Penny Dreadful, recensione (no spoiler) della serie TV horror su Sky

Penny Dreadful

Ispirata nel nome agli omonimi romanzetti diffusi nel corso dell’Ottocento nel Regno Unito, caratterizzati dal sensazionalismo dei loro contenuti orrorifici e misterioso, Penny Dreadful è una serie andata originariamente in onda per tre stagioni tra il 2014 e il 2016. La crea e la scrive in buona parte John Logan, che si rifà a un immaginario come quello de La lega degli straordinari gentlemen di Alan Moore, e popola la Londra vittoriana di tanti nomi e creature note della letteratura come Victor Frankenstein, Dr. Jekyll, Dracula, Dorian Gray, gruppi di vampiri e licantropi.

La trama di Penny Dreadful

Siamo nella Londra del 1891. La città sotto il regno vittoriano è popolata da un gran numero di bizzarri individui e creature che vivono la loro vita intrecciando i loro interessi gli uni agli altri. C’è Ethan Chandler (Josh Hartnett), americano abile con le armi da fuoco che viene ingaggiato per un lavoro dalla misteriosa e affascinante Vanessa Ives (Eva Green). Ci sono poi Sir Malcolm Murray (Timothy Dalton), alla ricerca dei vampiri che hanno rapito sua figlia Mina, e il dottor Victor Frankenstein (Harry Treadaway) e Abraham Van Helsing (David Warner) che collaborano con lui.

Si aggirano poi tra i vicoli della capitale inglese anche la tormentata Creatura (Rory Kinnear), primo esperimento abbandonato da Frankenstein, e la prostituta Brona (Billie Piper), che si lega sentimentalmente a Ethan e intrattiene un ambiguo rapporto con Dorian Gray (Reeve Carney). Su questo variopinto sfondo si consumano le spesso tragiche vicende di individui rimasti ai margini di una società che li rigetta e dalla quale essi stessi si tengono alla larga, mentre forze oscure e sovrannaturali mettono in moto le loro pericolose macchinazioni.

Perché vedere Penny Dreadful

Tenendo fede al nome che la serie porta, Penny Dreadful si pone lo scopo di elaborare un complesso e sfaccettato affresco sfruttando un già forte e stabile immaginario. Tutti conosciamo la gran parte dei nomi che l’opera di Logan decide di andare a mescolare tra i vicoli di Londra, ma in Penny Dreadful questi vengono a collidere spesso l’uno contro l’altro, intessendo relazioni d’amicizia, d’amore e anche di odio.

Oltre al tono grave di una narrazione che si affida molto anche alle buone interpretazioni dei diversi e prestigiosi attori, la serie riesce a godere anche di una buona rappresentazione gotica nelle scenografie e nelle ricostruzioni degli ambienti. Dopotutto è lì che gran parte del lavoro sta, nella capacità di restituire il senso di oscurità che progressivamente cala sopra vicende che episodio dopo episodio colano a picco come dentro a un imbuto.

Perché non guardare Penny Dreadful

Non ci sono reali ragioni per le quali sconsigliare Penny Dreadful. La serie creata da Logan è consapevole dei propri mezzi e imbastisce un racconto credibile e sempre coerente nei toni senza strafare, senza disperdersi inutilmente in lungaggini difficili da digerire. Le tre stagioni che la compongono riescono a spaziare abbastanza agilmente anche in diversi contesti, con in particolare l’ultima che per donare nuovo impulso e linfa vitale sceglie di spostarsi al di fuori delle mura londinesi.

Penny Dreadful è ciò che fa per voi se siete alla ricerca di una serie dai decisi tratti gotici, efficace nel richiamare i tratti distintivi di un mondo ben codificato dove ci si immerge gomito a gomito con le vicende di un gruppo alle prese con le storture dell’esistenza. Saprà accompagnarvi con rigore nel corso delle sue tre stagioni e se poi ne vorrete ancora un po’ di più, c’è sempre la sua serie spin-off sul folklore messicano-statunitense, Penny Dreadful: City of Angels.

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