Esce al cinema 'Gloria!': trama e recensione del film di Margherita Vicario - la Repubblica

Spettacoli

Al cinema ‘Gloria!’: per Margherita Vicario la prima è buona (e suona bene). La recensione di Alberto Crespi

Arriva in sala il debutto alla regia della musicista. Una vicenda ambientata in un convento femminile nel Veneto dell’Ottocento, tra ragazze creative e coraggiose e uomini beceri e arretrati

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Margherita Vicario viene da una famiglia di cineasti (suo nonno era il Marco Vicario di Sette uomini d’oro) ma è, diciamo come “primo lavoro”, una musicista. Gloria!, il suo esordio nella regia, è un film sulla musica: il titolo non indica il nome di una persona, ma un genere di canto sacro; e la regista stessa, assieme a Davide Pavanello, firma la colonna sonora.

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Ambientato nel Veneto del 1800, con Napoleone che insidia l’Italia e Papa Pio VII che sta per visitare le Venezie, racconta la storia di un gruppo di ragazze che amano la musica e compongono musica in un convento per educande intitolato a Sant’Ignazio. Oltre alle novizie, c’è anche Teresa, detta “la muta”, che lavora come domestica; ma per certi versi il personaggio principale è uno strumento di nuova invenzione, il pianoforte, destinato a soppiantare le tastiere settecentesche come il clavicembalo e la spinetta. In vista dell’arrivo di sua santità bisogna comporre un pezzo encomiastico e il maestro del coro, musicista mediocre, non ha uno straccio d’idea. Sarà Teresa a provvedere, entusiasmando le compagne e gettando nello sconforto i maschi tradizionalisti.

Questa l’ambientazione, che è di per sé interessante, originale per il nostro cinema, e pervasa di un sacrosanto empito femminista. Ma ciò che conta, nel film, è come la musica si faccia immagine grazie alla forza ritmica del montaggio (firmato da Christian Marsaglia), tecnica attraverso la quale il cinema frammenta e ricompone il tempo: è musica, quindi, in senso stretto. Basterebbe vedere la sequenza iniziale in cui tutti i rumori quotidiani del convento vanno a comporre una “sinfonia” attraverso il sapiente assemblaggio delle immagini.

Naturalmente non tutto il film è così, altrimenti sarebbe un videoclip: ma i momenti in cui il ritmo si fa racconto sono i più forti e belli di un film che poi trova il tempo anche di soffermarsi sui personaggi, su un coro femminile composto da Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi, Maria Vittoria Dallasta, Sara Malodda, Anita Kravos: un “ensemble” femminile notevolissimo, rispetto al quale spicca per contrasto il bieco maestro maschilista e approfittatore. Lo interpreta Paolo Rossi, sì, il comico, in una prova drammatica veramente inaspettata. Film da vedere.

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