Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York

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Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York
Una scena del film in cui Kevin sta prendendo in giro i dipendenti del Plaza Hotel.
Titolo originaleHome Alone 2: Lost in New York
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1992
Durata120 min
Rapporto1,85:1
Generecomico, commedia, avventura
RegiaChris Columbus
SoggettoJohn Hughes
SceneggiaturaJohn Hughes
ProduttoreJohn Hughes
Produttore esecutivoRichard Vane, Mark Radcliffe, Duncan Henderson
Casa di produzioneHughes Entertainment
Distribuzione in italiano20th Century Fox
FotografiaJulio Macat
MontaggioRaja Gosnell
Effetti specialiDan Sudick, Craig Barron
MusicheJohn Williams
ScenografiaSandy Veneziano, Gary A. Lee, Marvin March
CostumiJay Hurley
TruccoLinda Melazzo
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York (Home Alone 2: Lost in New York) è un film del 1992 scritto e prodotto (come il precedente) da John Hughes, e diretto da Chris Columbus, sequel di Mamma, ho perso l'aereo.[1] Il film è interpretato da Macaulay Culkin, Joe Pesci, Daniel Stern, John Heard, Tim Curry, Brenda Fricker e Catherine O'Hara. La trama segue Kevin McCallister (Culkin), mentre è separato dalla sua famiglia durante le vacanze.

È stato distribuito nelle sale statunitensi il 20 novembre 1992. Ha ricevuto recensioni contrastanti dalla critica; mentre le esibizioni sono state elogiate, le critiche sono state rivolte al suo tono più oscuro, all'uso della violenza e alle somiglianze con il primo film. Il film ha incassato oltre 359 milioni di dollari in tutto il mondo,[1] diventando il terzo film con il maggior incasso del 1992. Un sequel con un nuovo cast, dal titolo Mamma, ho preso il morbillo, è uscito nel 1997.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Un anno dopo la disavventura del piccolo Kevin, la famiglia McCallister si presenta di nuovo pronta per partire a Natale, questa volta per Miami. Kevin non viene dimenticato a casa come l'anno precedente, ma nella confusione dell'aeroporto perde di vista i genitori e, seguendo un uomo fisicamente simile a suo padre e che indossa un cappotto identico a quello di Peter, si imbarca su un aereo sbagliato. Salito sull'aereo, inizia ad ascoltare la musica con le cuffie e non sente gli annunci di bordo, quindi finisce per non accorgersi dell'errore e arrivare a New York. I genitori, giunti in Florida, si accorgono di aver nuovamente perso il figlio e contattano la polizia per le ricerche; nel frattempo Kevin, libero dal clima opprimente della sua famiglia, non si spaventa e dà inizio a un'avventurosa esplorazione della città, accorgendosi tra l'altro che la carta di credito del padre è rimasta a lui ed usandola per prenotare una lussuosa camera al Plaza Hotel.

Dopo qualche giorno Kevin viene scoperto dal personale dell'albergo, perché il portinaio, sospettoso, ha volutamente fatto in modo che la carta di credito usata da Kevin risultasse rubata, per far sì che, rintracciandola, fosse possibile ritrovare anche quest'ultimo. Il bambino, inoltre, deve fare nuovamente i conti con due sue vecchie conoscenze, i ladri Harry e Marv, che erano stati arrestati proprio grazie a lui e che, da poco evasi dalla prigione e giunti anche loro a New York per riprendere a delinquere, vogliono ancora vendicarsi del ragazzo.

I ladri hanno intenzione di nascondersi nel negozio di giocattoli del signor Duncan per derubarlo proprio alla mezzanotte della vigilia di Natale, rubando i soldi dalla cassa del negozio e i fondi benefici destinati a un ospedale pediatrico, per poi, una volta messo a segno il colpo, scappare e rifugiarsi in un altro stato. Kevin, dopo averli nuovamente incontrati, finisce nelle loro mani, ma riesce a registrare la loro conversazione mentre parlano del furto da compiere grazie a un registratore vocale, per poi fuggire di nuovo grazie all'aiuto di una passante.

Durante la notte, Kevin si rifugia a Central Park, dove incontra la "donna dei piccioni", una malinconica signora di buon cuore caduta in disgrazia che vive come una senzatetto, sempre accompagnata da molti piccioni che nutre e tratta come fossero suoi animali da compagnia. Inizialmente Kevin ne rimane impaurito e terrorizzato, ma dopo che lei lo ha aiutato a liberarsi, quando il suo piede si è incastrato tra le pietre, si rende conto che è una brava persona e le chiede scusa per aver avuto paura di lei. La donna porta quindi Kevin nel sottotetto del Carnegie Hall, dove un'orchestra sta eseguendo "Adeste fideles", e gli confida che da quella posizione ha assistito di nascosto a esibizioni di molti famosi artisti, tra cui Ella Fitzgerald, Count Basie, Frank Sinatra e Luciano Pavarotti. Gli racconta come la sua vita sia crollata a causa di relazioni sbagliate e lui le dà qualche consiglio, promettendole che sarà sempre suo amico.

Allontanatosi dalla donna dei piccioni, Kevin decide di fermare nuovamente i due ladri, quindi si reca alla casa in ristrutturazione degli zii Rob e Georgette, trasferiti a Parigi, e la trasforma in una fortezza, piazzando una serie di trappole: sparachiodi, grasso, mattoni, chiavi inglesi, contatti elettrici, kerosene e un gigantesco tubo di ferro. Scattando alcune foto a Harry e Marv mentre stanno svaligiando il negozio di Duncan, il bambino li attira fino alla casa degli zii e, esattamente come l'anno precedente, i due rimangono vittime delle trappole.

Quando finalmente, al parco, i due riescono a catturare Kevin e sono sul punto di sparargli, la donna dei piccioni accorre in suo aiuto, cospargendo di mangime per uccelli i due malviventi, che vengono beccati e urtati dai piccioni. Grazie a una telefonata e ai fuochi artificiali sparati da Kevin, la polizia riesce a trovare i ladri e ad arrestarli, trovando le foto scattate dal ragazzo; questa volta i due malintenzionati vengono rinchiusi in un carcere di massima sicurezza e Kevin,felice di essere riuscito a farla franca anche questa volta, scappa,sperando con tutto il cuore di non rivederli mai più .

A Miami, intanto, i McCallister vengono a sapere dal personale del Plaza (a cui era rimasta la carta di credito) e dalla polizia che Kevin si trova a New York; una volta arrivati, vengono ospitati al Plaza Hotel, mentre Kate va a cercare Kevin per tutta la città fino a ritrovarlo al Rockefeller Center, di fronte al più grande albero di Natale di New York dove si era recato per chiedere perdono e a chiedere di potersi ricongiungere con la famiglia ,dopo aver fatto pace Kate riporta Kevin in Hotel per passare finalmente le feste tutti insieme .

Il giorno dopo è Natale: al loro risveglio, i McCallister scoprono che il signor Duncan, in segno di riconoscenza nei confronti di Kevin, ha fatto recapitare al Plaza Hotel dei regali per tutta la famiglia. Subito dopo Kevin va a Central Park per ringraziare la donna dei piccioni, ma allo stesso tempo deve anche affrontare la rabbia del padre, che dovrà sostenere una spesa di 967 dollari per il servizio in camera richiesto dal figlio.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Le riprese si sono svolte dal 9 dicembre 1991 al 6 maggio 1992.[1]

Rispetto al primo film, la produzione del secondo capitolo risultò più travagliata. Aver intrapreso la lavorazione nei mesi invernali causò dei ritardi. A New York ci fu una violenta bufera e il gelo causò guasti a telecamere e monitor, rallentando la lavorazione.

Per la scena dei piccioni nel finale del film, la produzione addestrò ben trecento volatili reali. Daniel Stern e Joe Pesci vennero coperti realmente da becchime e furono realmente attaccati.

Macaulay Culkin, ormai diventato un attore-bambino di successo, ottenne un cachet di 4,5 milioni di dollari per questo film. Durante le riprese veniva seguito da un servizio di protezione extra, perché le persone provavano ad avvicinarsi a lui durante i ciak.[senza fonte]

Per le riprese dell'abitazione della famiglia McCallister venne nuovamente scelta 671 Lincoln Avenue a Winnetka, Illinois.

La scuola di Kevin, dove venne girata la scena della recita di Natale, è la stessa ancora oggi situata in 2417 Prairie Avenue, a Evanston.

Per la solita corsa in aeroporto anche questa volta fu scelto l'Aeroporto Internazionale di Chicago-O'Hare.

