A scuola di cinema con la risorsa dell’intelligenza artificiale: “Demonizzarla? No, è utile a tutti” - la Repubblica

Palermo

A scuola di cinema con la risorsa dell’intelligenza artificiale: “Demonizzarla? No, è utile a tutti”

A scuola di cinema con la risorsa dell’intelligenza artificiale: “Demonizzarla? No, è utile a tutti”

Giuseppe Paternò ha introdotto le prime masterclass.

“Comunque a fare la differenza alla fine è sempre il talento”

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Trenta secondi per creare una colonna sonora con l’intelligenza artificiale. Più o meno lo stesso tempo che ci vuole per realizzare un soggetto cinematografico o la locandina di un film. Qualche minuto in più per doppiare in italiano, in cinese o in africano “Titanic” o “C’era una volta in America”. Basta il programma giusto, digitare sulla tastiera del computer le parole chiave, smanettare un po’ al pc per prendere dimestichezza con il mondo dell’Ai e il gioco è fatto.

Incubo o realtà? Ai posteri, neppure così lontani, l’ardua sentenza. «L’intelligenza artificiale è già realtà, rendiamola nostra alleata». Giuseppe Paternò, direttore della “Scuola cinema Sud”, si è già attrezzato per affrontare le sfide che attendono il mondo dell’audiovisivo nei prossimi anni. E ha messo le sue competenze a servizio degli allievi della scuola di via Giuseppe Alessi. Un mese fa ha introdotto le prime masterclass sull’intelligenza artificiale applicata al cinema. Gli studenti imparano a trasformare i testi in immagini e a creare i film al pc: copione, animazione, scenografia, locandina, musica. Persino gli attori, in questo mondo 2.0, non servono più. «Basterà clonarli con un programma ad hoc e così Tom Cruise parlerà senza sforzi in cinese e in arabo, dirà quello che vorremo fargli dire e senza nessuno sforzo guadagnerà da casa sui diritti di immagine — dice Paternò — Ma i primi a sparire, nel giro di qualche anno, saranno i doppiatori e anche gli sceneggiatori dovranno fare presto i conti con l’Ai».

Fantascienza? Mica tanto. Da Hollywood è partito lo sciopero degli sceneggiatori, preoccupati dalla galoppata irrefrenabile della tecnologia. E, in Italia, la protesta ha riguardato anche gli attori che hanno dichiarato guerra alle voci dell’intelligenza artificiale. «L’Ai ha un potenziale enorme — osserva il direttore della scuola di cinema che ha anche uno studio di doppiaggio — Al computer ormai si può fare praticamente tutto». Tutto, o quasi. «Perché serve comunque un’idea alla base e quella parte sempre da noi — spiega Paternò — E a fare la differenza, alla fine, per fortuna è sempre il talento, su cui si poggia ogni cosa». La creatività deve restare, in qualche modo, umana. Con una mano d’aiuto, artificiale s’intende, che facilita il processo creativo e la realizzazione del prodotto finale.

Come in ogni cosa, il bicchiere, a secondo dei punti di vista, può essere mezzo pieno o mezzo vuoto. L’intelligenza artificiale, per alcuni, saccheggia la creatività, uccide il cinema d’autore, minaccia le professioni e la professionalità, appiattisce la fantasia. «È inutile e controproducente fare la guerra alla tecnologia — dice Paternò — Bisogna invece pensare a regolamentarla a dovere, utilizzarla come supporto e non come sostituto dell’ingegno umano e coglierne gli aspetti positivi».

Uno su tutti, la democraticità dell’intelligenza artificiale. Non è una guerra tra ricchi. Basta un computer e una connessione a internet per reinventarsi registi, sceneggiatori e attori. «Anche chi vive in Sicilia — racconta il regista — adesso ha la possibilità di creare grandi opere cinematografiche con un budget basso o addirittura senza budget: esistono dei programmi, come Ai Story e Gemini, che permettono di creare film e generare video realistici senza dover reclutare degli attori o munirsi di costose attrezzature».

Che l’Ai sia per tutti, prova a dimostrarlo la Scuola di cinema Sud di Palermo. «Un mio allievo, Maurizio Di Rosa, ha sviluppato in pochi minuti un soggetto che abbiamo presentato a case di produzione anche di Los Angeles — dice il direttore — Aveva in mente una storia ma non riusciva ad approfondire il finale e alcuni aspetti dei personaggi. In pochi click, un programma di intelligenza artificiale lo ha guidato. Abbiamo poi migliorato insieme quanto suggerito dallo schermo e tradotto in inglese lo script da presentare».

L’Isola prova a spingere sull’acceleratore e da Palermo partirà anche il primo festival fatto da autori che lavorano con l’Ai. Lo annuncia con orgoglio Paternò, precisando che «ovviamente a presentarlo non sarà un presentatore in carne ed ossa, ma un avatar realizzato al computer». Avanti tutta per la scuola di cinema di via Alessi che punta a diventare la prima casa di produzione che lavorerà e produrrà esclusivamente film realizzati con l’uso dell’intelligenza artificiale». Che ci piaccia o no, una nuova era è alle porte. Come una nuova rivoluzione industriale, o uno scatto di progresso, la tecnologia corre. Così velocemente da lasciare indietro chi non prova a stare al suo passo. Forse, in questo, tanto democratica non è.

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