Chamberlain, Arthur Neville nell'Enciclopedia Treccani - Treccani - Treccani

Chamberlain, Arthur Neville

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Uomo politico britannico (Edgbaston, Birmingham, 1869 - Westbourne, Birmingham, 1940). Figlio di Joseph, coprì alte cariche durante la prima guerra mondiale; nel 1918 fu eletto deputato. Ministro della Sanità nel 1923 e, dall'agosto, cancelliere dello Scacchiere, fu ancora ministro della Sanità nel 1924-29, dell'Igiene nel 1931 e subito dopo cancelliere dello Scacchiere, finché il 18 maggio 1937 successe a Baldwin nella presidenza del gabinetto conservatore e nella direzione del partito. Proseguì tenacemente un'azione di accomodamento, quasi di rinuncia, con la politica dell'Asse nell'illusione di evitare la guerra; azione culminata, al momento della crisi cecoslovacca, con l'incontro di Monaco (sett. 1938), che permise alla Germania di occupare i Sudeti e, successivamente, Praga (marzo 1939). Concessioni fece anche all'Italia, riconoscendo l'impero d'Etiopia e compiendo un viaggio a Roma nel gennaio 1939. Ma di fronte all'incalzare delle iniziative tedesche, concesse garanzie alla Polonia, Romania, Grecia, impegnando così la Gran Bretagna alla guerra se la Germania avesse attaccato; ma non seppe condurre a buon fine le trattative per una necessaria intesa con l'URSS, diffidente per la sua precedente azione politica. Accordatasi invece l'URSS con la Germania, quando questa attaccò la Polonia, dichiarò la guerra (3 sett. 1939). Investito da un'ondata di sfiducia, si dimise nel maggio 1940, poi assunse la carica di lord presidente del Consiglio nel governo di coalizione guidato da W. Churchill. Si dimise nell'ottobre e morì il 9 novembre dello stesso anno.

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