Alcune scene ambientate a New York, in realtà vennero girate a Chicago, come: le scene al Duncan's Toy Chest, girate presso il Rookery Building al 202 South LaSalle Street (per le riprese esterne) e nell'Uptown Theatre a North Broadway[1] (per le riprese interne). Un altro sito "newyorkese", ma sempre ripreso a Chicago, è quello inerente alla suite di lusso dell'Hotel Plaza, girato all'Hilton Chicago di South Michigan Avenue. Altro luogo non filmato a New York è la casa diroccata degli zii di Kevin, per la quale venne sfruttato un set cinematografico degli Universal Studios di Los Angeles, la Brownstone Street.

Tra le scene girate effettivamente a New York: il Queensboro Bridge, il World Trade Center, Central Park,[1] l'Hotel Plaza,[1] ecc.

Le scene dell'arrivo dei McCallister in Florida vennero in realtà girate in California, all'Aeroporto Internazionale di Los Angeles e alla Villa de Dolphiné a Long Beach.[2][3]

Camei[modifica | modifica wikitesto]

Nella scena in cui Kevin, entrando per la prima volta al Plaza Hotel, chiede dove si trovi la portineria, l'uomo che gli risponde è il magnate newyorkese Donald Trump,[1] all'epoca del film imprenditore nel campo immobiliare e proprietario dell'albergo.[4] I pochi secondi in cui compare Trump, tagliati per esigenze di pubblicità televisiva dalla rete televisiva canadese Canadian Broadcasting Company già nel 2014, hanno innescato una polemica nel dicembre 2019[5].

Nel film compaiono il regista Chris Columbus, nel ruolo di uno dei clienti al negozio di giocattoli Duncan, e sua moglie Monica Devereux, che interpreta l'operatrice dell'albergo che registra al telefono la prenotazione del protagonista[6].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è uscito negli Stati Uniti d'America il 20 novembre 1992 ed in Italia il 18 dicembre dello stesso anno.[1]

Nazione Prima
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 20 novembre 1992
Bandiera della Spagna Spagna 4 dicembre 1992
Bandiera del Sudafrica Sudafrica
Bandiera dell'Indonesia Indonesia 8 dicembre 1992
Bandiera dell'Islanda Islanda 9 dicembre 1992
Bandiera dell'Australia Australia 10 dicembre 1992
Bandiera della Germania Germania
Bandiera della Finlandia Finlandia 11 dicembre 1992
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Bandiera dell'Irlanda Irlanda
Bandiera della Francia Francia 16 dicembre 1992
Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia 17 dicembre 1992
Bandiera di Hong Kong Hong Kong
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
Bandiera del Brasile Brasile 18 dicembre 1992
Bandiera dell'Ungheria Ungheria
Bandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud
Bandiera del Portogallo Portogallo
Bandiera del Giappone Giappone
Bandiera dell'Argentina Argentina 24 dicembre 1992
Bandiera di Taiwan Taiwan
Bandiera della Colombia Colombia 25 dicembre 1992
Bandiera della Danimarca Danimarca
Bandiera della Svezia Svezia
Bandiera dell'Uruguay Uruguay
Bandiera della Turchia Turchia 15 gennaio 1993
Bandiera dell'Egitto Egitto 18 gennaio 1993
Bandiera dell'Estonia Estonia 17 dicembre 1993
Bandiera della Russia Russia 23 dicembre 1994
Bandiera dell'Ucraina Ucraina

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York ha aperto con un record di $ 31,1 milioni di novembre in 2.222 cinema, con una media di $ 14.008 per sala.[7] Sebbene sia iniziato meglio di Mamma, ho perso l'aereo,[8] incassando $ 100 milioni in 24 giorni rispetto ai 33 giorni dell'originale, alla fine il sequel ha incassato meno nel primo film, con 173585516 $ in Nordamerica e un totale mondiale di 358994850 $,[7] rispetto ai $ 476 milioni del primo film.[9] Fu il terzo film di maggior successo dell'anno, alle spalle di Aladdin e Guardia del corpo.[10]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Su Rotten Tomatoes il film ha un indice di gradimento del 35% basato su 57 recensioni, con una valutazione media di 4,5/10. Il consenso critico del sito recita: "Un cambio di sede - e più sentimentalismo e violenza - non possono oscurare il fatto che Home Alone 2: Lost in New York è un facsimile meno ispirato del suo predecessore."[11] Su Metacritic, il film ha un punteggio medio ponderato di 46 su 100 basato su 22 critici, che indica "recensioni contrastanti o medie".[12]

