Piazza Pretoria

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Piazza Pretoria
Veduta da Santa Caterina
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàPalermo
QuartiereTribunali-Castellammare
Informazioni generali
Tipopiazza
Collegamenti
Luoghi d'interesse
Mappa
Map

Piazza Pretoria, si trova sul limite del quartiere della Kalsa, in prossimità dell'angolo del Cassaro con via Maqueda, a pochi metri dai Quattro Canti, centro esatto della città storica di Palermo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1573 il senato palermitano acquistò la fontana con l'intenzione di collocarla al centro della piazza.[1]

L'elaborato manufatto in marmo di Carrara era inizialmente destinato al palazzo di San Clemente di Firenze, opera commissionata da Luigi, fratello di García Álvarez futuro viceré di Sicilia e della granduchessa di Toscana Eleonora di Toledo, entrambi figli di Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, viceré di Napoli. Eleonora fu la prima moglie di Cosimo I de' Medici.[2]

Per collocare la monumentale realizzazione concepita per un luogo aperto, furono demolite diverse abitazioni. La fontana fu riadattata al luogo con l'aggiunta di nuove parti. Nel 1581 furono ultimati i lavori di sistemazione della fontana sulla piazza diretti da Camillo Camilliani e coadiuvato da Michelangelo Naccherino.[3]

È popolarmente nota per la Fontana della Vergogna; il nomignolo nascerebbe dalla presenza del monastero di clausura dell'Ordine domenicano, le cui religiose, infastidite dalla gran profusione di parti intime esibite dalle statue, disposero atti vandalici col fine di sfregiarle,[4] oppure da leggende intorno alla figura della regina Giovanna d'Angiò.[4]

Uno studio mirato delle fonti documentali sposta l'attenzione sulle spese disinvolte, errati stili gestionali e amministrativi, sugli enormi conflitti di interessi, aberrazioni e anomalie politiche posti allegramente in essere secoli fa e già pesantemente criticati dall'opinione pubblica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Al centro della piazza è collocata la fontana Pretoria opera di Francesco Camilliani realizzata nel 1554,[2][5][6] che occupandone gran parte dell'estensione caratterizza fortemente il Piano Pretorio.

Tre dei quattro lati sono chiusi da edifici: il palazzo Pretorio, sede del comune costruito nel XIV secolo e ristrutturato nel XIX secolo; la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria edificata alla fine del XVI secolo; due palazzi baronali: palazzo Bonocore e palazzo Bordonaro separati da una scalinata sul Cassaro.[7] Sul quarto lato la piazza scende con una scalinata su via Maqueda dirimpetto al prospetto sinistro della chiesa di San Giuseppe dei Teatini.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Touring Club Italiano, pp. 92, 134, 179, 182.
  2. ^ a b Touring Club Italiano, pp. 92.
  3. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 812 e 822.
  4. ^ a b Le statue "evirate", la regina e il cavallo: la Fontana della Vergogna tra storia e leggenda, su PalermoToday. URL consultato il 13 febbraio 2020.
  5. ^ Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 106.
  6. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 386, 388, 616, 773, 811.
  7. ^ Pagina 243, Gioacchino di Marzo, "Diari della città di Palermo dal secolo XVI al XIX: pubblicati ... " [1], Volume 14, Palermo, Luigi Pedone Lauriel, 1873.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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