Campiello Junior, il presidente di giuria Pino Boero: “Anche il bimbo-telefonino può innamorarsi della lettura” - Il Secolo XIX
Il colloquio

Campiello Junior, il presidente di giuria Pino Boero: “Anche il bimbo-telefonino può innamorarsi della lettura”

I libri ammessi al Premio letterario sono 92. Domani si sapranno i due vincitori tra i sei finalisti, uno per ciascuna terna

Guglielmina Aureo
3 minuti di lettura

Lo scrittore e docente genovese Pino Boero 

 

Genova – Un cane abbandonato, una gatta randagia, l’amicizia fra un topo e una tartaruga, due fratellini in fuga dopo la morte della mamma, un coccodrillo molto timido, due pirati con il mal di denti, un drago che fuoco più non ha. Ecco i sei libri finalisti al Campiello Junior. Il premio letterario (nato dalla collaborazione tra Fondazione Campiello, Pirelli e Fondazione Pirelli) giunto alla terza edizione, è dedicato ai lettori dai 7 ai 10 anni e a quelli dagli 11 ai 14. I due vincitori, uno per ciascuna terna, saranno eletti domani nella cerimonia che si terrà nel Teatro Comunale di Vicenza. In una platea, che si prevede colorata e chiassosa, ci saranno molti dei 240 giurati delle scuole elementari e medie chiamati a votare il loro titolo preferito.

A selezionare i sei finalisti è stata una giuria di esperti guidata dal presidente e docente genovese Pino Boero. Impresa non facile visto che i testi segnalati sono stati 300, ammessi 92. Dopo un lungo lavoro di setaccio, per la categoria 7-10 anni sono rimasti in gara: “Un bambino, una gatta e un cane” di Angelo Petrosino (Einaudi Ragazzi), “Il lungo inverno di Ugo Singer” di Elisa Ruotolo (Bompiani) e “Il grande discorso di Cocco Tartaglia” di Fabrizio Silei (Emme Edizioni).

Per la categoria 11-14 anni in lizza ci sono: “Fuori è quasi buio” di Alice Keller (Risma Editore), “Storia del pirata col mal di denti e del drago senza fuoco” di Andrea Molesini (HarperCollins Italia) e “La notte più bella” di Daniela Palumbo (Piemme). «Tra le opere giunte da tutta Italia – spiega Pino Boero – c’erano quelle di autori noti e meno noti. Fatto che ci ha permesso di operare una scelta non condizionata dal grande nome e molto varia. Le case editrici presenti sono tutte significative».

La novità arriva dai temi. «Ci ha colpito trovare racconti umoristici – prosegue il presidente –Il dato è parso rilevante al punto che due titoli sono stati scelti per ciascuna fascia: “Il grande discorso di Cocco Tartaglia” di Fabrizio Silei e “Storia del pirata col mal di denti e del drago senza fuoco” di Andrea Molesini. È insolito trovare l’elemento comico nella letteratura per bambini e adolescenti dove prevalgono argomenti più seri e d’impegno».

Accanto alla storia del timidissimo Cocco, che deve tenere un discorso al raduno internazionale dei coccodrilli e alle peripezie dei pirati Panciagalla e Copecoperso che cercano il dentista, drago Anselmo, ci sono anche temi classici. «Con il bambino o la bambina in confronto con gli amici, i coetanei, le incomprensioni di famiglia senza cedere però all’ovvietà. – puntualizza Boero – Gli scrittori che sono emersi hanno dato prova di originalità e di padroneggiare uno stile».

L’inflazione del fantasy sembra essersi arrestata. «È un genere molto presente a livello editoriale. Ma al Campiello Junior non ne sono arrivati molti esemplari. È un bene che la letteratura non vada solo in quella direzione. Resta intramontabile, invece, il tema dell’amicizia. Nel libro di Elisa Ruotolo, “Il lungo inverno di Ugo Singer”, si narra l’amicizia fra una tartaruga e un topo senza cadere nella retorica ma privilegiando intelligenza e leggerezza».

Non manca il tema frequentato della fuga dei bambini qui raccontato con un taglio insolito da Alice Keller in “Fuori è quasi buio” che affida ai due protagonisti, Simone e Mattia, un messaggio importante: il coraggio di chiedere aiuto. O l’avventura a lieto fine di “Un bambino, una gatta e un cane” di Angelo Petrosino. Sorge spontanea una domanda: come il linguaggio dei social influenzi i libri per ragazzi. «È un fenomeno che abbiamo riscontrato senza esagerazioni nei testi della fascia 11/14 – prosegue Boero –. L’importante è che l’elemento social non venga utilizzato come espediente furbo ma sia congruo al contesto narrativo. Uno dei libri che è piaciuto alla giuria riguarda proprio un blackout che spegne New York e consente a Daniela Palumbo di raccontare “La notte più bella” in otto storie».

Se il modo di scrivere per i ragazzi è cambiato, i lettori no. «Sicuramente oggi la scrittura è più essenziale, si rivolge a una platea abituata alla rapidità dei messaggi, alle immagini. Quindi descrizioni meno lunghe, dialoghi serrati. E c’è una misura del libro. Il più lungo al Campiello Junior conta 200 pagine. Per i piccoli 50, massimo 80. Di solito fa eccezione il fantasy che arriva a 400 pagine ma siamo nelle saghe».

Oggi i lettori più giovani appaiono desiderosi di confronto e ascolto. «Il bambino se opportunamente stimolato dall’insegnante e dai genitori è ricettivo – dice Boero – Io non sono apocalittico sull’argomento, non sono tra quelli che dicono “ai miei tempi”. Se il prodotto è buono, l’autore bravo, il genitore, l’adulto, è disponibile, il gioco è fatto. Basta mandare un attore in una classe a raccontare una favola ed ecco che il “bambino televisivo”, il “bambino telefonino” resta a bocca aperta. Allora? Per far innamorare i ragazzi della lettura bisogna farsi vedere leggere, sembra banale ma è la cosa più semplice. Il libro, la rivista, il giornale in mano costituiscono un esempio muto ed efficace. Leggere e raccontare fin dalla prima infanzia, senza dimenticare la tradizione della fiaba della buonanotte. Lasciamoli liberi di scegliere. E se non si emozioneranno di ciò di cui ci siamo emozionati noi non importa».

Ecco cosa non dovrebbe mancare in una baby libreria secondo Boero: «Tre titoli di ieri: “Piccole donne” di Louisa May Alcott, “Senza famiglia” di Hector Malot, “Kim” di Kipling. E tre autori di oggi: Bianca Pitzorno, Roberto Piumini e Angela Nanetti. Poi Gianni Rodari che vale sempre». —

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