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MTV EMA 2011 – Belfast by day e quando se ne va la tivvù

Quando finisce tutto e gli argomenti scappano dai giornali, su un blog si può continuare a parlarne.

pubblicato 8 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:09


Finiti gli MTV EMA 2011 (qui la recensione della serata, il liveblogging e lo speciale dei colleghi di Soundsblog), finisce anche la trasferta di TvBlog in terra gaelica. Non prima di un lungo viaggio che avverrà per vie diverse (Belfast-Dublino-Malpensa, questa volta), ma del quale non avrete alcun tipo di resoconto come per l’andata. Ce ne faremo tutti una ragione. Quel che resta da dire, però, è qualche parola sulla città: quando i “carrozzoni” dello showbiz partono lasciano spesso il vuoto dietro di loro, e nessuno ricorda più nulla dei luoghi in cui si è tenuto l’evento. Se non per come si è mangiato. O per la festa aftershow – roba che, personalmente, aborro, ma tocca presenziare almeno un po’ – o per chi ha vinto, chi ha perso, chi ha dato spettacolo. E invece c’è un mondo, lì, che rimane anche dopo che gli ultimi attrezzisti hanno finito di smontare il backstage. E anche dopo che gli ultimi giornalisti hanno finito di scriverne e la notizia è invecchiata e non più notiziabile. Noi, qui, possiamo avere ritmi diversi: sul pezzo quando serve, con lentezza quando ci piace farlo. E’ quel che ci rende un po’ più fortunati rispetto ai colleghi coi quali ho condiviso i fatti che si trovano fra le righe che leggerete e che avete letto.

Belfast di giorno


Belfast è sicuramente una città che ha bisogno di festeggiare: lo dimostra questo titolone post-show del Belfast Telegraph, ma lo dimostrano anche gli atteggiamenti di cui abbiamo già parlato qualche giorno fa, questo clubbing ostentato ad ogni costo. Questo “noi ci sappiamo divertire”. E’ una città difficile. Una città che ha vissuto sulla propria pelle una guerra civile terminata – ma non certo nelle sue conseguenze sociali – solamente alla fine degli anni ’90, una guerra civile che lascia tracce molto evidenti ancora oggi. In Falls Road, per esempio, dove un muro separa ancora i quartieri protestanti da quelli cattolici. E in Shankill Road. Se ti immergi in quelle strade respiri un’atmosfera irreale, “congelata”: sono ancora quartieri di frontiera nella stessa città. I muri ci sono ancora, e non solo fisicamente.

Shankill Road

I muri col filo spinato. I murales che ricordano le vittime degli scontri. I “cab” neri che portano i turisti a fare i tour politici e spiegano loro cosa succedeva lì – chissà se glie lo spiegano dal punti di vista dei cattolici, da quello dei protestanti, da un punto di vista “altro” – sono un retaggio di un passato che non è scomparso se non nelle sue manifestazioni può violente e che comunque si lascia appresso quartieri popolari, senza servizi, in cui è chiara una sola cosa: che si vuole trovare una speranza che non c’è. E visto che non c’è, la si attribuisce, almeno dal punto di vista dei nomi – l’uomo ha questa “fortuna”: di poter dare i nomi alle cose – al futuro: Hope. Speranza. E’ il nome ricorrente in scuole e asili della zona. E’ la stessa speranza che MTV ha provato a raccontare nell’effetto collaterale degli EMA, ovvero quelle pillole dedicate ai ragazzi di Belfast. Quelli che non andranno su un red carpet.



E tu hai voglia di parlare anche di questo. Anche perché poi va a finire che il red carpet è “pink”; che ti trovi schiacciato fra due colleghi “international” (il Sudafrica a sinistra, il Daily Mirror a destra); che giovani donne simil-robocop gestiscono il flusso dei vip che ti passano davanti, e non hai nessuna intenzione di chieder loro “ti piace Belfast” o “come ti senti oggi” o “parlaci del tuo prossimo lavoro” (cosa che invece il collega del Daily Mirror è bravissimo a fare, così come a controllare compulsivamente il suo twitter e messaggiare a destra e a manca con persone diverse, incurante della quantità di persone che può leggere i suoi messaggi e farsi liberamente i fatti suoi); che quando finisce tutto hai voglia di sederti con calma, una volta che sei tornato a casa, e di provare anche a raccontare cosa resta dopo che è passata la tivvù, o magari cosa c’era prima. Senza troppe pretese.

Se credete, tutto lo speciale TvBlog agli MTV EMA 2011 lo trovate qui.

MTV Italia