Roger Ebert del Chicago Sun-Times ha dato al film due stelle su quattro e ha affermato che "la violenza nei cartoni animati è divertente solo nei cartoni animati. La maggior parte dei tentativi di duplicare l'animazione dal vivo sono falliti, perché quando le figure in carne e ossa colpiscono sul pavimento, possiamo quasi sentire le ossa scricchiolare, e non è divertente."[13] Kenneth Turan del Los Angeles Times affermò: "Tutto ciò che era non forzato e divertente nel primo film è diventato leggermente sentimentale e stato steso con una cazzuola. Il risultato, con alcune eccezioni, suona come una parodia troppo elaborata del primo film, ricordandoci perché ci è piaciuto senza duplicare il suo fascino."[14] Dave Kehr del Chicago Tribune ha scritto che il sequel "si gioca come una versione volgare e auto-parodiante dell'originale, in cui gli elementi fantasy sono diventati più sporchi e materialistici, il sentimentalismo più sdolcinato e aggressivo, e la violenza slapstick, già tanto intensa nel primo film, ancora più grafica e sadica." Ha inoltre criticato la violenza invocando che "Piuttosto che ridere, provoca sussulti di simpatia e stupore, anche tra i bambini del pubblico. I piaceri qui sono del tutto crudeli, con una malsana concentrazione sulla sofferenza delle vittime, sugli impatti di vari oggetti contro le loro teste, sui loro ululati di agonia."[15]

Janet Maslin del New York Times ha riconosciuto che "Home Alone 2 può essere concepito pigramente, ma è messo in scena con un senso dell'occasione e un sacco di allegria natalizia. Il ritorno di Mr. Culkin nel ruolo è irresistibile, anche se questo all'attore comico naturale è stato dato ben poco di nuovo da fare. I signori Pesci e Stern danno grande entusiasmo alla stupidità dei loro personaggi, al punto che sono molto più divertenti solo camminando e parlando di quanto non vengano feriti."[16] Richard Schickel del Time ha osservato: "Home Alone 2 segue esattamente la formula che ha reso il suo predecessore la commedia di maggior incasso nella storia umana. Ma non è un freno, e non è una fregatura. Consideralo come una favola raccontata il doppio". Ha elogiato Hughes e Chris Columbus e ha sentito che "i dettagli delle situazioni sono sviluppati in modo vivido e originale. E sono presentati con un'energia e una convinzione che di solito mancano ai sequel"[17]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Sequel[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Home Alone (serie di film).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York - Film (1992), su ComingSoon.it. URL consultato il 4 novembre 2023.
  2. ^ TUTTE LE LOCATION ESATTE DI "MAMMA, HO RIPERSO L'AEREO: MI SONO SMARRITO A NEW YORK", su themoviedistrict.com. URL consultato il 27 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2015).
  3. ^ TUTTE LE LOCATION ESATTE DI "MAMMA, HO RIPERSO L'AEREO: MI SONO SMARRITO A NEW YORK", su itsfilmedthere.com. URL consultato il 27 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2016).
  4. ^ 'Guida ai Film 2009' di Leonard Maltin pag.1225
  5. ^ Anna Lombardi, “Mamma, ho perso Trump” Il Canada lo cancella dal film e Donald non la prende bene, in la Repubblica, 28 dicembre 2019, p. 16. URL consultato il 28 dicembre 2019.
  6. ^ Moglie del regista, su cinema.fanpage.it.
  7. ^ a b (EN) "Home Alone 2: Lost in New York – Weekend Box Office Results", su Box Office Mojo.
  8. ^ (EN) "Home Alone 2: Lost in New York", su American Film Institute.
  9. ^ (EN) "Home Alone", su Box Office Mojo.
  10. ^ (EN) "1992 Worldwide Grosses", su Box Office Mojo.
  11. ^ (EN) "Home Alone 2: Lost in New York (1992)", su Rotten Tomatoes.
  12. ^ (EN) "Home Alone 2: Lost in New York Reviews", su Metacritic.
  13. ^ (EN) "Home Alone 2: Lost in New York (1992)", su Chicago Sun-Times.
  14. ^ (EN) "MOVIE REVIEW: 'Home' Again for the Holidays", su Los Angeles Times.
  15. ^ (EN) "'Home, Cruel 'Home'", su Chicago Tribune.
  16. ^ (EN) "Review/Film; Alone Again: Holiday Mischief In Manhattan", su New York Times.
  17. ^ (EN) "A Twice-Told Fairy Tale", su Time.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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