Ma Rainey's Black Bottom – Si canta per capire la vita - ArteSettima
Ma Rainey’s Black Bottom – Si canta per capire la vita

Rosella Maiorana

Marzo 20, 2021

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Siamo nella Chicago degli anni ’20, è il periodo degli anni ruggenti dello sviluppo industriale americano, i discendenti degli schiavi afroamericani delle piantagioni del sud degli States stanno seminando i primi germogli della musica blues. In questo contesto si colloca la Ma Rainey’s Black Bottom, film sulla cantante afroamericana proveniente dalla Georgia nota come la Madre del Blues.

«Non ho mai sopportato il silenzio. Ho sempre preferito sentire della musica. Tiene tutto in equilibrio, la musica. Riempie la vita. Più musica c’è nel mondo, più è pieno».

(Ma Rainey)

La lotta tra oppressi e oppressori

Pellicola del 2020 targata George C. Wolfe, Ma Rainey’s Black Bottom è l’adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale di August Wilson (1984). Viola Davis interpreta l’omonima Ma Rainey, una donna immersa in un mondo non soltanto patriarcale, ma soprattutto xenofobo. È l’emblema della lotta contro le discriminazioni di ogni genere, ma è anche l’effige di chi da oppresso si trasforma poi in oppressore.

Ma Rainey

Viola Davis in una scena di Ma Rainey’s Black Bottom

La continua paura di non essere accettata e di essere sfruttata dal mondo dei bianchi, per poi essere scartata a lavoro compiuto, portano Ma ad attaccare ripetutamente l’altro, a porre dei limiti da non oltrepassare, per difendersi da un mondo che potrebbe divorarla. Per lei il blues è la linfa vitale, non è una merce di scambio, un guadagno da portare a casa.

La Madre del Blues vive nel periodo del Ku Klux Klan, la paura dell’altro regna sovrana in ogni dove e lo straniero è considerato alla stregua di un nemico che, impuro, macchia la purezza della razza. Ma Rainey non è solo una donna afroamericana che lotta in un mondo maschilista e razzista, è anche bisessuale, vive quindi in contrasto continuo contro il politicamente corretto.

Conscia delle proprie doti, riesce a fare della sua arte un dono prezioso da tutelare e da utilizzare come schermo contro l’altro, come arma contro una realtà dominata dal business e dalla convenienza. Da vittima diventa però carnefice. Il muro che ha edificato davanti a sé non le permette uno spiraglio, frustrata dall’opportunismo finisce per attaccare chi le è di fronte, imponendo la sua idea e rigettando chiunque le si opponga. Anche Leeve subisce questa sorte, un giovane e forse troppo ambizioso trombettista di grandi speranze.

«I bianchi non capiscono il blues. Lo sentono, ma non sanno da dove arriva. Non capiscono che la vita parla con il blues. Non si canta per stare meglio. Si canta per capire la vita. Il blues ti aiuta ad alzarti la mattina. Lo fai sapendo che non sei da solo. C’è qualcos’altro al mondo. Ed è in quella canzone. Sarebbe un mondo vuoto, senza il blues».

(Ma Rainey)

Leeve e Toledo: Due diverse filosofie di vita

Leeve (Chadwick Boseman) rappresenta la via del progresso, è rapito dal costante desiderio di cambiare e di scardinare l’ordine costituito. Una vita troppo severa gli ha procurato sofferenze e ora ha perso la fede e la speranza, non crede che la stasi possa portare a qualcosa di buono, vuole rivoluzionare la sua vita, senza accontentarsi delle briciole.

«Quello è il problema, vi accontentate di stare in un angolo».

(Leeve)

Anticonformista, ma disorganizzato, non ha una maturità tale da permettergli di programmare un cambiamento radicale. È troppo impulsivo e sicuro di sé, si lascia travolgere dalle passioni del momento, gli manca la riflessione, agisce d’istinto e pecca di hybris.

Ma Rainey

Chadwich Boseman, candidato come Miglior attore protagonista agli Oscar 2021, in Ma Rainey’s Black Bottom

La tracotanza di Leeve si contrappone alla saggezza (anche un po’ disillusa) di Toledo (Glynn Turman), custode di una concezione esistenziale dominata dal sacrificio. Due diverse filosofie di vita che in fondo si basano sugli stessi ideali: difendere i propri diritti contro una realtà che continua a calpestarli.

Toledo è il simbolo della tradizione, è un uomo che ha visto il suo popolo oppresso per anni e che spera in una ribellione generale, ma solo se organizzata e sensata. Ognuno deve fare la sua parte, da soli non si può raggiungere l’obiettivo. Crede nel cambiamento, ma è ancorato nel passato. È il Patron ‘Ntoni dei Malavoglia di Verga, un patriarca che non vuole rischiare di naufragare nella becera bufera dell’impulsività.

«Nessuno parla di migliorare la vita per i neri in America. Nessuno pensa al mondo da lasciare ai giovani. Pensano solo a divertirsi in quel momento. […] Ma la vita non può essere solo divertimento. La gente di colore dovrebbe fare di più che pensare solo a divertirsi. […] Noi. Ogni persona di colore al mondo deve fare la sua parte. […] Parlo di ciò che possiamo fare insieme».

(Toledo)

Leeve, al contrario, non teme di gettarsi a capofitto nell’ignoto, è Bastianazzo che si perde con la sua Provvidenza. Come in Verga, anche qui la tempesta finisce per travolgerlo, gli fa abbandonare la retta via e lo sommerge, non lasciandogli possibilità di scampo.

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