Modo Modo maggiore Modo minore - Antonio Pisacane

Modo Modo maggiore Modo minore

Modo

   

   Nella teoria musicale, un modo è un gruppo ordinato di intervalli derivato da una corrispondente scala cambiando semplicemente la nota iniziale.

   Il sistema musicale, sul quale si poggia la nostra teoria musicale, si è sviluppato in Occidente a partire dal Medioevo e trae origine dall’antica teoria musicale greca. Al fondo di questa teoria sta il tetracordo che è una successione di quattro suoni discendenti contenuti in un intervallo di quarta giusta. I suoni che determinano il tetracordo sono fissi, invece la disposizione dei due suoni interni è instabile e determina tre tipi sostanziali: diatonico, cromatico ed enarmonico.

Il tipo diatonico, ponendo il semitono  caratterizzante in tre differenti punti del tetracordo, crea a sua volta i modi: dorico, frigio e lidio.

Nella nostra notazione, i tre modi si raffigurano così:

  • Dorico:         Mi,      Re,     Do,     Si
  • Frigio:                     Re,     Do,     Si,     La
  • Lidio:                                 Do,     Si,     La,      Sol

L’unione di due tetracordi dello stesso modo genera le armonie (dorica, frigia e lidia).

La teoria medievale cristiana ereditò le armonie greche, le modificò e le formalizzò in modelli di scala, che furono denominati modi gregoriani o ecclesiastici. Creati su una scala diatonica ascendente di otto suoni, i modi gregoriani si differenziano in autentici e plagiali e sono caratterizzati dalla diversa posizione  del semitono. In funzione di essa si distinguono in protus, deuterus, tritus, tetrardus. I modi autentici sono quattro: dorico, frigio, lidio e misolidio, a distanza di una quarta si trovano i corrispondenti plagiali: ipodorico, ipofrigio, ipolidio, ipomisolidio.

Le due note caratteristiche dei modi gregoriani sono la repercussio (D), attorno alla quale gira la melodia e la finalis (F) sulla quale la composizione si conclude.

                                                        GLI OTTO MODI

Modo Categoria Tipo Estensione Repercussa Finalis
I Protus Autentico RE-RE LA RE
II Protus Plagale LA-LA FA RE
III Deuterus Autentico MI-MI DO (SI) MI
IV Deuterus Plagale SI-SI LA MI
V Tritus Autentico FA-FA DO FA
VI Tritus Plagale DO-DO LA FA
VII Tetrardus Autentico SOL-SOL RE SOL
VIII Tetrardus Plagale RE-RE DO SOL

 

Gli otto modi gregoriani sul rigo. La lettera F indica le note finali, la D le dominanti.

 

     In seguito, i modi sono stati ordinati basandosi sul loro rapporto rispetto alle successioni di intervalli relativi alla scala maggiore. Il concetto moderno delle scale modali descrive un sistema dove ogni modo ha la scala diatonica uguale, ma inizia da una nota diversa. I modi sono tornati di moda all’inizio del secolo scorso, nello sviluppo del jazz (jazz modale) e nella musica contemporanea.

 

Descrizione generale

 

A qualsiasi scala musicale può essere utilizzato il concetto di modo. In generale in ogni scala si possono “estrarre” tanti modi quante sono le note della scala. Ad esempio, per le scale diatoniche, create da sette note, si possono prendere in considerazione 7 modi distinti.  In alcuni casi i modi “effettivamente esistenti” possono essere in numero inferiore al numero di note della scala. Questo accade quando la particolare costruzione della scala consente che anche a partire da note diverse si possa osservare la stessa successione di intervalli. È il caso ad esempio della scala diminuita (costituita da 8 note e da una successione di otto intervalli in cui ad un tono segue sempre un semitono o viceversa), dove i modi osservati sono soltanto due, e della scala cromatica (13 note separate da 12 intervalli pari a un semitono) che pure ha un solo modo (a partire da qualsiasi nota, infatti, si osserva sempre e solo una successione di dodici semitoni).

