Il film: Cattiverie a domicilio, 2023. Diretto da: Thea Sharrock. Genere: Commedia. Cast: Olivia Colman, Jessie Buckley, Timothy Spall, Gemma Jones, Joanna Scanlan. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa ed in lingua originale con sottotitoli.
Trama: Nel 1920, la piccola e annoiata città costiera di Littlehampton viene sconvolta da un’inondazione di lettere anonime e oscene, che riempiono le cassette della posta di tutta la cittadina. L’intera comunità sospetta di una donna in particolare, ma anche la sua vicina di casa non sembra raccontarla giusta.
A chi è consigliato? A chi ama alla follia l’humor britannico e i film vecchio stampo ambientati in un’epoca lontana rispetto alla nostra. Ma apprezzeranno moltissimo anche coloro che sono alla ricerca di una commedia sboccata e volgare…piuttosto sui generis!
Dopo aver catalizzato l’attenzione mediatica in La figlia oscura di Maggie Gyllenhaal, pur non condividendo direttamente alcuna scena, Olivia Colman e Jessie Buckley tornano a recitare nella stessa pellicola in Cattiverie a domicilio, in arrivo nelle nostre sale a partire da giovedì 18 aprile con BIM Distribuzione e Lucky Red. Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, il film diretto da Thea Sharrock ricevette ottimi riscontri di pubblico e critica al festival canadese, imponendosi come una delle commedie britanniche da tenere sott’occhio nel corso del 2024.
E difatti, si tratta di una deliziosa ed irresistibile commedia vecchio stampo, dove l’humor inglese la fa da padrone ed uno scandalo mediatico targato 1920 riaffiora dalle cronache del tempo per approdare finalmente sul grande schermo contemporaneo. Nella nostra recensione di Cattiverie a domicilio vi spiegheremo perché il leggero film con Olivia Colman e Jessie Buckley colpisce nel segno, incanta, attrae e tiene incollati gli spettatori dal primo all’ultimo minuto. Tra un’oscenità verbale e l’altra.
Littlehampton, 1920
Nel 1920, durante il periodo del movimento delle suffragette nel Regno Unito, Edith Swan (Olivia Colman), zitella e devota cristiana di Littlehampton, diventa il bersaglio di alcune misteriose lettere di odio; una questione di grande angoscia per lei, per il suo autoritario padre Edward (Timothy Spall) e per la fragile madre Victoria (Gemma Jones). Dopo aver sopportato diciannove lettere di questo tipo piene di parolacce ed imprecazioni, Edward cerca l’assistenza della polizia locale, sospettando che il mittente sia la loro vicina, l’altezzosa ma solitaria Rose Gooding (Jesie Buckley), migrante irlandese con figlia a carico. Evidenziando la famigerata propensione di Rose alle imprecazioni, Edith testimonia che assieme alla giovane madre inizialmente condividevano un’amicizia indipendentemente dalle loro differenze, che si interruppe bruscamente in seguito a un episodio in cui Rose picchiò uno degli ospiti di Edward alla sua festa di compleanno, seguito da una visita dei servizi sociali per la custodia e la salvaguardia dei bambini; credendo che Edith lo avesse fatto, Rose aveva posto fine all’amicizia.
Un’amicizia troncata che tornerà a galla quando il padre di Edith punterà il dito contro la madre irlandese, convinto che sia lei la misteriosa autrice di quelle cattiverie a domicilio nei confronti della figlia e della sua famiglia. Ovviamente, le cose sfuggiranno di mano, con conseguenze e verità scomode fino ad allora comodamente messe a tacere. Ispirandosi ad un vero fatto di cronaca che nel corso degli anni ’20 attirò l’attenzione dei media britannici del tempo, Cattiverie a domicilio allestisce una commedia cinematografica dai toni e dalla struttura classiche e garbate, senza rinunciare a qualche colorita parolaccia qua e là, sale essenziale di un piatto ricco che ha l’ardire di scardinare la pruderie di quella che fu l’austera epoca vittoriana nel Regno Unito.
Lo scandalo arriva per posta
Il film diretto da Thea Sharrock (regista cinematografica e teatrale che ha avuto un discreto successo dietro la macchina da presa con la commedia strappalacrime Io prima di te del 2014 e con il più recente The Beautiful Game attualmente su Netflix) è basato su una sceneggiatura semplice e funzionale scritta da Jonny Sweet; l’autore inglese costruisce il suo script tra la commedia british pura e dura ed il racconto d’investigazione, fino a sfociare nel courtroom drama. Generi audiovisivi che Sweet riesce ad equilibrare perfettamente nel corso dei 100 minuti scarsi della durata di Cattiverie a domicilio, enfatizzando al contempo cause e conseguenze di uno scandalo “volgarissimo” che accese veramente gli animi e l’attenzione puritana dell’Inghilterra post-vittoriana degli anni ’20.
