Neues Palais

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo edificio di Darmstadt, vedi Neues Palais (Darmstadt).
Neues Palais
Il Neues Palais
Localizzazione
StatoBandiera della Germania Germania
LandBrandeburgo
LocalitàPotsdam
Indirizzoparco di Sanssouci
Coordinate52°24′04.32″N 13°00′56.88″E / 52.4012°N 13.0158°E52.4012; 13.0158
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1763 - 1769
Inaugurazione1769
Stilebarocco
Realizzazione
ArchitettoCarl von Gontard
ProprietarioStiftung Preußische Schlösser und Gärten Berlin-Brandenburg
CommittenteFederico II di Prussia

Il Neues Palais (in tedesco Palazzo Nuovo) è un castello che si trova nella parte occidentale del parco di Sanssouci a Potsdam. La costruzione fu iniziata nel 1763, dopo il termine della guerra dei sette anni, sotto Federico II di Prussia e terminata già nel 1769. Si tratta dell'ultimo importante castello del barocco prussiano. Federico non l'aveva progettato come residenza reale, ma come castello per gli ospiti della sua corte. Solo il Kaiser Guglielmo II per primo usò il Neues Palais come residenza estiva dal 1888 al 1918.

Il castello con le sue numerose sale, le grandiose gallerie e gli sfarzosi appartamenti, si rifà alla Reggia di Versailles. Esso è posto sotto tutela monumentale (Denkmalschutz)[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista sul Neue Palais nel 1826 (dipinto di August Ahlborn)

La costruzione del nuovo Palazzo non cade casualmente l'anno dopo la guerra dei sette anni, o terza guerra di Slesia, che fu estremamente favorevole per la Prussia. Con la costruzione del castello doveva essere dimostrata la supremazia della Prussia anche in campo architettonico. Lo stesso Federico non riponeva molta simpatia nelle strutture pompose e le chiamò fanfaronnade. Agli ospiti del sovrano erano dedicate 200 camere, quattro sale per feste e un teatro rococò. Per le visite occasionali Federico si riservò l'ala meridionale, la cosiddetta Königswohnung o Friedrichswohnung ("abitazione del re" o "abitazione di Federico").

Dopo la morte di Federico, nel 1786, il Neue Palais non fu abitato che saltuariamente o usato per grandi occasioni. Nel 1843 ebbe luogo la prima assoluta di Sogno di una notte di mezza estate alla presenza di Federico Guglielmo IV di Prussia. Nel 1859 il principe ereditario Federico Guglielmo, il futuro imperatore Federico III, occupò con la sua famiglia il castello barocco nei mesi estivi. Durante il suo breve regno, di soli 99 giorni, dal 9 marzo fino al 15 giugno 1888 – il palazzo fu chiamato Schloss Friedrichskron. In questo periodo fu riempito il fossato, che correva intorno al Palais, e adottate alcune misure di modernizzazione, che proseguì il figlio Guglielmo II, come l'installazione del riscaldamento a vapore, della elettricità, stanze da bagno e toilette nei singoli appartamenti e anche, nel 1903, un ascensore nelle scale a nord. Fino al 1918 il palazzo fu la residenza estiva preferita per l'ultimo imperatore tedesco e per la moglie Auguste Viktoria. Durante la presenza della famiglia imperiale non era possibile visitare l'edificio.

Dopo la rivoluzione di novembre del 1918, l'abdicazione di Guglielmo II e del principe Guglielmo, nel 1919 il Neue Palais fu musealizzato. Fino alla seconda guerra mondiale, e al successivo saccheggio da parte dell'esercito sovietico, il castello era sostanzialmente rimasto come al tempo di Federico il grande ed era un esempio del rococò federiciano.

Struttura architettonica[modifica | modifica wikitesto]

Neues Palais con il Communs

A differenza del castello di Sanssouci, costruito in stile rococò, Federico il Grande preferì, per l'architettura del Neues Palais, le forme del barocco, ma con alcune variazioni. Il re preferì fino alla sua morte questi due stili architettonici, anche se in Europa era già diffuso il neoclassicismo. Johann Gottfried Büring – che aveva già costruito la Chinesisches Haus e la Bildergalerie – si aggiudicò il contratto per la progettazione del castello per gli ospiti. Assieme a lui lavorò Heinrich Ludwig Manger. Dopo i disaccordi con il cliente committente e la successiva partenza di Büring fu Carl von Gontard a prendere dal 1764, direzione complessiva. La sua partecipazione all'edificio principale fu principalmente il progetto e il design degli interni, dal momento che l'esterno già in stato avanzato.

