Monica Vitti causa morte. Monica Vitti, pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli, nacque a Roma il 3 novembre 1931.

Monica Vitti causa morte, malattia

Monica Vitti è morta a 90 anni. La grande attrice italiana ora ormai da 20 anni lontana dalle scene a causa di una malattia degenerativa che è stata recentemente raccontata dal marito Roberto Russo in una recente intervista al Corriere della Sera:

“Ci parliamo con gli occhi. Ha una malattia tipo Alzheimer che si infiltra e sbriciola la memoria”.

Marito, figli

Monica Vitti ha avuto tre lunghe e importanti storie d’amore. La prima, con il regista Michelangelo Antonioni; poi, con il direttore della fotografia Carlo Di Palma ed infine con il fotografo di scena e regista Roberto Russo, che ha sposato civilmente in Campidoglio il 28 settembre 2000 dopo diciassette anni di fidanzamento e che le è rimasto accanto fino alla morte.

Roberto Russo, classe 1947, è fotografo di scena e regista, conosciuto per essere il terzo marito dell’attrice de L’avventura. Ha vinto un David di Donatello per il suo debutto alla regia, il film Flirt datato 1984, ma ha sempre dedicato molta cura e attenzioni alla moglie, sebbene sia di 16 anni più giovane di lei.

L’attrice non ha mai avuto figli.

Biografia

Nasce a Roma da papà romano e madre bolognese. Vive a Messina per circa 8 anni, quando è bambina, per motivi di lavoro del padre, ispettore del Commercio Estero. Viene soprannominata scherzosamente dai familiari “setti vistitini“, perché sente sempre freddo e indossa i vestiti l’uno sull’altro.

Da questo nomignolo trae ispirazione per “Sette sottane“, il suo primo libro di memorie autobiografico, edito nel 1993, seguito da Il letto è una rosa, del 1995.

A 12 anni, dopo il trasferimento a Napoli, scopre la passione per il teatro. Torna a Roma e, a 14 anni, entra in teatro. Si diploma nel 1953 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, diretta da Silvio D’Amico.

All’inizio, come per molti altri, il cinema è solo un modo per guadagnare soldi facilmente fra una tournèe teatrale e l’altra. Già a metà degli anni Cinquanta interpreta piccole parti in commedie disimpegnate come “Ridere, ridere, ridere” (1954) o “Le dritte” (1958) dove recita accanto alle allora più note Sandra Mondaini e Bice Valori.

Michelangelo Antonioni la sceglie come protagonista per il suo “L’avventura” (1960), che vince il Premio della Giuria al Festival di Cannes.

Nel corso degli anni Sessanta, la Vitti sarà la protagonista di alcuni fra i più bei film di Antonioni, a partire dall’esistenziale “La notte” (1961), all’angoscioso dramma dell’incomunicabilità di “L’eclisse” (1962), la parte di Giuliana nel drammatico “Il deserto rosso” (1964), che segna anche la fine della relazione con Antonioni.

È Mario Monicelli, su proposta del produttore Fausto Saraceni, a metterne in risalto la verve di attrice comica, dirigendola nella commedia La ragazza con la pistola (1968), dove Monica interpreta una ragazza siciliana che insegue per il mondo l’uomo che l’ha “disonorata” con l’intento di vendicarsi. Il film ebbe un grande successo e contribuì notevolmente a ridefinire la carriera dell’attrice romana, soprattutto agli occhi del pubblico.

Lasciate alle spalle le esperienze internazionali, sia pure episodiche, e una volta confermato il suo talento brillante, tra gli altri, in Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) (1970) di Ettore Scola, Gli ordini sono ordini (1972) di Franco Giraldi e La Tosca (1973) di Luigi Magni, Vitti, durante gli anni settanta, sarà protagonista di numerose pellicole del filone della commedia all’italiana

Negli anni ottanta tornò a lavorare con Michelangelo Antonioni in Il mistero di Oberwald (1980) e Alberto Sordi in Io so che tu sai che io so (1982). Nel 1981 affiancò Vittorio Gassman in Camera d’albergo di Mario Monicelli. Nel 1983, con la pellicola Flirt dell’esordiente Roberto Russo, ricevette il premio dell’attrice al Festival di Berlino del 1984; la collaborazione con Russo, suo futuro marito, continuò con Francesca è mia (1986): entrambi i film furono sceneggiati anche dalla stessa Vitti. In quel periodo recitò a teatro in La strana coppia (1987) e Prima pagina (1988).

Già allontanatasi dalle scene da diverso tempo e prima di ritirarsi definitivamente a vita privata, a causa delle sue condizioni di salute, si mostra al pubblico per l’ultima volta nel marzo del 2002, alla prima teatrale italiana di Notre-Dame de Paris. Nello stesso periodo concede anche l’ultima intervista.