Il giallo della fontanella sparita in Costiera: al posto dell’originale resterà una in ferro - Il Piccolo

Il giallo della fontanella sparita in Costiera: al posto dell’originale resterà una in ferro

Era l’ultimo pezzo in pietra risalente al Ventennio fascista. Dopo un incidente si è volatilizzata e non verrà ricostruita

Francesco Bercic
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

La storica fontana degli anni Venti e, a destra, quella nuova sistemata nel belvedere prima della galleria

 

TRIESTE Era sopravvissuta a numerosi atti vandalici che, negli anni, ne avevano più volte deturpato il profilo dirimpetto al golfo. Adesso, però, la sua tormentata e quasi centenaria storia sembra essere giunta a conclusione, inseguita da domande alle quali, forse, non verrà mai data risposta. Al centro di questo piccolo mistero c’è la fontanella di epoca fascista che, fino a circa un anno fa, sorgeva a lato della strada Costiera, nella piazzola in prossimità della galleria naturale.

Il mistero della fontana

Di colore bianco, con tanto di fascio littorio ai lati, la fontanella era l’ultimo esemplare in pietra dei quattro costruiti durante il Ventennio lungo quella che, proprio ai tempi, diventava la principale via d’accesso a Trieste.

Oggi, al suo posto, è stato posizionato un modello identico a quello utilizzato nel litorale di Barcola o nel centro città: dove si trovi la fontanella originale è, appunto, un mistero. Ma, per capirne i motivi, è necessario prima ripercorrere brevemente il suo accidentato passato.

La storia

A rivelare la data di costruzione della fontanella, era un’incisione ricavata sulla stessa che recava la scritta “IX anno dell’era fascista”: siamo, dunque, nel 1931, qualche anno dopo l’inaugurazione della galleria scavata nel costone di roccia. In tutto, come detto, le fontanelle erano quattro; già da anni, tuttavia, le due presenti rispettivamente nei pressi della galleria di Grignano e all’altezza dei Filtri risultano scomparse. Pertanto, all’elenco rimane solo l’esemplare in ferro di colore verde, sfruttato spesso come punto di ristoro dai ciclisti lungo il rettilineo in uscita dalla città.

Atti vandalici

Per molto tempo, la fontanella in pietra è stata il bersaglio di atti vandalici che ne hanno sfigurato a più riprese l’aspetto. L’episodio dalle conseguenze probabilmente peggiori si è registrato durante i mesi di pandemia, con la fontanella che è stata quasi del tutto ricoperta di vernice: a farne le spese, la scritta “IX anno dell’era fascista”, mentre anche il fascio littorio ne è uscito in parte scalpellato. Fatto poi reiterato, con la medesima bomboletta spray color vinaccia ma con danni minori, qualche tempo dopo.

Il tentativo di riqualificazione

Nel mezzo, c’era stato un tentativo di riqualificazione promosso dal sindaco Roberto Dipiazza, con l’utilizzo di uno speciale macchinario a getto d’acqua e sabbia messo a disposizione da una ditta specializzata. Ma, come si è visto, a poco è servito. Così si arriva ai primi mesi dell’anno scorso, quando al vandalismo si somma la cattiva sorte.

L’incidente stradale poi il nulla

La fontanella viene danneggiata, infatti, da un incidente stradale e, da quel momento in poi, si perdono le sue tracce.

Se sia caduta nella scarpata o sia stata vittima di un furto, è impossibile stabilirlo. Nei mesi successivi all’incidente, il Comune di Trieste e AcegasApsAmga hanno tentato, con l’aiuto di alcuni speleologi, di individuare eventuali resti caduti oltre il parapetto, senza ottenere risultato.

Per un momento, il Comune ha anche valutato l’ipotesi di commissionare alla Soprintendenza la ricostruzione dell’originale, ma l’idea è stata presto abbandonata. Perciò, fino a qualche settimana fa, l’unico elemento superstite era il basamento della struttura, ora ricoperto da una fontanella nuova di zecca.

Il mistero, così, rimane irrisolto, in attesa di trovare il reperto nell’abitazione di un collezionista o lungo il costone roccioso.

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