I modi musicali più noti e studiati sono i modi della scala diatonica, ai quali vengono dati specifici nomi. L’importanza di tale scala e dei relativi modi nella musica occidentale è dovuta al fatto che su essa si basa il sistema tonale occidentale. In particolare nella musica occidentale al concetto di modo è legato quello di tonalità, dal momento che quest’ultima sfrutta la definizione di modo.

In questo senso è utile specificare che è diffuso l’utilizzo del termine modalità, in opposizione a tonalità, per identificare il sistema costruito dai numerosi diversi modi usati nei brani medievali e rinascimentali dal sistema tonale che la musica europea inizia passo passo ad utilizzare dalla fine del XVI secolo in poi. Ognuna delle dodici tonalità che formano il sistema tonale moderno si presenta esattamente in due soli modi: maggiore e minore.

I modi e le scale modali non sono utilizzati unicamente per la descrizione delle tonalità dei brani, ma anche liberamente da queste all’interno dei brani, nella tessitura melodica ed armonica. Un utilizzo specifico di scale modali viene realizzato nel jazz e più in speciale nella attuale definita, appunto, jazz modale.

 

I modi della scala diatonica

 

 

L’immagine mostra la scala di Do (C) maggiore e i suoi modi. La scala di Do maggiore ha sette note diverse e noi la possiamo suonare a partire da ciascuna di esse. Questo significa che in realtà ci sono sette scale diverse di Do maggiore, una parte dal Do (C), un’altra dal Re (D), una da Mi (E), una da Fa (F), e così via fino al Si (B). Ogni modo ha nome greco, come indicato nella immagine a destra di ciascuno.

I numeri romani da I a VII sulla sinistra corrispondono al nome greco: I è ionico, II dorico, III frigio e così via. È sempre così per qualsiasi scala maggiore.

 

Modo ionico (maggiore)

 

Struttura: tono, tono, semitono, tono, tono, tono, semitono (in breve T-T-S-T-T-T-S.

Intervalli: Tonica, seconda maggiore, terza maggiore, quarta giusta, quinta giusta, 6ª maggiore, 7ª maggiore, 8ª giusta.

Esempio: Do ionico o maggiore = Do Re Mi Fa Sol La Si Do

Esempio: Fa ionico o maggiore = Fa Sol La Si♭ Do Re Mi Fa

Il modo ionico è quello generalmente conosciuto come modo maggiore, quindi moltissime canzoni, come ad esempio “Happy birthday”, sono in tonalità di modo maggiore. Lo Ionico è il modo più “stabile”, proprio grazie alla struttura dei suoi gradi, e nella musica occidentale rende possibile una gran varietà di progressioni armoniche. Data la sua somiglianza col modo lidio, nel fraseggio Jazz/Fusion, può essere sostituito con questo sopratutto ove sia sostenuto da un accordo di settima maggiore, anche se ciò non influenza sulla tonalità.

 

Modo dorico

 

Si trova a partire dal secondo grado del modo maggiore (T-S-T-T-T-S-T).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª minore , 8ª giusta.

Esempio: Re dorico = Re Mi Fa Sol La Si Do Re

Esempio: Do dorico = Do Re Mi♭ Fa Sol La Si♭ Do

Il modo dorico lo possiamo definire come una scala minore naturale, ma con la sesta maggiore, che diventa quindi la sua nota caratteristica. Formato sul secondo grado della scala maggiore è uno dei modi più usati sia a livello compositivo che improvvisativo. La presenza della sesta maggiore smorza l’aspetto “scuro” del modo minore, portando una sonorità più “chiara”. La classica sequenza dorica è, se teniamo come riferimento l’ambito tonale, II mi V 7, ad esempio Dmi7 / G7.

 

Modo frigio

 

Si trova a partire dal terzo grado del modo maggiore (S-T-T-T-S-T-T ).

Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª minore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Mi frigio = Mi Fa Sol La Si Do Re Mi

Esempio: Do frigio = Do Re♭ Mi♭ Fa Sol La♭ Si♭ Do

Il modo frigio è costruito sul terzo grado della scala maggiore e ha tra il suo primo e secondo grado un semitono di distanza. La seconda minore diventa quindi la nota che caratterizza questo modo. Viene utilizzato molto poco nella musica classica, e molto nel blues e nel metal , a causa della sua sonorità piuttosto scura; spesso si applica il suo corrispondente, il frigio dominante, che è molto comune nel flamenco, tanto che lo si definisce a volte modo “spagnolo”. Il secondo movimento della Quarta sinfonia di Brahms inizia in modo frigio. E’ utilizzato più come soluzione melodica per il fraseggio, che per definire tonalità di brani.

 

Modo lidio

 

Si trova a partire dal quarto grado del modo maggiore (T-T-T-S-T-T-S ).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª maggiore, 4ª aumentata, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª maggiore, 8ª giusta.

Esempio: Fa lidio = Fa Sol La Si Do Re Mi Fa

Esempio: Do lidio = Do Re Mi Fa♯ Sol La Si Do

Derivato dal quarto grado, è una scala maggiore con la 4#. E’bene memorizzare la nota caratteristica di ciascun modo, quella che rende tipica la sonorità. In questo caso la 4# viene definita nota lidia.

 

Modo misolidio

 

Si trova a partire dal quinto grado del modo maggiore (T-T-S-T-T-S-T).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª maggiore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Sol misolidio = Sol La Si Do Re Mi Fa Sol

Esempio: Do misolidio = Do Re Mi Fa Sol La Si♭ Do

La nota caratteristica del misolidio è la 7a minore. La possiamo definire come una scala maggiore con la settima minore, sonorità adeguata a sonorità rock, blues, funky.

 

Modo eolio

 

Si trova a partire dal sesto grado del modo maggiore (T-S-T-T-S-T-T).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª minore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: La eolio o minore naturale = La Si Do Re Mi Fa Sol La

Esempio: Do eolio o minore naturale = Do Re Mi♭ Fa Sol La♭ Si♭ Do

Il modo eolico corrisponde alla scala minore naturale. Usato di frequente nelle ballad per il suo classico ed evocativo sound minore. Una delle classiche sequenze, sempre rispetto all’ambito tonale, è sesta minore, quinta maggiore e quarta maggiore. 

 

Modo locrio

 

Si trova a partire dal settimo grado del modo maggiore (S-T-T-S-T-T-T).

Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª diminuita, 6ª minore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Si locrio = Si Do Re Mi Fa Sol La Si

Esempio: Do locrio = Do Re♭ Mi♭ Fa Sol♭ La♭ Si♭ Do

 

Scale modali costruite sui gradi della scala minore melodica

 

Non tutte hanno un nome ben preciso e saranno identificate paragonandole a scale modali costruite sulla scala maggiore e indicando le differenze. La scala minore melodica è in essenza, simile a una scala maggiore ma, essendo la scala minore, con l’intervallo tra primo e terzo grado costituito da una terza minore (un tono e mezzo). Da qui le sonorità caratteristiche delle scale modali formate sulla scala minore melodica. Queste scale sono molto usate, soprattutto in ambiti jazz e fusion.

 

Scala Dorica 7M

 

È la scala minore melodica ascendente (T-S-T-T-T-T-S).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª maggiore, 8ª giusta.

Esempio: La dorico Δ = La Si Do Re Mi Fa♯ Sol♯ La

Esempio: Do dorico Δ = Do Re Mi♭ Fa Sol La Si Do

 

Scala Dorica 2m o Dorica ♭2

 

È simile ad una scala dorica, ma con un intervallo tra primo e secondo grado di un solo semitono (S-T-T-T-T-S-T).

Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Si dorico ♭2 = Si Do Re Mi Fa♯ Sol♯ La Si

Esempio: Do dorico ♭2 = Do Re♭ Mi♭ Fa Sol La Si♭ Do

 

Scala Lidia aumentata

 

È simile ad una scala lidia, ma con un intervallo di quinta aumentata tra primo e quinto grado (T-T-T-T-S-T-S).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª maggiore, 4ª aumentata, 5ª aumentata, 6ª maggiore, 7ª maggiore, 8ª giusta.

