Il teatro fantasma – Mat Osman – Lettrice Per Passione
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Il teatro fantasma – Mat Osman

Di Lettrice Per Passione
11 min

«Il fatto è, Shay, che il palcoscenico è il solo luogo dove tutto ha senso. Fuori di qui è arbitrario. Gli eroi muoiono e i buoni soffrono. […] Questo, è qui che abita la verità. Fuori tutto è morto, niente può respirare e niente può crescere. Le parole nascono morte. Ma qui…noi siamo re.»

Nonesuch

Buongiorno lettori!
Oggi vi porto a scoprire questo libro che per me è stato davvero una grande sorpresa.
L’ho scovato in libreria, con questa copertina accattivante, tra tutte quelle più o meno ordinarie. Era sullo scaffale dei fantasy, non so per quale motivo, perchè in realtà di fantasy ha proprio poco, però devo dire che mi ha intrigata a partire dal “vestito”, passatemi il termine.

Ho poi letto la trama e mi ha incuriosita tantissimo.
Siamo nella Londra elisabettiana, quella dei teatri che nascono e fanno fatica a resistere, quella del Curtain, che ruba la scena a tutti i teatri minori, quella della peste imminente e del regno di Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, una regina quasi non voluta, ma che si è dimostrata una donna con uno spirito risoluto.

Shay è un’addestratrice di falconi e sacerdotessa di un antico culto legato agli uccelli. La sua comunità vive a Birdland, una pianura dove ci sono reti e dove suo padre, ormai diventato cieco, fa il traghettatore tra la piana e Londra stessa, conoscendo a memoria la strada. La madre di Shay, Ava, era una Aviscultan e lei ha ereditato questa capacità dalla madre. Riesce a comunicare con gli uccelli e come loro si muove sui tetti come se volasse, leggera e veloce, consegnando messaggi e sfuggendo ogni qual volta che si presenta l’occasione di liberare qualche animale in gabbia e farla franca.

Nonesuch è un giovane adolescente che fa parte dei Blackfriars Boys, che recitano opere di Shakespeare in teatri di bassa lega. La sua compagnia è composta da altri ragazzi, Trussell, Pavey e una ragazza, Alouette Flanders, che si occupa della scenografia e dei trucchi di scena. Si imbatte in Shay proprio mentre sta scappando da un gruppo di uomini che la inseguono dopo una delle sue bravate e la porta proprio al teatro dei Blackfriars Boys. Qui Shay si ritrova in un mondo tutto nuovo, di cui vuole quasi disperatamente fare parte, per poter finalmente essere qualcos’altro, oltre che una Aviscultan. Nonostante nasconda il suo essere una ragazza, inizialmente, alla fine lei e Nonesuch si legano quasi come se fosse destino. Non si può parlare proprio d’amore, perchè in realtà il loro è un rapporto viscerale. Il mondo del teatro è famelico, tanto che quando si tratta di partecipare a degli spettacoli privati, Shay viene sempre lasciata indietro, e quando scopre il motivo di questa esclusione inorridisce. Gli spettacoli privati sono terribili, gli attori vengono vestiti e trattati come se fossero carne da macello e spesso rimediano qualche brutta ferita.

Nonesuch è un ragazzo intraprendente, non vuole fermarsi ai Blackfriars Boys, vuole creare un teatro tutto suo, dove recitare come vuole, e insieme a Shay, Trussell, Pavey, Alouette ed Evans riescono persino ad attirare l’attenzione di Elisabetta in persona. Il motivo per cui la Regina è attratta da Shay è che ha scoperto essere una Aviscultan, che può leggere le carte e fare profezie, tanto da richiedere una seduta privata, durante la quale la ragazza devota al culto degli uccelli predice qualcosa di terribile. Dopo poco tempo la peste raggiunge Londra, e il gruppo di ragazzi è costretto a lasciare la città, per evitare il contagio, così partono a bordo di un carro, dove mettono in scena le loro opere, il cosiddetto teatro fantasma.

Shay, nel frattempo, è costretta a lasciare Birdland, per non gravare su suo padre e la sua cecità, nonchè sulla comunità di Aviscultan. Nel frattempo riesce, in una delle sue scorribande, a liberare Devana, un falco che ha addestrato per conto di un lord di Londra.

Le vicissitudini sono tantissime, prima tra tutte il fatto che Shay viene rapita dai Commoners che la utilizzano come se fosse un animale in gabbia, da circo, sfruttando il suo dono di predire il futuro come se fosse a buon mercato, trattandola come carne da macello, un po’ come facevano i lord durante gli spettacoli privati dei Blackfriars Boys.

Riuscirà Nonesuch e la compagnia del teatro fantasma a salvare Shay?

Questo libro ha uno stile di scrittura davvero complesso: è denso di descrizioni, e la traduzione di Paola Olivetto e Mirko Zilhay è davvero qualcosa di spettacolare: riesce a rendere la crudezza dei contenuti, delle descrizioni, del periodo in cui i teatri e i teatranti erano bistrattati un giorno ed elogiati il giorno dopo. Un periodo in cui Londra viene messa in ginocchio dalla peste. Non è semplice rendere tutto questo e Mat Osman ha fatto un lavoro davvero impeccabile.
Tutto è incentrato sulle descrizioni, sul legame con i volatili, di qualunque tipo, dai falchi pellegrini, ai rondoni, alle arvicole: ogni uccello ha il proprio canto e il proprio culto da seguire e Shay è devota a loro, quanto al teatro fantasma.

Se vi piacciono le atmosfere londinesi del periodo elisabettiano e vi interessano le storie complesse, questo senz’altro è un romanzo che fa per voi. Io l’ho letto con la dovuta attenzione, ci ho messo un po’ per farlo, ma ne è valsa assolutamente la pena.

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