Pasquale Simonetti

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Pasquale Simonetti, detto "Pascalone 'e Nola" (Palma Campania, 26 febbraio 1926Napoli, 16 luglio 1955), è stato un mafioso italiano e capo della Camorra precutoliana.

Alla vita di Pasquale Simonetti è ispirato il film La sfida di Francesco Rosi, con Rosanna Schiaffino e José Suárez.

Il boss di Palma Campania Pasquale Simonetti

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'adesione alla camorra lo portò prima nel giro del contrabbando di sigarette, poi al controllo sul mercato ortofrutticolo napoletano, che arrivò a controllare in maniera pressoché totale, insieme ad Antonio Esposito, detto Totonno 'e Pumigliano. Il controllo sui traffici era tale che era la camorra, in cambio della protezione, a gestire l'intero ciclo produttivo, dai raccolti ai prezzi, fino allo smistamento.

Simonetti era ritenuto un "guappo" e alcuni suoi concittadini gli si rivolgevano per chiedergli giustizia. Tra gli episodi che si ricordano c'è l'intimidazione a un uomo che aveva messo incinta la sua fidanzata, ed era poi fuggito: Simonetti gli chiese se, dovendo spendere diecimila lire in fiori, preferiva che fossero spesi per il suo matrimonio o per il suo funerale. Un altro episodio riguardante la vita di Simonetti è lo schiaffo che il camorrista avrebbe dato al gangster italo-statunitense Lucky Luciano.[1]

Omicidio[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 aprile 1955 sposò Assunta Maresca, detta Pupetta, in un matrimonio che contò più di cinquecento invitati, tra i quali i suoi rivali in affari, Maisto ed Esposito. Dopo pochi mesi, il 16 luglio dello stesso anno, fu assassinato da un sicario, Carlo Gaetano Orlando[2], detto "Tanino 'e Bastimento", inviato da Antonio Esposito. Il motivo dell'omicidio sta probabilmente nel boom economico di allora, grazie al quale le industrie più importanti arrivarono sul mercato imponendo il proprio potere, riducendo il giro d'affari per la criminalità organizzata.

Il 4 ottobre 1955, Assunta - incinta - uccise il presunto mandante dell'omicidio, ossia Antonio Esposito. Il 14 ottobre, fu arrestata e condotta nel carcere di Poggioreale. Nel corso della sua detenzione partorì il primo figlio, Pasquale, detto Pasqualino.

La scomparsa del figlio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1974 il figlio Pasquale, 18 anni, scomparve misteriosamente[3]: non aveva accettato la relazione della madre con il mafioso Umberto Ammaturo e più volte lo aveva minacciato. Dell'omicidio fu sospettato il "patrigno", ma Pupetta non ha mai accettato l'ipotesi.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'episodio è raccontato nel libro "Il guappo Archiviato il 27 settembre 2007 in Internet Archive." di Monica Florio.
  2. ^ Figlio di Angelo Orlando, sindaco di Marano di Napoli tra il 1946 e il 1948. Le sue vicende giudiziarie ebbero inizio nell'immediato dopoguerra: il padre, comunista, subì un attentato da un militante fascista, da cui però uscì illeso. La madre dell'Orlando, saputo dell'attentato e convinto della morte del marito, ebbe un malore e morì poco dopo. Gaetano Orlando decise quindi di vendicarsi dell'attentatore; ma quando gli sparò, lo ferì di striscio, colpendo e uccidendo invece un neonato di tre mesi presente in strada, in braccio alla madre.
  3. ^ Bruno De Stefano, I boss della camorra, "Umberto Ammaturo: il boss dei due mondi", Newton Compton Editori, 2011.
  4. ^ "Torna Pupetta, Porta Capuana in tilt", sur corrieredelmezzogiorno.corriere.it, 3 ottobre 2011. URL consultato il 30 marzo 2019.

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