Esempio: Do lidio aumentato = Do Re Mi Fa♯ Sol♯ La Si Do

 

Scala Lidia dominante

 

È simile ad una scala lidia, ma con un intervallo di settima minore tra primo e settimo grado (T-T-T-S-T-S-T).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª maggiore, 4ª aumentata, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Re lidio dominante = Re Mi Fa♯ Sol♯ La Si Do Re

Esempio: Do lidio dominante = Do Re Mi Fa♯ Sol La Si♭ Do

 

Scala Misolidia 6m:

 

È simile ad una scala misolidia, ma con un intervallo di sesta minore tra primo e sesto grado (T-T-S-T-S-T-T).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª maggiore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª minore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Mi misolidio ♭13 = Mi Fa♯ Sol♯ La Si Do Re Mi

Esempio: Do misolidio ♭13 = Do Re Mi Fa Sol La♭ Si♭ Do

 

Scala Locria 2M:

 

È simile ad una scala eolia, ma con un intervallo di quinta diminuita tra primo e quinto grado (T-S-T-S-T-T-T).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª diminuita, 6ª minore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Fa♯ locrio 2ª maggiore = Fa♯ Sol♯ La Si Do Re Mi Fa♯

Esempio: Do locrio 2ª maggiore = Do Re Mi♭ Fa Sol♭ La♭ Si♭ Do

 

Scala Superlocria

 

È utilizzata nel jazz sugli accordi di dominante in aggiunta alla scala misolidia (S-T-S-T-T-T-T).

Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª diminuita, 5ª diminuita, 6ª minore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Sol♯ superlocrio = Sol♯ La Si Do Re Mi Fa♯ Sol♯

Esempio: Do superlocrio = Do Re♭ Mi♭ Fa♭ Sol♭ La♭ Si♭ Do

 

Scale modali costruite sui gradi della scala minore armonica

 

Come le scale modali create a partire dalla minore melodica anche quelle provenute dalla minore armonica non hanno un nome preciso e saranno identificate paragonandole a scale modali realizzate sulla scala maggiore e indicando le differenze.

La scala minore armonica equivale al modo eolio della scala maggiore con la differenza che il settimo grado della scala è alzato di un semitono, in modo da poter svolgere le funzioni di sensibile. In ogni caso, in questo modo si crea un intervallo di seconda aumentata tra il sesto e il settimo grado della scala. La scala minore armonica può anche essere vista come una scala melodica con la sopradominante abbassata di un semitono.

 

Scala Eolio 7M

 

È la scala minore armonica (T-S-T-T-S-3S-S).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª minore, 7ª maggiore, 8ª giusta.

Esempio: La eolio Δ = La Si Do Re Mi Fa Sol♯ La

Esempio: Do eolio Δ = Do Re Mi♭ Fa Sol La♭ Si Do

 

Scala Locria 6M o Locria ♮6

 

(S-T-T-S-3S-S-T).

Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª diminuita, 6ª maggiore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Si locrio ♮6 = Si Do Re Mi Fa Sol♯ La Si

Esempio: Do locrio ♮6 = Do Re♭ Mi♭ Fa Sol♭ La Si♭ Do

 

Scala Ionica aumentata 

 

(T-T-S-3S-S-T-S).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª maggiore, 4ª giusta, 5ª aumentata, 6ª maggiore, 7ª maggiore, 8ª giusta.

Esempio: Do ionico aumentato = Do Re Mi Fa Sol♯ La Si Do

 

Scala Dorica 4ª aumentata, Lidia ♭3♭7 o Dorica ♯4 

 

(T-S-3S-S-T-S-T).

Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª aumentata, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Re dorico ♯4 = Re Mi Fa Sol♯ La Si Do Re

Esempio: Do dorico ♯4 = Do Re Mi♭ Fa♯ Sol La Si♭ Do

 

Scala Frigia dominante, Frigia maggiore o Misolidia ♭2♭6 

 

(S-3S-S-T-S-T-T).

Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª maggiore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª minore, 7ª minore, 8ª giusta.