Il Neue Palais è una struttura a tre ali con un fronte principale di 220 metri. La parte centrale dell'edificio è coronata da una possente cupola, alta 55 metri. In cima furono raffigurate le tre Grazie che sostengono la corona reale. La cupola è solo una decorazione architettonica, per aumentare la visibilità del castello; sotto non c'è una sala con la volta a cupola e l'interno consiste solo della trabeazione, che la sostiene. Due aquile color oro si trovano sulle lanterne che coronano le cupole più piccole delle dépendance ad un piano a sud e a nord. La maggior parte delle pareti esterne ha una superficie, che imita una finta muratura di mattoni rossi. Dato che la fornitura di mattoni era temporaneamente sospesa e un intonaco liscio richiedeva molto tempo, fu usato questo metodo, che aveva un aspetto realistico. Solo l'ala meridionale, la Königswohnung, fu costruita con mattoni rossi. Oltre 400 statue in arenaria adornano il castello e gli edifici circostanti, create da molti scultori, tra cui Johann Peter Benkert, Johann Mathias Gottlieb Heymüller, i fratelli Johann David e Johann Lorenz Räntz e altri ancora.

Gli interni[modifica | modifica wikitesto]

Oltre agli appartamenti del principi, arredati sontuosamente, nella parte centrale del castello ci sono quattro sale per banchetti. La Grottensaal (grotta) o Muschelsaal (sala dei mitili), al piano terra, ha sulle pareti e pilastri un rivestimento di conchiglie, vetri e minerali da tutto il mondo. Il modello fu presumibilmente la Grottensaal di Matthäus Daniel Pöppelmann, del 1712/13, allo Zwinger di Dresda. Nel XIX secolo le pareti furono arricchite con minerali, fossili e pietre semipreziose e con la punta del Kilimangiaro, proveniente dall'Africa Orientale Tedesca.

La Marmorgalerie (galleria dei marmi) che chiude a sud, porta ai quartieri del re. Diaspro rosso e marmo bianco di Carrara determinano la figura in questa sala allungata. Porte-finestre fanno entrare molta luce all'interno. Nel soffitto, tre pitture, collegate da ricco ornamento in oro, che simboleggiano i periodi del giorno – La notte, Il mattino e Il mezzogiorno, sono opera del pittore Bernhard Rode. La disposizione dei quadri e gli stucchi delle cornici, nel loro stile, fanno riferimento alla forma del soffitto della galleria del castello Sanssouci, che è notevolmente più piccola.

Sopra la Grottensaal si trova, nel piano superiore, la Marmorsaal (sale dei marmi). La sala principale per le feste, che occupa due piani, è ricoperta alle pareti e al pavimento di vari tipi di marmi nobili. Sono presenti grandi pitture alle pareti con scene della mitologia antica e dodici statue di marmo decorano la sala. Le statue raffigurano otto principi elettori brandeburghesi e quattro imperatori: Giulio Cesare, Costantino il grande, Carlo Magno e Rodolfo II.

Federico il Grande voleva essere in grado di lasciare la stanza il più velocemente possibile, che è il motivo per cui il pavimento di marmo è stato abraso subito durante la costruzione. L'acqua necessaria per l'operazione penetrò fino alle travi di legno. Come conseguenza hanno cominciato molto rapidamente ad ammuffire e l'umidità si è anche spostata alle pareti. La sala era quindi già in pericolo di crollo, pericolo che rappresenta ancora oggi un problema importante nel Neues Palais. La Sala dei marmi è pertanto chiusa ai gruppi di visitatori.

La pittura del soffitto, incorniciato dalla ricca decorazione color oro, di Charles-Amédée-Philippe van Loo mostra il pasto in comune degli Dei dell'Olimpo e l'arrivo di Ganimede. Con una superficie di 240 , è il più grande soffitto dipinto su tela a nord della Alpi. I lampadari provengono dall'officina vetraria di Friedrichsgrund, un centro della Bassa Slesia, che allora faceva parte della Prussia.

