OTTONE re di Grecia in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

OTTONE re di Grecia

Enciclopedia Italiana (1935)

OTTONE re di Grecia

Alberto Maria GHISALBERTI

Secondogenito di re Luigi I di Baviera, nato a Salisburgo il 1° giugno 1815, morto a Bamberga il 26 luglio 1867. Proclamata dalla conferenza di Londra la necessità di costituire la Grecia in stato monarchico, il rifiuto del principe Leopoldo di Sassonia-Coburgo d'accettare la corona d'un paese mutilato dalle deliberazioni delle grandi potenze fece cadere la scelta di queste su Federico Luigi Ottone di Baviera. Nominato re di Grecia dalla conferenza il 7 maggio 1832 e riconosciuto come tale dall'Assemblea nazionale ellenica il 5 ottobre, salì al trono il 6 febbraio 1833, dapprima governando con un consiglio di tutela bavarese. Uscito di tutela il 1° giugno 1835, si trovò subito di fronte a gravi difficoltà. I suoi sudditi mal si rassegnavano a rinunciare al sogno di una più grande Grecia. Alla ristrettezza dei confini corrispondeva la povertà delle risorse e la meschinità della vita. E l'umiliazione e l'indignazione erano accresciute dalla politica egoistica delle grandi potenze, mentre la divisione dei partiti, gli errori della reggenza, prima, quelli del re, poi, rendevano più difficile la situazione. Fazioni e sommosse, cui non furono estranee la Russia e l'Inghilterra, ispiratrice la prima dell'opposizione greco-ortodossa contro la dinastia di fede diversa (1840) e, insieme con la seconda, del forzato licenziamento delle milizie bavaresi, intrighi, discordie e rivolte obbligarono il re a dare una costituzione bicamerale (1843). Francia e Inghilterra miravano apertamente ad abbattere Ottone. Il quale s'illuse di poter realizzare l'idea panellenica con l'appoggio della Russia, e in favore di questa pensava di correre alle armi durante la guerra di Crimea. Ma la dimostrazione navale franco-inglese al Pireo e la susseguente occupazione francese (1854-1857) furono una dolorosa lezione. Più forte quindi il malcontento, specie nell'elemento militare, contro il sovrano, reo di non essersi buttato allo sbaraglio contro la Turchia. Due congiure militari nel 1861, l'insurrezione di Nauplia e la rivolta di Sira nel 1862, furono i segni della catastrofe. Nell'ottobre 1862 si ribellarono le guarnigioni di Atene e di Missolungi; il re non volle ricorrere alla violenza per soffocare il moto e preferì allontanarsi e fu deposto dal governo provvisorio. Il 24 ottobre s'imbarcò su nave inglese, lasciando per sempre la Grecia, che aveva amata ma che non aveva saputo governare. Dalle sue nozze (22 novembre 1836) con la principessa Amalia di Oldemburgo (1818-1875) non ebbe eredi.

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