Susan Sarandon: "A Hollywood ci sono ancora dei Weinstein"

Susan Sarandon: “Non abbiamo ancora fatto pulizia di tutti gli Harvey Weinstein”

"Non credo che si parli abbastanza delle persone che hanno favorito questi personaggi e che sono ancora in attività, e ugualmente responsabili", ha affermato l'attrice durante un panel alla 90s Con

Susan Sarandon sta ancora aspettando che Hollywood migliori le condizioni di lavoro delle donne. Domenica 17 marzo, l’attrice ha affermato che, secondo lei, l’industria non ha ancora fatto i conti con le rivelazioni del movimento #MeToo su Harvey Weinstein.

“Non credo che abbiamo fatto la pulizia che dovremmo fare”, ha spiegato Sarandon durante un panel della 90s Con. E ha precisato: “Non credo che si parli abbastanza delle persone che hanno favorito gli Harvey Weinstein del mondo e che sono ancora in attività e sono altrettanto responsabili”.

I suoi commenti sono arrivati in risposta alle dichiarazioni di Mira Sorvino, che ha detto che Weinstein ha “soffocato” la sua carriera dopo l’Oscar del 1996 come miglior attrice non protagonista. “Ho smesso di essere un’attrice cinematografica valida”, racconta Sorvino.

Weinstein, cofondatore di Miramax, è stato al centro delle discussioni del movimento #MeToo del 2017 e sta attualmente scontando diverse pene detentive per stupro e aggressione sessuale.

Sarandon ha poi fatto riferimento alle persone che ancora lavorano a Hollywood che “sapevano cosa accadeva quando mandavano le persone in un albergo, che non prestavano attenzione quando qualcuno si lamentava”, e ha riflettuto sui modi in cui la sessualità femminile è rimasta “un pilastro di questo business” da quando ha iniziato la sua carriera negli anni Settanta.

“È molto disorientante essere una ragazza e sapere che stanno valutando le tue possibilità di carriera in base a quanto sei sexy”, ha dichiarato. “Lo sapete, vero? Sapete che c’è qualcosa che sta succedendo. La chiamano chimica o come la vogliono chiamare. Ma questo fa parte del contributo che porti. Che vi piaccia o no, è una cosa che esiste”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga