Oprah Winfrey: non ho figli, non sono sposata, e non mi pento | iO Donna
Sei già abbonato? Accedi
Hai scelto di non dare il consenso alla profilazione pubblicitaria e del contenuto e di aderire all’offerta economica equivalente.
Accesso Consentless

Naviga il sito di Iodonna.it, Amica.it, Oggi.it, Living.corriere.it, Viaggi.corriere.it, Abitare.it e Style.corriere.it rifiutando tutti i cookie di profilazione ad eccezione di quelli tecnici necessari.

Hai cambiato idea e preferisci dare il consenso?1

Naviga il sito di iodonna.it con pubblicità profilata e senza abbonarti

Oprah Winfrey: non ho figli, non sono sposata, e non mi pento

E se i figli non li fai? Chiedetelo a Oprah Winfrey, regina della tv americana, che non ne ha, non si è sposata e oggi, a 65 anni, non si pente: perché nel corso degli anni nel suo celeberrimo talk show ha incontrato “tanta gente che sta male, e sta male perché hanno avuto madri e padri che non si rendevano conto dell’importanza del loro compito”. Oprah lo racconta in una intervista a People, la rivista Usa che questa settimana esce con un numero dedicato alle “Le donne che cambiano il mondo”.

Sposata no, ma è in coppia con Stedman Graham da quando si incontrarono a una cena di beneficenza nel 1986. “A Chicago a un certo punto comprai un altro appartamento pensando beh, se ci sposiamo, avrò bisogno di spazio per i bambini” dice Oprah. E poi, non è mai successo. “Non sono capace di suddividere la mia vita come fanno altre donne. Sono piena di ammirazione per quelle che restano a casa con i bambini perché non so come si fa a farlo tutto il giorno. Nessuno elogia le donne come meriterebbero”.

Un attimo. Parliamo di Oprah Winfrey: miliardaria, una incredibile success story, una donna che incarna tutti i criteri del sogno americano (ce la puoi fare se sei bravo e non ti arrendi mai). Nata poverissima nelle campagne del Mississippi nel profondo sud da una madre single adolescente; cresciuta a Milwaukee, molestata da piccola. Un figlio in realtà lo ebbe, esperienza traumatica: incinta a 14 anni, il bambino nacque prematuro e morì quasi subito. Trasferita in Tennessee, a casa dell’uomo che chiama suo padre, Vernon Winfrey, era ancora al liceo quando trovò lavoro in una radio locale. La sua fantastica abilità al microfono la proiettò a 19 anni a presentare il telegiornale locale. Poi i talk show del pomeriggio in una emittente di Chicago. E da lì, fondò la sua propria compagnia. Ha rivoluzionato i format del talk show rendendoli umani, emotivi, pieni di confidenze, insomma è merito, o colpa sua, il confessionale virtuale che oggi conosciamo. E questa donna straordinaria sostiene di ammirare le mamme che restano a casa: perché in tutti gli anni del suo The Oprah Winfrey Show ha compreso “la responsabilità e il sacrificio che servono per essere madri”.

La verità però è che lei ha fatto una scelta diversa e non si pente. “Ci pensavo continuamente: io lavoravo 17 ore al giorno, come i miei producer, e poi a casa ho due cani e Stedman, che mi accetta come ho bisogno di essere. Non mi ha mai chiesto “Dov’è la colazione? Cosa c’è per cena?” Ma credo che se ci fossimo sposati, sarebbe andata diversamente. Adesso lo diciamo tutti e due: se ci fossimo sposati, non saremmo insieme”.

Perché quando ti sposi, la pressione sociale cambia. “Non mi pento di nulla” dice Oprah, e sottolinea che ci sono tanti modi di essere madre. “Credo di non avere rimpianti anche perché ho fatto quello che era meglio per me, la Oprah Winfrey Leadership Academy for Girls in South Africa”, ovvero il suo collegio sudafricano per insegnare alle ragazzine fra gli 8 e i 12 anni a prendere in mano le loro vite. “Quelle ragazze riempiono l’aspetto materno che forse avrei potuto avere. In effetti direi che lo fanno traboccare”.

Quella di Oprah è una voce risonante ma non l’unica. Anche Jennifer Aniston ha sempre difeso il suo diritto a non essere madre; in un celebre articolo tre anni fa denunciava “l’idea che le donne in qualche modo siano incomplete, non riuscite, o infelici se non sono sposate con bambini… Non abbiamo bisogno di sposarci o di essere madri per essere complete. Siamo noi che decidiamo per noi stesse il nostro e vissero felici e contente”.

 

Ma Oprah e la sua scelta sono di conforto anche alle donne italiane, mentre ci sentiamo ripetere il mantra che la nostra società sta morendo per il calo delle nascite e che il nostro sistema pensionistico non può reggere se non facciamo bambini (in realtà i bambini in Italia li fanno soprattutto le donne arrivate da fuori, ma quelle, apparentemente, non contano). E perché le donne italiane fanno pochi figli? Certamente è molto difficile conciliare una carriera e una vita familiare: l’occupazione femminile è al 49%, fare figli non è considerato un compito sociale ma una scelta personale, il datore di lavoro ti licenzia, oppure non ti rinnova il contratto, e se il figlio lo fai e hai la fortuna di avere un posto garantito comunque la tua carriera si ferma lì; tuo marito contribuisce poco o non abbastanza, nessuno prende i congedi paternità, il tuo stipendio è comunque inferiore al suo… si potrebbe andare avanti a lungo. Sono tutte ottime ragioni per cui le italiane fanno pochi figli (e certamente in altri paesi europei assegni familiari, congedi e politiche del lavoro hanno facilitato la vita alle madri). Il governo gialloverde afferma di voler conciliare famiglia e lavoro per le donne: la neoministra Elena Bonetti (ministra delle Pari opportunità e della Famiglia, poiché le cose a quanto pare vanno insieme) chiede formazione, smart working e almeno dieci giorni di congedo paternità obbligatori… una goccia nel mare della cura dei figli.

Ma la lezione di Oprah è diversa: ci dice che non fare figli è una scelta legittima, dedicarsi al successo un’opera importante e soddisfacente, e che ci sono tanti modi di essere madri. Smantella la retorica stucchevole della maternità come unico vero fulcro della vita di una donna. Volete fare figli? Benissimo, e la società vi deve tutelare. Non li volete? Ne avete pieno diritto, senza soccombere ai sensi di colpa.

Lunàdigas – Nicoletta Nesler e Marilisa Piga

Lo sanno bene Marilisa Piga e Nicoletta Nesler, che hanno varato il progetto Lunàdigas, un documentario pluripremiato e un sito web per raccogliere le testimonianze delle donne senza figli. Lunàdigas, in sardo, sono le pecore ‘strambe’ che in certi anni non fanno agnelli. Di donne, Piga e Nesler ne hanno intervistate centinaia, famose (come Veronica Pivetti o l’artista sarda Maria Loi oggi scomparsa) e sconosciute. “Si potrebbe dire che in Italia come in altri paesi le pressioni vengono dalla famiglia, dalle amicizie, dalle conoscenze occasionali, compresi i negozianti e gli impiegati di banca. L’interesse sul tema figli è altissimo, la pressione martellante” spiega Marilisa Piga. E perché le donne scelgono di non fare figli? “Le motivazioni sono le più diverse, molte a causa di una relazione profonda con la madre, nel bene e nel male. Sensi di colpa? Nel momento del passaggio, quando si comincia a decidere. Ma dopo c’è anche grande orgoglio”. Non un orgoglio sterile (è il caso di dirlo), ma l’orgoglio di scegliere per se stesse e sapere che va bene così.

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA