È finito in una brutta storia Alexander Payne e con lui anche David Hemingson. Il primo è regista e il secondo sceneggiatore di Lezioni di vita, in originale The Holdovers, accusati non senza basi da Simon Stephenson di plagio di una sua sceneggiatura. Nonostante non sia accreditato come sceneggiatore nell’accusa è incluso anche Payne in quanto produttore e perché in più interviste ha raccontato di aver contribuito alla scrittura della storia. Lezioni di vita è un film ambientato negli anni ‘70, girato come se fosse stato fatto negli anni ‘70 ma, secondo Stephenson, viene in realtà da una sua sceneggiatura del 2013, intitolata Frisco.

Le cause di plagio sono molte a Hollywood (ma anche fuori da Hollywood), un po’ perché è un tentativo che vale sempre la pena fare, un po’ perché effettivamente molti elementi narrativi, dettagli di trama, svolte o proprio svolgimenti sono ricorrenti e non è difficile che anche non volendolo due una sceneggiatura molto famosa somiglia, anche molto a una sconosciuta. La maggior parte di queste accuse non diventano una causa, sono chiuse prima, la maggior parte di quelle che finiscono in causa poi non vengono vinte da chi accusa. Questo proprio perché è molto difficile dimostrare che ci sia un furto di idee o di scrittura. Il caso di Frisco e Lezioni di vita però è diverso dal solito.

La storia di Frisco è quella di un pediatra di mezza età disilluso e solitario, e di un paziente di 15 anni a cui è costretto a badare. Chi ha visto Lezioni di vita sa che quel film è la storia di un professore di liceo cinquantenne, solitario e disilluso (interpretato da Paul Giamatti), costretto a badare a un suo studente di 15 anni. Simon Stephenson, lo sa che non basta di certo la sinossi a costituire un plagio e, in una lettera scritta alla Writers Guild of America (cioè il sindacato degli sceneggiatori), ha spiegato di sapere benissimo che spesso può sembrare ci sia un plagio ma nella maggior parte dei casi non è così, ma anche che il suo caso non è come gli altri.

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courtesy of Pathé
Il protagonista di Vacanze in collegio

Dall’altro lato Payne e Hemingson non hanno rilasciato dichiarazioni dopo l’accusa, ma prima sì. Cioè prima in più occasioni hanno raccontato come sia nato il film. Nella versione di Alexander Payne lo spunto viene da Vacanze in collegio di Marcel Pagnol, un film francese del 1935. In effetti la storia di Vacanze in collegio è quella di un professore solitario in un collegio per soli ragazzi, che puzza e ha un occhio di vetro (esattamente come il protagonista di Lezioni di vita), il quale che per le vacanze di Natale deve rimanere a badare a loro. Payne avrebbe contattato Hemingson nel momento in cui ha ricevuto un suo pilot per una serie tv che non si è mai fatta ambientata in un collegio. A quel punto avrebbe unito lo spunto di quel vecchio film su cui aveva voglia di lavorare con le abilità di questo sceneggiatore.

Il suo accusatore, Simon Stephenson, ha ben documentato come la sceneggiatura di Frisco abbia iniziato a girare già nel 2013. Si tratta di una sceneggiatura “spec”, cioè quelle che vengono scritte senza che nessuno l’abbia commissionata e immesse nel mercato per il miglior offerente. Sono copioni che girano, vengono letti, sono passati di studio in studio fino a che qualcuno non decide di opzionarli e farci un film. Frisco era considerata tra le migliori e così nota che in quell’anno finisce terza nella Black List, che a dispetto del nome è una classifica molto prestigiosa: sono le più apprezzate sceneggiature che nessuno ha ancora acquistato. Insomma di Frisco nel 2013 se ne parla, ma non se ne fa un film. Stephenson poi negli anni successivi sarà sceneggiatore di Luca (della Pixar) e Paddington 2, proseguendo con la sua carriera.

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Disney

Quello che incastra Alexander Payne è che in questi dieci anni da quando Frisco è stata letta, risulta che lui l’abbia ricevuta e rifiutata due volte. La prima subito, nel 2013, e la seconda nel 2019. Stephenson ha mostrato a Variety, che per primo ha riportato la notizia, le email scambiate con lo staff e con gli agenti in cui è menzionato il fatto che Payne abbia ricevuto la sceneggiatura, quelle in cui la rifiuta e poi quelle del 2019 in cui è menzionato che l’ha letta. Sono resoconti di terze parti, non c’è una prova schiacciante che Payne l’abbia davvero letta, solo che gli sia stata consegnata e che l’abbia rifiutata. Il fatto che qualcuno sostenga che l’abbia letta non può andare al di là della valutazione personale. Ma è qualcosa.

Anche perché a creare il caso non è solo il fatto che premesse e personaggi coincidono ma soprattutto che, secondo Stephenson (il quale ha messo a disposizione pubblicamente la sceneggiatura di Frisco, così che tutti possano verificare), ci sono interi passaggi saccheggiati parola per parola, identici. Al momento nessuno ha ancora una chiara spiegazione di come sia possibile che una sceneggiatura così importante, di un regista come Alexander Payne (già premiato con l’Oscar due volte per Sideways e Paradiso amaro) possa essere stata plagiata da un’altra molto nota nell’ambiente, ricevuta due volte da Payne, una insomma che è facile dimostrare lui conosca. Come è possibile che il plagio sia stato così sfacciato.

La sceneggiatura di Lezioni di vita è stato nominato a un Oscar per la miglior sceneggiatura originale (senza vincere). Fare il film è costato 13 milioni di dollari, è stato poi acquistato per 31 milioni dalla Focus Features che l’ha portato nelle sale. Un successo per i produttori ma non per la Focus Features i cui incassi in tutto il mondo sono stati di 40 milioni, sebbene il gradimento sia stato generalmente alto. È un film che hanno visto in pochi insomma, ma a quei pochi è piaciuto molto. Questa non è insomma una causa contro una produzione milionaria fatta per strappare qualche soldo ma una contro una produzione piccola, una molto ben argomentata e con prove difficili da confutare.

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Gabriele Niola

Nasce a Roma nel 1981, fatica a vivere fino a che non inizia a fare il critico nell'epoca d'oro dei blog. Inizia a lavorare pagato sul finire degli anni '00 e alterna critica a giornalismo da freelance per diverse testate. Dal 2009 al 2012 è stato selezionatore della sezione Extra della Festa del cinema di Roma, poi programmatore e per un anno anche co-direttore del Festival di Taormina. Dal 2015 è corrispondente dall'Italia per la testata britannica Screen International.  È docente del master di critica giornalistica dell'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico, ha pubblicato con UTET un libro intervista a Gabriele Muccino intitolato La vita addosso e con Bietti un pamphlet dal titolo "Odio il cinema italiano". Vanta innumerevoli minacce da alcuni dei più titolati registi italiani.     
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