Lo scandalo arriva quindi per posta. Una tagline perfetta quella del film con Olivia Colman e Jessie Buckley, che rinforza ancora di più uno degli obiettivi principali di Cattiverie a domicilio: mostrare al pubblico cinematografico contemporaneo quanto i mezzi di comunicazione (e il loro progresso) abbiano da sempre favorito l’anonimato e la diffusione di discorsi di odio tra appartenenti alla stessa comunità. Impossibile quindi non tracciare un mirabile parallelismo tra i fatti scandalosi della Littlehampton del 1920 e il sentire moderno e quotidiano, dove la diffusione capillare e talvolta senza freni delle informazioni e della comunicazione tra più persone sta vivendo la sua forma di maggiore espansione e controversia con i social network.
Fine dell’età vittoriana?
Una commedia orgogliosamente sboccata che però ha molto altro da raccontare oltre ad ammonire il pubblico contemporaneo sui pericoli della cattiva comunicazione di ieri e di oggi. Difatti il film britannico di Thea Sharrock getta anche luce su un sistema di valori e di educazione di cui il Regno Unito difficilmente riusciva a sbarazzarsene, figuriamoci poi nei difficili anni poco dopo la Prima Guerra Mondiale. La Regina Vittoria era morta nel 1901, chiudendo uno dei regni più longevi della storia inglese, e a lei succedettero rispettivamente Edoardo VII e Giorgio V; sovrani che, pur trasportando con dignità e carisma la Nazione europea nel nuovo secolo e attraverso un conflitto armato senza precedenti per l’umanità, conservarono ed ereditarono anche molto del sistema di valori e tradizioni che Vittoria aveva inculcato nel modus vivendi della popolazione britannica.
Se con l’epoca vittoriana la Gran Bretagna si ritrovò catapultata in un lunghissimo periodo di floridità artistica, sociale ed industriale, al contempo fu promotrice di valori fortemente puritani e di pudicizia comportamentale. Che si faccia riferimento alla sfera sessuale, intima o relazionale, la prudery vittoriana incorniciò indelebilmente un Regno Unito in repentina trasformazione; fino agli albori del Novecento, quando la Prima Guerra Mondiale cambiò improvvisamente tutto e scalfì i pochi valori costruiti e difesi con strenua lotta dalla comunità inglese. Cattiverie a domicilio è quindi, a conti fatti, anche il racconto di un’Inghilterra che si stava risvegliando bruscamente dal sogno di matrice vittoriana, che ancora doveva fare i conti con le conseguenze del conflitto internazionale e che infine reagiva anche con nuovi e creativi metodi di…comunicazione.
Una commedia d’altri tempi
Tra volgarità, imprecazioni, parolacce ed oscenità di ogni tipo, la piccola Littlehampton dell’entroterra britannico reagiva così al corso della Storia, causando un vero e proprio caso mediatico d’antan che da lì a poco sarebbe diventato avvincente racconto investigativo, sulle tracce del vero responsabile di quelle parole provocatorie e sboccate infilate nelle cassette della posta ed inviate nelle case della cittadina inglese. Insomma, c’è da dire che Cattiverie a domicilio è una commedia british semplicemente perfetta.
Merito non solo della storia ispirata ad uno scandalo incredibile ma verissimo, ma anche delle due protagoniste Olivia Colman e Jessie Buckley, che si ritrovano a condividere finalmente la scena dopo l’esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal del 2021, e che danno vita a due interpretazioni femminili semplicemente brillanti. Che catapultano Buckley nell’Olimpo delle giovani interpreti più promettenti della sua generazione, mentre il premio Oscar Olivia Colman si riconferma tra le migliori attrici in circolazione in Europa.
La recensione in breve
Cattiverie a domicilio è una commedia british semplicemente perfetta. Merito non solo della storia ispirata ad uno scandalo incredibile, ma anche delle due protagoniste Olivia Colman e Jessie Buckley, che si ritrovano dopo La figlia oscura e danno vita a due interpretazioni semplicemente brillanti.
Pro
- Un cast affiatato dominato da due protagoniste eccezionali
- Olivia Colman si conferma tra le più grandi attrici viventi
- Un film perfetto da assaporare in compagnia di una tazza di tè inglese
Contro
- Comfort movie che avrebbe maggiormente giovato del mezzo televisivo
- Una commedia d'altri tempi dal taglio forse troppo essenziale
- La regia di Thea Sharrock rimane in secondo piano
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Voto CinemaSerieTV