Esempio: Mi misolidio ♭2♭6 = Mi Fa Sol♯ La Si Do Re Mi

Esempio: Do misolidio ♭2♭6 = Do Re♭ Mi Fa Sol La♭ Si♭ Do

 

Scala Lidia 2ª aumentata 

 

(3S-S-T-S-T-T-S).

Intervalli: Tonica, 2ª aumentata, 3ª maggiore, 4ª aumentata, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª maggiore, 8ª giusta.

Esempio: Fa lidio 2ª aumentata = Fa Sol♯ La Si Do Re Mi Fa

Esempio: Do lidio 2ª aumentata = Do Re♯ Mi Fa♯ Sol La Si Do

 

Scala Superlocria diminuita 

 

(S-T-S-T-T-S-3S).

Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª diminuita, 5ª diminuita, 6ª minore, 7ª diminuita, 8ª giusta.

Esempio: Sol♯ superlocrio diminuito = Sol♯ La Si Do Re Mi Fa Sol♯

Esempio: Do superlocrio diminuito = Do Re♭ Mi♭ Fa♭ Sol♭ La♭ Si♭♭ Do

 

Modo maggiore

 

   Con il termine modo si indica una precisa successione di toni e semitoni che compongono la scala. Nel sistema modale moderno, i modi sono due: maggiore e minore.

   Una scala di modo maggiore è una scala che ha 5 toni e 2 semitoni. I due semitoni devono essere tra il terzo e quarto grado e tra il settimo e ottavo grado; cioè come nella scala di Do. Nel nostro sistema musicale un tipo di scala detta scala di modo maggiore, da qualsiasi nota incominci, ha sempre un intervallo di semitono tra la 3ª e la 4ª nota e tra la 7ª e i’8ª, e un intervallo di tono in tutti gli altri casi. In sintesi la successione degli intervalli nella scala musicale detta maggiore è questa:

 

Per ottenere una scala maggiore che inizi dal Re, dovremo quindi utilizzare due note alterate: il Fa♯ e il Do♯.

 

 

Per costruire la scala maggiore di Mi, dovremo aggiungere un’altra alterazione, il Sol♯.

 

 

 

L’unica scala senza alterazioni è quella di Do. Tutte le altre, per mantenere lo schema T  T  ST  T  T  T  ST, devono far ricorso alle alterazioni.

     Possiamo considerare la scala di Do come modello del modo maggiore. Le altre scale sono una ripetizione di questo modello, con un punto di partenza (nota fondamentale) diverso da Do. Il tono indica tale punto di partenza o, più precisamente, il punto di intonazione sul quale la scala si basa. Si avrà allora il tono di Do, il tono di Re ecc.

Per ulteriori informazioni consulta: Scala maggiore, Tono, Semitono, Intervallo, Gradi.

Modo minore

 

Abbiamo definito il modo come una precisa successione di toni e semitoni che costruiscono la scala, abbiamo anche indicato nel sistema modale temperato due modi – maggiore e minore.

                                                                   Scala di Do minore

 

La principale differenza tra modo maggiore e il modo minore è la diversa collocazione dei toni e dei semitoni che compongono la scala.

 

 

 

Per esempio, la scala Re minore naturale:

 

 

 

  Oltre alla scala minore naturale esistono anche altri due modelli di scala minore: l’armonica e la melodica.

La scala minore armonica si caratterizza perché al sul interno vi è un intervallo di un tono e mezzo ( cioè un tono e un semitono) tra la 6ª e la 7ª nota.

La disposizione di toni e semitoni nella scala di Re minore armonica:

 

scala di Re minore armonica

 

 

 

La scala minore melodica si caratterizza per una diversa disposizione di intervalli a seconda se sale o scende.

La disposizione di toni e semitoni nella scala ascendente di Re minore melodica:

 

scala di Re minore melodica ascendente

 

In discesa, la scala minore melodica ha gli stessi intervalli di quella naturale:

 

scala Re minore melodica discendente

 

Ulteriori informazioni consulta l’articolo: Appunti di Armonia 2.

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