più importanti. Anche la protezione aerodinamica, in rettilineo, non è delle migliori. VOTO 7

APRILIA RS 660 EXTREMA: PIACERE DI GUIDA

Quando sono partiti a disegnare i primi bozzetti dell’RS 660, l’obiettivo dei tecnici era uno e uno soltanto: realizzare una sportiva leggera, facile da guidare, sempre sfruttabile ma con prestazioni comunque capaci di emozionare. Ed è proprio questa l’impressione che si ha della 660 fin dalle prime curve, anche in pista. Non importa il livello di abilità del pilota: l’RS 660 ti fa sentire a tuo agio. Non c’è una posizione di guida troppo scomoda, il motore non ti spara come un cannone fuori dalle curve obbligandoti a tirare i manubri, la frenata è potente ma molto gestibile. Ti senti un pilota migliore, e questo forse è il suo miglior pregio. Gran parte del merito ci sentiamo di attribuirlo a due fattori fondamentali: il peso contenutissimo e l’equilibrio della ciclistica. Il primo è al limite del sorprendente. È quel genere di massa che, anche se hai esagerato in staccata, ti consente di recuperare quei due metri che servono per rimanere in traiettoria. Ti senti autorizzato a osare perché c’è poca inerzia, in qualunque fase: frenata, inserimento, percorrenza e uscita. La moto non allarga mai, anzi, si fionda alla corda con una rapidità che inizialmente è quasi disarmante. Bisogna un attimo riparametrarsi, soprattutto se si è abituati a guidare moto sportive di categoria 1000 cc. Il secondo, l’equilibrio della ciclistica, è qualcosa in cui gli uomini di Noale sono abili artigiani. È come se il baricentro si trovasse esattamente dove dovrebbe essere. C’è una perfetta sinergia tra avantreno e retrotreno, non è solo una questione di taratura delle sospensioni. Qui ci sono anni di studi sulla distribuzione dei pesi, sulle inerzie e sulle altezze. Il risultato è una sportiva che non ha difetti, se parliamo di ciclistica. In tutto questo equilibrio magico, il motore gioca un ruolo fondamentale. Perché è quel genere di potenza che non ti stanca, mai, ma al tempo stesso ha una bella schiena a metà scala del contagiri. Forse non emoziona, quando si va nella zona alta: superati i 10.000 giri la spinta si affievolisce parecchio e, nelle marce alte, il bicilindrico fatica a spingersi oltre i 210 km/h (indicati). In compenso, nelle prime tre marce ha una bella grinta soprattutto nella zona a metà scala del contagiri. Ottimo il funzionamento del quickshifter, preciso negli innesti ma forse non il più rapido di sempre. VOTO 8,5

Aprilia RS 660 Extrema: il video onboard a Vallelunga

Aprilia RS 660 Extrema: il video onboard a Vallelunga

Un giro di pista con l'ultima versione della media sportiva di Noale che si differenzia per parti in carbonio ed un nuovo scarico SC-Project. Interventi che limano di altri 3 Kg il peso complessivo della moto

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APRILIA RS 660 EXTREMA: RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO

Considerato quanto offerto, l’Aprilia RS 660 Extrema non costa una follia: si parte da 13.499 euro, in un pacchetto che di serie comprende già praticamente tutto quello che una sportiva può offrire. Facendo due conti, sono all’incirca 1.800 euro più della standard: considerato tutto, è una gran bella offerta. VOTO 7

APRILIA RS 660 EXTREMA: CONCLUSIONI

Aprilia fa bene a battere su un ferro che, in questo momento, è davvero bollente. L’RS 660 è la sportiva più venduta in Europa, e guidandola si può intuire il perché. Soddisfa un po’ tutti, quelli che cercano una sportivetta facile e divertente ma anche il pilota esperto che ha voglia di una sportiva meno impegnativa delle moderne superbike. Costicchia, vero, ma è tutta fatta in Italia. E questo, al giorno d’oggi, un po’ si paga. VOTO FINALE 8,1

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