Shazam! Furia degli dei, mai sottovalutare i (super) poteri degli adolescenti: la recensione

La saga DC Comics torna con un secondo capitolo dal cast stellare che include Helen Mirren e Lucy Liu e promette scintille (oltre ai soliti fulmini)
Shazam Furia degli dei mai sottovalutare i  poteri degli adolescenti la recensione
Courtesy of Warner Bros. Pictures

Gli eroi DC Comics sbarcati al cinema si prendono spesso molto sul serio: c’è poco da scherzare con Batman o Superman, insomma. Al massimo si trova qualche battutina in Aquaman o qualche strizzatina d’occhio in Wonder Woman. Niente a che vedere, quindi, con lo stile più goliardico Marvel. Il supereroe bambino di Zachary Levi, invece, mescola un po’ le carte e dona leggerezza ad un intero universo nato dai fumetti e declinato su grande schermo. Orfano – come la maggior parte di eroi, miti e leggende – questo ragazzino passa da una casa famiglia all’altra finché non trova un posto a cui appartenere. E succede proprio per magia, come in Harry Potter, grazie alla scelta di un potente stregone. 

Il primo film di *__Shazam! __*è stato come un’esplosione di fuochi d’artificio: colorato, brillante e rumoroso. Cosa ci si poteva inventare in un secondo capitolo? Detto fatto: scomodiamo l’Olimpo e le sue divinità femminile, spruzzandoci dentro una buona dose di metafora ambientalista e tanti ingredienti del coming of age classico.

E sì, perché i protagonisti non posso certo restare bambini per sempre! Infatti è proprio questa la premessa di Shazam! Furia degli Dei (al cinema dal 16 marzo, con due scene extra dopo i titoli di coda): il protagonista Billy Batson, interpretato nella versione adolescente da Asher Angel (e in quella adulta/supereroica da Zachary Levi, appunto), compirà diciott’anni tra cinque mesi. Vuol dire che il sistema americano lo considera in grado di badare a se stesso e gli toglie ogni sussidio, oltre che il tetto della famiglia affidataria. 

Ritornano come uno tsunami, allora, i problemi sul senso di appartenenza e sui legami. La paura di perdere i  fratelli e le sorelle acquisite trasforma Billy in un maniaco del controllo con un motto come quello dei Tre Moschettieri per tenere unito il gruppo.

Riuscire, però, a far squadra in sei è già di per sé una sfida, se si aggiungono le diverse età anagrafiche, le provenienze e persino i super poteri allora la missione diventa esplosiva ma non in senso positivo. 

Questa parte resta la più riuscita, divertente e a tratti tenera di tutto il film, la vera ventata di freschezza nel mondo dei supereroi. I bambini/ragazzi protagonisti, abbandonati dalle famiglie biologiche, trovano i propri punti di forza nell’accoglienza dei genitori adottivi, che permette loro di sviluppare un’individualità mentre si sentono al sicuro ma liberi al tempo stesso. 

Shazam! piace perché lui e il suo team sono pasticcioni, spontanei e deliziosamente imperfetti. Ma stavolta si scontrano con tre sorelle, le figlie di Atlante, che sono l’opposto: adulte, potentissime e sempre capaci di controllare i propri doni soprannaturali. Se si aggiunge che sono mosse da una vendetta millenaria allora il dramma è servito. Le tre new entry Helen Mirren, Lucy Liu e Rachel Zegler sono assolutamente perfette nel prestare il volto a Hespera, Kalypso e Anthea.

Quello che funziona meno è il pandemio apocalittico scatenato dalla loro ira cieca. Oltre a un’inaspettata dose di brutalità, che rende il capitolo più violento e meno spensierato del precedente. 

Chi invece va pazzo soprattutto per le scene infinite d’azione, tra mostri di ogni tipo e in scenari bizzarri allora ha trovato l’universo giusto in cui intrattenersi. Stavolta sembra manchino davvero solo i due leocorni.

Altre storie di Vanity Fair che vi possono interessare:

I film più attesi del 2023

I 10 film italiani in arrivo nel 2023

Barbie, la prima foto del film con Margot Robbie