Milla Jovovich compie 47 anni, le sue foto più memorabili su Vogue Italia

Ripercorriamo la carriera della modella e attrice tramite gli scatti di maestri come Peter Lindbergh, Mark Borthwick e Paolo Roversi
Vogue Italia marzo 1996
Vogue Italia, marzo 1996Mark Borthwick

Milla Jovovich compie 47 anni: modella di rara intensità e attrice dalla carriera versatile, come raccontano anche i suoi ritratti sulle pagine di Vogue Italia

Il fascino indefinibile di questa donna dai mille talenti affonda nella sua identità composita: nata a Kyiv il 17 dicembre 1975 appunto, quando ancora l'Ucraina era una repubblica dell'Unione sovietica, da madre di origini russe e padre serbo. La famiglia si trasferì presto all'estero, prima a Londra e poi a Los Angeles, dove la piccola Milla imparò l'inglese ma fu anche oggetto di scherno per le sue origini “comuniste”. Questo però le permise di forgiare fin da subito un carattere forte e determinato, che si univa alle grandi aspettative che la madre Galina, anche lei attrice, nutriva nei suoi confronti: ha dichiarato infatti di essere stata “cresciuta per diventare una star del cinema”, con corsi di recitazione impartiti in tenerissima età e i primi ruoli in film e serie tv che arrivarono già nel 1988, a soli tredici anni.

La vera svolta venne però con Ritorno alla Laguna Blu, controverso film del 1991 in cui Jovovich divenne in qualche modo l'erede di Brooke Shields e colpì il mondo per la sua bellezza inquieta e magnetica. Seguirono altri ruoli e anche le prime delusioni rispetto al mondo di Hollywood, che la spinsero a trasferirsi per un periodo in Europa per inseguire la professione di modella. In quegli anni il suo fascino algido e spigoloso, ma anche irrimediabilmente ipnotico, conquistò l'obiettivo dei più grandi fotografi, le riviste dei fashion magazine e anche l'attenzione di designer come Miuccia Prada e Gianni Versace. Fu anche l'epoca dei suoi primi scatti per Vogue Italia: nel 1996 è Mark Borthwick a farla debuttare sulla rivista in un servizio che ne esalta molteplici identità e contraddizioni (all'epoca Jovovich aveva tanto anche una carriera come cantante folk).

Vogue Italia, marzo 1996Mark Borthwick

Fu Peter Lindbergh nel 1997 a coglierne l'aspetto androgino e il fascino che sfugge a ogni definizione, trasformandola in una specie di drag king urbana e iper-sofisticata. Lindbergh le dedicò altri servizi cogliendone la mutazione in un'attrice a tutto tondo: nel 2000 la immerge infatti in esagerati set cinematografici, mostrando la versatilità che le permetteva di passare dai ruoli più struggenti a quelli più energici; nel 2005 la fa diventare una diva surreale in bianco e nero, che esprime un glamour romantico in scenari esasperati e desertici. Jovovich intanto era tornata alla recitazione stupendo il pubblico ne Il quinto elemento di Luc Besson del 1997 (col regista francese, che sarà suo marito per due anni, avrebbe girato anche Giovanna D'Arco) e poi He Got Game di Spike Lee l'anno successivo e ancora The Million Dollar Hotel di Wim Wenders nel 2000.

Vogue Italia, febbraio 1997Peter Lindbergh
Vogue Italia, ottobre 2000Peter Lindbergh
Vogue Italia, ottobre 2005Peter Lindbergh

Una nuova svolta arriva nel 2002, quando l'attrice accetta il ruolo di protagonista nel film tratto dal videogioco zombie-apocalittico Resident Evil: da lì inizia una saga di parecchi capitoli filmici e la stessa Jovovich, nel frattempo sposata col regista Paul W.S. Anderson, si impone come convincente interprete di ruoli d'azione, fantascientifici e distopici (tra gli altri Ultraviolet, Il quarto tipo e i più recenti Hellboy e Monster Hunter). L'evoluzione stilistica di quegli anni cruciali è stata tradotta da un doppio servizio che sempre sul nostro Vogue le dedica Paolo Roversi: nel 1997 ci appare come una ragazza scapigliata tra le strade di New York, capace di sublimare in un unico stile stravagante un mix di estrosità vintage, mentre nel 2002 è già una donna più matura, definita, sensuale, romantica e un po' decadente, ritratta in abiti e scenari da fin de siècle.

Vogue Italia, gennaio 1997Paolo Roversi
Vogue Italia, ottobre 2002Paolo Roversi

Questa metamorfosi continua e consapevole, in fondo, sembra essere il segreto di Milla Jovovich, partita giovanissima e mai persa nei meandri tentacolari del successo, sempre spavalda, capace di assestare i colpi giusti ("reigning queen of kick-butt" l'aveva definita nel 2016 il network americano Vh1). Ancora di Lindbergh ("uno dei miei più cari amici, sostenitore della mia carriera, quasi un secondo padre", dice lei) sono i suoi ritratti più recenti apparsi su Vogue Italia e portatori di questa maturità intensa che può celare vulnerabilità e forza insieme: nel 2015 il fotografo la ritrae col pancione mentre è aspetta la figlia Dashiel Edan (in tutto ne ha avuti tre, l'ultimo nel 2020) nel 2016 è invece sulla copertina accanto ad altre modelle ma è il suo viso antico e modernissimo, che non ha mai bisogno di troppo trucco, ancora netto e irresistibile come un tempo, a catturare l'occhio del lettore. 

Vogue Italia, maggio 2015Peter Lindbergh
Vogue Italia, ottobre 2016Peter Lindbergh

Passando da un regista affermato all'ennesimo blockbuster, da scatti artistici a campagne più pop, Milla Jovovich non ha mai rinunciato a esprimere la sua essenza più pura. Come ha fatto anche negli ultimi mesi, quando la più cruda attualità l'ha fatta esprimere con dolore e angoscia sulla guerra in Ucraina: “Sono affranta e sbalordita mentre provo ad elaborare gli eventi in Ucraina, il mio luogo di nascita. Il mio paese e la mia gente vengono bombardati”, ha scritto su Instagram: “Il mio sangue e le mie radici vengono sia dalla Russia sia dall'Ucraina. Sono spezzata in due… Guerra. Sempre guerra. I leader non portano mai la pace”. Anche al di fuori dello schermo, Milla Jovovich è una combattente, ben consapevole che la guerra, però, dovrebbe essere solo qualcosa da fingere al cinema.