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Nèo-

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neo-


nèo- [dal gr. νεο-, forma che assume in composizione l’agg. νεός «nuovo, recente»]. – 1. Primo elemento di parole composte, derivate dal greco o formate modernamente (anche nella terminologia lat. scient.), nelle quali ha il sign. di «nuovo, moderno, recente». In partic.: a. Con riferimento a persona che si trovi da poco tempo in una determinata situazione: neonato, neofita, neoeletto (e analogam. neodottore, neosenatore e altri, che non si è ritenuto necessario, per la loro stessa trasparenza, registrare nel rispettivo luogo alfabetico). b. Con riferimento a cose formatesi o rinnovatesi recentemente: neoformazione, neologismo; in medicina: neoartrosi; in biologia, di formazione anatomica filogeneticamente recente: neocerebello, neotalamo, ecc. (e per estens. neopsiche). È prefisso molto usato per indicare ripresa, con criterî e intenti moderni, di idee, dottrine, correnti del passato: neocriticismo, neodarwinismo, neoplatonismo, neorealismo, neofascismo, ecc. Essendo molto ampia, sempre aperta, e spesso anche occasionale o soggettiva, la possibilità di coniare nuovi composti di questa serie, saranno qui di seguito registrati soltanto quelli che abbiano una base storica o scientifica, una tradizione o una frequenza d’uso che ne giustifichino l’inserimento. c. In linguistica, per indicare la fase moderna di alcune lingue: neogreco, neolatino, neopersiano. d. In geologia, per indicare la parte superiore di un determinato periodo geologico: per es., neodevoniano invece di devoniano superiore; neogiurassico invece di Malm o di giurassico superiore, ecc. Con sign. analogo, il prefisso è da taluni adoperato in paletnologia per indicare la fase più recente di un’età (come suddivisione dell’era antropozoica), per es. neo-eneolitico. e. Serve inoltre a formare aggettivi riferiti a denominazioni (per lo più con valore di nome proprio) in cui compaia come primo elemento la qualificazione di nuovo o nuova: per es., neotestamentario, del Nuovo Testamento; neozelandese, della Nuova Zelanda, ecc. 2. In alcuni casi ha valore di sostantivo, subordinato al secondo elemento compositivo: neofilia, neofobia, amore, avversione del nuovo.

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