L’ebrea Sarfatti e la «razza bianca». Com’è inutile confutare la dietrologia- Corriere.it

L’ebrea Sarfatti e la �razza bianca�. Com’� inutile confutare la dietrologia

di Ernesto Galli della Loggia

La terra promessa americana di Margherita Sarfatti. E poi la storia degli anni di piombo raccontata da Vladimiro Satta. Scrittori e artisti contro Franco nella guerra di Spagna

L’ebrea Sarfatti e la «razza bianca». Com’è inutile confutare la dietrologia

Margherita Sarfatti nella sua casa-studio circondata da oggetti e opere d’arte che amava collezionare (foto Archivio Corsera)

Nel 1934, messa da parte dal fascismo, Margherita Sarfatti si reca per un lungo viaggio negli Stati Uniti. Vede tutto quello che bisogna vedere: le citt�, i paesaggi, le persone giuste (i libri importanti li ha gi� tutti letti). Dopo il suo ritorno aspetta per� il 1937 — cio� che si dilegui ogni possibile illusione su un regime fascista ormai avviato all’abbraccio razzista con Hitler — per far uscire questo resoconto da allora mai pi� ripubblicato (L’America, ricerca della felicit�, Liberilibri, pagine 341, euro 24). Un po’ prolisso ma traboccante d’intelligenza e di cultura, � il ritratto di una nuova terra promessa alternativa a quella in cui lei ha creduto fino ad allora. Nelle sue pagine l’America — guidata dalla �cultura di gentiluomo� e dall’�intrepidezza elegante� nonostante l’infermit� di un capo che si chiama Roosevelt (al Duce devono essere fischiate le orecchie per giorni) — �, rispetto a un’Europa decisa al suicidio, la sola speranza di futuro per la supremazia della civilt� occidentale giudaico-cristiana (per �la razza bianca� scrive sempre, crudamente, Margherita).

Vladimiro Satta, I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo (Bur Rizzoli 2024, pagine 955, euro 18): seconda edizione mammuth, aggiornata e ampliata, (144 pagine solo di note ma tutte da leggere) di un libro tanto fondamentale quanto inutile. Mi spiego: l’autore, documentatissimo fino alla pignoleria, vivisezionatore implacabile di ogni scena e retroscena, privo di pregiudizi e armato di un solido buon senso, si prefigge nientedimeno che di spianare la montagna di invenzioni, illazioni, allusioni, interpretazioni, accumulatesi su mezzo secolo di storia patria. E ci riesce smontando ogni episodio, ricostruendo minutamente ogni indagine. Ma alla fine � un libro solo contro intere biblioteche, contro migliaia di �special� televisivi, contro milioni di articoli; un libro solo contro tutta l’industria sempre floridissima dei �misteri italiani�: dunque una battaglia persa in partenza, come si capisce. Anche se, Satta lo dimostra, una �strategia della tensione� non � mai esistita: ci furono solo dei giovani demoni che credevano di sapere tutto non avendo capito niente, e dei poveri morti.

Alla fine, invece, passarono… Ma �No pasar�n!�, quel grido, lanciato nelle piazze e nelle trincee della Spagna repubblicana contro la sedizione fascista rimase a lungo nel ricordo e poi nella cultura di almeno un paio di generazioni europee. Riecheggiato dalla lettura dei tanti libri scritti dagli intellettuali e scrittori che in numero mai visto parteciparono a quella guerra dalla parte dei �rossi�, facendone un autentico mito politico-letterario. Giusta quindi l’idea di una ricognizione di tali scritti e dei loro autori come si fa in questo libro (Antonio Di Grado, La brigata delle ombre. Scrittori e artisti nella guerra di Spagna, La nave di Teseo, pagine 303, euro 22). Peccato per� che l’esito non sia pari alle intenzioni. Ne � uscito fuori, infatti, un testo confusissimo, dove nomi e opere si accavallano in un disordine reso ancora pi� impenetrabile da una scrittura ellittica e allusiva e dalla mancanza di note. Un minimo di editing, no?

8 marzo 2024 (modifica il 8 marzo 2024 | 20:12)