La Galerie (Galleria superiore) a sud, accanto alla Marmorsaal, è abbellita con sei dipinti murali della pittura barocca italiana. Ghirlande dorate, medaglioni circolari accanto e sopra le porte mostrano d'altronde i motivi del primo neoclassicismo

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Teatro
Esterno con un lampione non restaurato del tempo della Rdt

Il teatro del Neues Palais è uno dei migliori spazi teatrali del XVIII secolo che ci siano rimasti. Occupa i due piani superiori dell'intera ala meridionale. Dominano i colori rosso e bianco, decorati con erme dorate e altri ornamenti.

Le file di sedili sono disposti a semicerchio come in un teatro antico. Non c'è un palco reale; Federico il Grande assisteva alle rappresentazioni dalla terza fila del parterre. Dato che al re non piaceva l'arte tedesca, furono usati principalmente artisti italiani e francesi. La vecchia apparecchiatura di scena non è più disponibile. Tuttora hanno luogo spettacoli.

Communs[modifica | modifica wikitesto]

Il castello di Ehrenhof, di fronte al Neues Palais, e l'adiacente piazza, la cosiddetta Mopke, sono chiusi dal Communs (dal francese communs, cioè "dipendenze"). L'architetto Carl von Gontard eresse questi edifici di rappresentanza tra il 1766 e il 1769, secondo i progetti, da lui migliorati, dell'architetto Jean Laurent Legeay. Grandi scaloni doppi, passaggi tra colonne, cupole e ricchi ornamenti impediscono di riconoscerne gli scopi pratici di allora. I collegamenti attraverso colonnati li fanno diventare un unico insieme e forniscono al Neues Palais un contraltare di grande effetto, celando il terreno incolto che vi sta dietro. I fabbricati servono, oltre alla sistemazione delle cucine e di altri spazi di servizio del Neues Palais, anche come alloggiamento per ospiti e funzionari del re e per le loro persone di servizio. Edifici complementari nacquero nel 1769 per la Guardia a sud e per il castellano a nord.

La piazza creata con la costruzione del Communs serviva alla Corte come luogo per organizzarvi feste e cerimonie militari. Le rappresentazioni potevano essere seguite dai numerosi spettatori dalle scale e dai colonnati. L'imperatore Guglielmo II nel 1896 fece unire il Padiglione al castello da un percorso sotterraneo.

Fino alla sua fine, l'esercito prussiano aveva stabilito nel padiglione nord il quartiere del suo battaglione di addestramento della fanteria[2] ed ai tempi del nazionalsocialismo vi ebbe sede l'intero complesso dell'Organizzazione del lavoro obbligatorio del III Reich. Oggi i locali del Communs ospitano la Facoltà di filosofia e l'Istituto per la Matematica, Fisica e Sport dell'Università di Potsdam.

Parco[modifica | modifica wikitesto]

Il Neue Palais si trova all'estremità occidentale del parco di Sanssouci, collegato al castello da un grande viale. Al tempo della sua costruzione era ancora integrato in un giardino barocco, che fu cambiato in seguito. Nelle immediate vicinanze si trovano il Freundschaftstempel (Tempio dell'amicizia) e l'Antikentempel (Tempio antico).

Immagini del palazzo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Denkmale in Brandenburg (XML), su ns.gis-bldam-brandenburg.de.
  2. ^ (DE) Frank Bauer, Hartmut Knitter, Heinz Ruppert: Vernichtet.Vergessen.Verdrängt. Militärbauten und militärische Denkmäler in Potsdam. Mittler, Berlin, Bonn, Herford 1993, ISBN 3-8132-0413-8, S. 116

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

(in lingua tedesca salvo diverso avviso)

  • Gert Streidt, Klaus Frahm. Potsdam. Die Schlösser und Gärten der Hohenzollern. Könemann Verlagsgesellschaft mbH, Köln 1996, ISBN 3-89508-238-4
  • Amtlicher Führer der Stiftung Preußische Schlösser und Gärten Berlin-Brandenburg: Das Neue Palais von Sanssouci. 1. Auflage, Potsdam 2001.
  • Karoline Zielosko: Verwandtenbesuch. Das Neue Palais als Bühne dynastischer Selbstinszenierung. In: Friedrich der Große und die Dynastie der Hohenzollern. Beiträge des fünften Colloquiums in der Reihe „Friedrich300“ vom 30. September bis 1. Oktober 2011, hrsg. von Michael Kaiser und Jürgen Luh (Onlinepublikation auf perspectivia.net, abgerufen am 21. Februar 2013)

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN438149066390965600989 · ISNI (EN0000 0001 1090 5389 · LCCN (ENn86081187 · GND (DE4264411-2 · J9U (ENHE987007604368205171